Capitolo 25 - Il paesino di montagna

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Il paesino di montagna distava tre ore dalla città e Giorgio pensò bene di noleggiare un'auto spaziosa per poter viaggiare tutti insieme. Com'era prevedibile, Ren non aveva voluto ascoltare le parole di Melany, neanche quando si era presentata a casa sua, lasciandola fuori dall'appartamento mentre continuava a ribadire il concetto di voler aspettare a svelare la loro relazione ai genitori. Il ragazzo era stufo di nascondersi e non capiva perché perseverasse nella sua decisione. Forse si vergognava di lui? Non sapeva cosa pensare. Eppure, lei desiderava solo gestire le cose con calma, preoccupata per la reazione che avrebbe potuto avere la famiglia, memore delle accuse di Cecile.

Non appena i Fonte arrivarono sotto casa di Melany, dopo calorosi e festosi saluti, Giorgio caricò le loro valigie in macchina, invitando le donne ad accomodarsi; la ragazza, che scorse Ren guardarla seduto sul sedile posteriore, appoggiato al finestrino, si mosse per salire sul veicolo, subito preceduta da Cecile che si sedette al centro accanto al fratello, così da separare i due ragazzi. Non era di certo sua intenzione cercare di conversare con Ren in quell'occasione, ma il gesto della donna le diede irrimediabilmente fastidio. Alla fine, si accomodò sul lato sinistro dell'auto che, poco dopo, partì con Giorgio alla guida.

Per tutto il tragitto gli adulti chiacchierarono allegramente insieme a Cecile, seduta sulla punta del sedile per meglio partecipare al discorso, mentre Melany e Ren rimasero in silenzio: ogni tanto la ragazza si voltava a osservarlo nella speranza di incrociare il suo sguardo anche solo per rivolgergli un semplice sorriso, ma lui sembrava molto più interessato alla fitta boscaglia che ornava il paesaggio fuori dal finestrino. Sbuffando, appoggiò la nuca sul poggiatesta guardando anch'ella oltre il vetro: si preannunciavano vacanze molto, molto divertenti.

La neve decorava le strade svariati chilometri prima del centro abitato e, quando arrivarono a destinazione, si fermarono in un grande spiazzo che offriva una splendida vista dei monti innevati, carichi di un senso di pace che solo quei luoghi possono donare. Melany scese dall'auto senza curarsi del resto della famiglia, avvicinandosi al parapetto che divideva il paese da un profondo strapiombo; appoggiò le mani sulla ringhiera e guardò giù: viaggiare non le piaceva perché il movimento dell'auto le portava sempre un fastidioso senso di nausea e fortunatamente l'aria  fresca che saliva dalla profondità del dirupo sembrò donarle un po' di sollievo. Tuttavia, sapeva molto bene che non era esclusivamente colpa della strada se non si sentiva bene: nelle ultime ore aveva rimuginato troppo sulla sua situazione, perdendo anche preziose ore di sonno a notte precedente. Si sentì scoraggiata, ma anche tanto infantile.

«Melanyyy, andiamo!» gridò Claudia alle sue spalle

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«Melanyyy, andiamo!» gridò Claudia alle sue spalle. La ragazza, che avrebbe preferito perdersi ancora nei suoi pensieri, si voltò e, sospirando, tornò vicino all'auto: prese la sua valigia, portandola a mo' di trolley, e seguì il resto della famiglia dentro un casolare.

Entrando rimase a bocca aperta osservando uno scenario che aveva dell'assurdo: costruito interamente in legno, il cottage si presentava del tutto rivestito di luci e addobbi natalizi, mentre al centro, pronte per la partenza, sostavano in fila quattro piccole carrozze chiuse a motore, nere come il carbone. Tediata dall'insistenza della madre, Melany salì sul primo veicolo disponibile con lei e Cecile, osservando Ren e Giorgio occupare quello successivo, dal momento che l'abitacolo contava massimo quattro posti a sedere.

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