«Sono a casa» gridò Melany, chiudendo la porta d'ingresso dietro di sé.
Irvine l'aveva accompagnata quasi fin sotto al portone, cosa che la fece sentire a disagio, tuttavia accettare la sua proposta era stata una gran fortuna: uscita dall'aula e imboccato il corridoio centrale, aveva sentito alle sue spalle la voce cavernosa di Bruno e sapeva che il teppistello non si staccava mai da Ren. D'istinto aveva preso il braccio di Irvine per trascinarlo oltre la soglia dell'ingresso, il più velocemente possibile; probabilmente non era stato un gesto molto rispettoso nei confronti del ragazzo ma, in fondo, si era offerto lui di farle da diversivo, aveva pensato.
Entrò nella sua stanza, poggiò lo zaino a terra, tolse il cappotto e si buttò a pancia in giù sul letto; avrebbe dovuto preparare il pranzo se non voleva morire di fame, ma prima desiderava rilassarsi un momento. Con il ritorno di Ren a scuola sarebbe stato tutto più difficile. Molto più difficile.
«Tesoro, tutto bene?» chiese la madre entrando nella stanza, invitata dalla porta aperta.
«Sì, adesso arrivo a preparare» rispose Melany con il mento puntato sul materasso. Poi si volse a guardarla, quando si accorse che non aveva ancora lasciato la sua stanza. «Cosa c'è?»
«Volevo sapere se oggi Gioren fosse rientrato a scuola» spiegò muovendo un passo verso di lei.
Melany le rivolse uno sguardo di sufficienza e tornò a poggiare il mento sul letto. «Sí, a metà mattina» replicò stizzita.
«Bene, e non vi siete parlati?» incalzò.
«No, mamma, non ci siamo parlati!» affermò con veemenza, aggiungendo "per fortuna" nella sua mente.
«Oh... non fa niente. Prima o poi vi parlerete. Vado a preparare il pranzo!» esclamò Claudia, battendo le mani e uscendo dalla stanza.
Melany posò le mani sul materasso alzando il busto di fretta.
«Vai a preparare, cosa? Ehi, mamma! Non toccare niente, hai capito?!» esclamò, scendendo dal letto per correrle dietro.Per quale motivo avrebbe dovuto parlare con Ren? La relazione di sua madre sarebbe andata avanti anche senza che loro avessero avuto alcuna interazione.
La mattina dopo Melany si alzò di soprassalto: aveva fatto un brutto sogno, ma per fortuna non lo ricordava già più; le erano rimasti solo i brividi e una brutta sensazione in corpo, come se avesse realmente vissuto qualcosa di spaventoso, quella notte. Scese dal letto, andò in bagno a sciacquarsi e infilò dei vestiti puliti, poi, finita la colazione uscì di casa per dirigersi a scuola.
Mentre camminava, prese dallo zaino il Test orientativo e lo fissò: era ancora bianco, aveva scritto a stento il nome. I questionari erano stati distribuiti in tutte le classi del quinto anno per portare i professori a conoscenza delle intenzioni future degli studenti, attraverso domande generali: Dopo il diploma ti iscriverai all'università? Quale università? Saresti disposta a lasciare la tua città per frequentare un indirizzo specifico? "Certo che sarei disposta a lasciare questa città" pensò lei. "Non mi è mai piaciuta e adesso ancora meno. Voglio andare via di qui".
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Come una farfalla [Completa]
RomanceUn incontro inaspettato attende Melany Rose nella nuova scuola. Nessuno dovrebbe conoscerla, eppure lui sa il suo nome. Ma chi è? Ha degli amici, poco raccomandabili, ma preferisce star solo; non torna a casa dopo la fine delle lezioni; passa il tem...