Luce e Buio.

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Il tragitto verso il liceo è silenzioso. Non è un silenzio imbarazzante, ma preferirei che lui parlasse. Mi volto a guardarlo mentre guida. Le luci delle macchine gli abbagliano il viso ogni volta che ne passa una e poi nel suo volto ritorna il buio quando la macchina passa via, un po' come è lui. Quel ragazzo che è sempre stato la luce dei miei occhi ma sa mostrare il buio che si è formato nel suo cuore. Guardo come i ricci gli cadono perfettamente sulla fronte. Come i boccoli gli accarezzano il viso. Come i suoi smeraldi siano attenti sulla strada. Le sue labbra piene a contatto tra loro. Questo meraviglioso ragazzo ha portato via la mia verginità come nulla fosse, come un gioco. Oh, già! Il suo è un gioco.

Appoggia una mano sulla mia coscia ed io sobbalzo.

"Smettila di fissarmi, a che pensi?!" dice infastidito.
"Scusami!" dico abbassando subito lo sguardo e voltandomi a guardare fuori dal finestrino, sento le mie guance accaldarsi. Si è accorto che lo stavo fissando e ne sono imbarazzata!
"Non ho detto di non guardarmi, fallo, se vuoi, ma dimmi a cosa pensi!" non smette di guardare la strada, vorrei per un attimo incontrare il suo sguardo per capire di che umore è al momento, ma non lo fa.
"Nulla di importante!" dico e riabbasso lo sguardo.
"Stai mentendo." stringe la mia coscia e questo mi spaventa, forse è incazzato "è inutile che cerchi di mentire a me, ti conosco più di chiunque e capisco subito quando menti. Dimmi cos'hai!"
"Non sei di buonumore e non voglio assolutamente peggiorare la situazione."

Molla pian piano la presa, ma lascia la mano sulla mia coscia!

"Non sono incazzato, parla!" Non mi ha ancora guardato e mi preoccupa ciò. Prendo un gran respiro e mi decido a parlare.
"Pensavo che mi hai tolto la verginità. Hai preso una cosa mia, e questo non te lo perdonerò mai." deglutisco infine aspettando una sua reazione. Spero in un Harry comprensivo, ma si rivela tutt'altro. Scoppia in una risata e ciò m'infastidisce.

"Cos'hai da ridere?" dico e incrocio le braccia a petto.

Si asciuga le lacrime dagli angoli degli occhi e si decide a parlare.

"Puoi essere incazzata quanto vuoi, non che m'importi qualcosa se non mi perdonerai mai di averti scopata!" Ciò mi disgusta.
In questo momento, mi disgusta lui.

"Mi fai schifo."

Quando si gira a guardarmi contrae la mascella, ed in quel momento capisco che il mio pensiero l'ho espresso ad alta voce.

"Cosa hai detto?" dice tra i denti.
"La verità." sbuffo "Accosta e fammi scendere."
"Scordatelo!" dice alzando la voce e voltandosi dall'altra parte.
"Harry, fammi scendere da questa fottuta macchina! Non sei nessuno per dirmi quel che devo fare, proprio nessuno, e io ti sto dicendo di farmi scendere!"

Accosta di colpo, e a dire la verità non me l'aspettavo, anzi, speravo che comunque avrebbe lottato per tenermi con lui in macchina. Ma insomma, Abigayle, svegliati! Te lo sta dimostrando in tutti i modi che non gli importa più di te. Che ti aspettavi? Rimango immobile, ma lui continua a non guardarmi.

"Scendi." dice, la voce un po' tremolante a causa del nervosismo, il respiro irregolare.
"Ho detto: scendi!" mi urla contro. Apro lo sportello e lo sbatto con forza quando scendo. Parte velocemente e mi volto dall'altra parte per non scoppiargli a piangere in faccia. Devo riuscire a parlargli una volta per tutte e questa volta seriamente.

Ma, adesso, dov'è che vado?

HARRY'S POV.

Cazzo! E' due ore che la cerco e non la trovo. Dove cazzo è finita? Inizio seriamente a preoccuparmi. Accosto e prendo il cellulare. Compongo il suo numero per la quindicesima volta in due ore, non risponde. Sono le fottutissime tre del mattino e al Collage non c'è, ci sono andato si e no una trentina di volte. Mi volto ed ecco quel che si direbbe una chioma di capelli castano-biondo. E' lei, so che è lei. La riconoscerei tra miliardi! Sta seduta sul marciapiede mentre ascolta musica dal suo iPod. Scendo dalla macchina e le vado incontro.

"Abigayle, o mio Dio, sono stato così in ansia!" la alzo da terra e l'abbraccio "Scusa scusa, scusami davvero! Sono un emerito coglione, non avrei dovuto lasciarti sola. Scusami!" le bacio la fronte.

Si lascia andare e mi abbraccia anche lei. Che mi succede? Ci risiamo. La spingo un po' e mollo la presa. Il suo sguardo è confuso, ma non ha ancora detto una parola. La prendo per la mano e la porto in macchina. Dobbiamo parlare!

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