6. A mamma e papà

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Sento i tuoni.
Scusa mamma.
Vedo i lampi.
Scusa papà.

Sento la pioggia conto i vetri appannati.
Diventare una figlia come avresti voluto tu sarebbe stato impossibile.
Non perché non esistano figli come li sogni tu, ma perché io sono tutt'altro.
Sono ansiosa, spaventata e curiosa e stressata.
Mi piace la pazzia nascosta dei giovani ragazzi alla ricerca di esperienze eccitanti.
Mi vergogno di ciò che mostro esteriormente.
Sogno abbracci da chi è lontano; di chi si trova sulla Luna.
Mangio troppo e me ne preoccupo solo dopo che le conseguenze si sono mostrate ai miei occhi piangenti.
Ho delle folli idee stupide che non ti renderebbero per niente una madre fiera.
L'ho visto nel tuo sguardo disperato.
Poco di ciò che faccio ha senso.
Poco ha veramente senso.
Anche tu non sei perfetta.
Anche Dio non lo è.
Ma chi è?
Non lo voglio conoscere o lo prenderei a pugni.
Fallo tu per me dato che credi e hai speranza di una nuova vita nei cieli bagnati dall'acqua santa e contornati di mura protettrici dal male.
Lucifero ci conquisterà.
Magari l'ha già fatto.
Magari Lucifero sono io.
Purificami.

Sento un fulmine percorrermi il corpo fino ai piedi.
Papà, scusa ma fanculo.
Scusa, ma non perdono.
Scusa, non sono così idiota come credi tu.
Scusa, fatti una doccia fredda e pensa a me per una sola volta.
Cosa c'è di male?
Sono uno spreco di tempo?
Tu non hai capito niente.
Tu non vuoi capire niente.
Sarà più facile così.
Fare finta di niente rende la discesa verso il fuoco più pacifica.
Bene e male.
Comodino e letto matrimoniale.
Mangia meno, leggi di più.
Facebook non è la risposta.
I soldi non cadono dal cielo.
La salvezza sta nel non essere ignoranti.
Basta bere.
Non tornare sui tuoi passi.
Peggioramento.
Sono tua figlia eppure di te ho solo il naso torto.
Fanculo papà.

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