Cerco di tornare nella mia stanza, ma so che Harry sta piangendo, so che ha bisogno di me e non riesco ad abbandonarlo. Quando senza pensare riapro la porta trovo pezzi di vetro a terra, ed Haary seduto sul suo letto, testa bassa e mani incrociate. Faccio un grande passo e mi siedo accanto a lui.
"Tu non vuoi raccontarmi cosa è successo a Londra, ma io voglio raccontarti la mia vera storia, quella che tu non sai."dico facendo un grosso sospiro, lui non si muove di un millimetro, non mi parla. Cos' continuo anche senza il suo consenso. "Quando avevo 12 anni, mio padre uccise mia madre davanti ai miei occhi. Ero appena tornata da scuola e come al solito, stavano litigando. Ascoltavo ciò che si dicevano, si insultavano pesantemente. Quando decisi di entrare in cucina vidi..." gli angoli degli occhi iniziano a bagnarsi, il respiro ad affannarsi, il labbro a tremare. Devo cercare di restare calma. Sento una mano appoggiarsi sulla mia, aggrovigliare le dita al mio palmo e stringerlo. Mi volta verso Harry, i suoi occhi rivolti verso me, pieni di compassione. So che vorrebbe che io continuassi, ma non sono sicura di averne la forza al solo ricordo di quelle scene prende. La lacrime incominciano a scendere, ma io continuo la mia storia straziante cercando di non fargli notare il mio pianto, anche se mi viene alquanto difficile. "Vedo mio padre, con un coltello in mano che punta alla gola di mia madre, accoltellandola più è più volte. Ricordo che a quella vista urlai ed iniziai a correre. Da quel momento mio padre che per me era sempre stato un principe, era diventato un mostro. Lo sentii chiamare il mio nome e poi afferrarmi il polso. Le sue mani imbrattate del sangue di mia madre mi toccavano ed io piangevo, piangevo senza sosta. Gli chiesi per favore di andare alla polizia e ammettere il suo errore, ma non ne voleva sapere. Così, la notte stessa, scappai. Andai dai miei nonni e rimasi lì dai miei 12 ai miei ai miei quasi 14 anni. Lui non mi cercò più, e ricordo che nell'estate dei miei 13 anni si sentii dire in quel piccolo paesino che Stand Dixon era stato ucciso. Aveva dei debiti con la mafia e loro e dato che non poteva più saldarli, ripagarono con la sua morte." interrompo il mio racconto. Riporto lo sguardo su Harry.
Lui continua a fissarmi e vedo i suoi occhi lucidi. Porto una mia mano sulla sua guancia e l'accarezzo arrivando poi ai ricci, gli sorrido. Un sorriso che però non arriva ai miei occhi. Lui istintivamente chiude gli occhi e lo sento gemere sotto il mio tocco.
"Non pensavo avessi passato tutto questo dolore, mi spiace, sono un egoista. Penso che l'unico a soffrire sia io." dice aprendo gli occhi e fissandomi. Ritraggo pian piano la mano. "ti prego, torna con me" sussurra con vice spezzata.
"Non sai quanto mi piacerebbe dirti di si, ma io con Luke ci sto bene, è costante, tu no! Non piùHo bisogno di sicurezza e tu non riesci a darmela. Ma io ti voglio bene, lo sai! In un modo o in un altro ci sarò sempre per te."
"Tu mi vuoi bene, io ti amo." Dice piangendo, e il mio cuore si distrugge. Mi Ama, a modo suo ma mi ama, Lo abbraccio forte a me e decido di continuare la mia storia. "Lui non era mio padre. Lo scoprì qualche giorno prima di ucciderla, 3 giorni di inferno e piene litigate, voleva il divorzio, mia madre no. Ma allo stesso tempo non voleva nemmeno dirgli chi fosse il mio vero padre." Si stacca di colpo da quell'abbraccio. I suoi occhi lucidi mi guardano con sguardo interrogativo. "Mio padre è.. . mio nonno." La sua bocca si apre leggermente e il suo sguardo si trasforma da confuso a sconvolto.
"Me lo confessò lui stesso all'età di 15 anni, ero sconvolta. Non sapeva se sarebbe vissuto ancora molto e quindi me lo volle dire. Mi raccontò che quando mia madre e mio padre si erano appena sposati, qualche notte dopo mio padre a causa del lavoro non era dentro e che mio nonno le venne a fare visita. Ai tempi, lui aveva 52 anni bene o male e mi disse pure che dal parlare finirono al letto. Mio padre e mio nonno si somigliavano talmente tanto che a mio padre non venne mai il dubbio che io magari non fossi sua figlia, perché gli somigliavo! Tennero il segreto a lungo, poi mia madre, a quanto pare, durante un litigio banale gli rinfacciò il fatto che io non ero davvero sua figlia e da li iniziarono i vari litigi che causarono la sua morte."
"Quindi, quello che dovrebbe essere tuo padre in realtà è.."
"Si, è mio fratello. O meglio, era." dico interrompendolo.
"Oddio, Abi! Come hai fatto a tenerti tutto dentro senza rimorsi? Senza vendicarti? Senza fare niente?" mi chiede sconvolto.
"Semplicemente non mi importa. E' andata così e vendicarmi a cosa mi servirebbe? Sono stati loro a sbagliare, e al loro modo se la sono pure risolta! Ma penso anche che fu' uno sbaglio che portò alla luce me. E cosa c'è di meglio della vita?" dico facendo spallucce come se la cosa mi sia indifferente, cosa che in realtà non è. Fa male raccontarlo. Fottutamente male.
Senza dire nulla mi abbraccia, ed io mi lascio abbracciare."Mi manchi. Mi manca tutto. E da oggi che non sei più mia, mi mancherai sempre. Tu sei il puzzle che mi completa. E senza te non valgo niente" mi sussurra all'orecchio.
Nessuno potrà mai capire il male e il bene che mi fa sentire queste parole.
HARRY'S POV.
La storia di Abigayle mi ha sconvolto. Non credevo che la sua storia fosse così dolorosa. La mia in confronto non è nulla! Abigayle si addormenta e so che se dovesse cercarla Luke, capirebbe subito che è qui e avremmo problemi.
"Abi, Abi?"
"Mmm.." dice aprendo leggermente gli occhi.
"Sveglia, vai nella tua stanza, che ne dici?"
"Voglio restare con te" si lamenta ed io sorrido.
"Si?" dico guardandola meglio.
"Harry..." dice ancora insonnacchiata.
"Si?"
"Ti amo anche io." dice poi richiudendo gli occhi.
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Mela Xx
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Wait || h.s. italy ||
Fanfiction"Nel sadico l'atavica paura della donna, che è di ogni uomo, raggiunge un livello patologico. Alla base il sadico è un pavido e un vigliacco, un imbelle che ha paura di misurarsi con la realtà. Tu hai permesso alla rabbia di prendere il controllo di...