30. I giorni passano

46 20 0
                                    

Triste aggiornamento.
Il corpo era il suo, proprio quello di Henry. Non so come esprimere il mio dispiacere e credo semplicemente che non lo farò. Sono ferita da questo fatto, troppo e troppo poco. Mi tocca e non mi tocca. Mi sfiora la guancia e subito dopo mi tira uno schiaffo. L'ho scoperto ieri, l'ha confermato l'autopsia. Causa: annegamento. Non riesco ad immaginarlo, i film non me lo rendono possibile. Comunque sia, era davvero giovane e perso e con la vista annebbiata o senza occhi completamente. Cerco di non pensarci e di non tirare fuori il discorso perché queste cose vengono generalizzate e basta, non analizzate o capite.
Idiota, ti sei ammazzato! Cos'hai risolto? Cosa cambierà? Non può cambiare niente se non ci sei più tu a parlare!
Non comprendo a fondo e mi sento anche fortunata per questo, ma al contempo vorrei aver potuto far qualcosa, sicuramente si poteva intervenire, lo so. Ma la nostra mente, il nostro percorso, la nostra voglia di vivere, il nostro subconscio; è tutto davvero davvero davvero difficile, complicato, contorto, brusco.
Stanotte, ad esempio, ero sul punto di addormentarmi e ad un tratto ho avuto una forte contrazione che mi ha afferrato e stritolato tutto il corpo. Non so a cosa fosse dovuta perché, con tutto quello che succede ed è successo e succederà, è difficile trovare il colpevole del proprio malessere, soprattutto del proprio.
Il motivo può essere di qualsiasi genere e, se si è in una situazione in cui i problemi ti arrivano fino alla testa, prova tu a capire quale di questi ti abbia portato a tali conseguenze. Magari tutti insieme, a braccetto, o magari uno più forte degli altri, chissà.

Non voglio dilungarmi troppo, questo argomento mi rattrista e mi apre così tanto gli occhi da farmeli lacrimare, quindi metterò fine a questo capitolo rivolgendo un sorriso a colui che ci ha lasciati, sperando di rivederlo presto nel riflesso di qualcun altro.

DialoghiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora