50. Verde speranza

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Qualche giorno fa stavo per fare l'enorme errore di chiedere a mio padre un favore. Sarebbe stato un errore perché mi aveva dato l'impressione di essere un po' più calmo e tranquillo nei miei confronti. Invece, come dovevo immaginare sin da subito, non era così.
Volevo chiedergli di insegnami a guidare, visto che i miei diciott'anni si avvicinano e vorrei farmi la patente il prima possibile, e lui, nonostante sia parecchio spericolato quando è alla guida, ammetto che lo sa fare molto bene ed ha degli ottimi riflessi. Comunque fortunatamente non l'ho fatto; ci ho pensato prima di aprir bocca e ho immaginato la scena di lui che mi grida contro dove sbaglio, come devo fare, che sono stupida e non capisco niente, così ho lasciato perdere. Non è la persona giusta a cui chiedere una cosa del genere.
Sinceramente vorrei che si ritrovasse da solo, per capire che non è speciale, non sa fare le cose meglio degli altri, non è più intelligente o superiore. E odio quando mi crede ignorante, incapace, perché no cazzo, non lo sono.
Pensate che quel giorno mi voleva addirittura insegnare come spazzare per terra...lo so, sembra quasi un barzelletta e magari vi farà sorridere, ma a me ha fatto venir voglia di gridare e strapparmi tutti i capelli e, finalmente, andarmene via.
Ovviamente non è la prima volta che succede, altrimenti sarei davvero esagerata, ma no, purtroppo succede molto spesso. Vuole insegnarmi come si fanno le cose basilari e potrebbe anche arrivare ad insegnarmi come respirare, perché sinceramente vorrei smettere molto volentieri. È peggio della nicotina e fa ancora più male.
Mio padre è più infantile di me; dovrebbe prendere delle medicine, perché non sta bene, e non vuole, se le leva quando gli garba a lui all'insaputa di mia madre, ed è egoista, sfacciato, ruffiano, traditore; è una di quelle persone che si fissa ogni mese con qualcosa di diverso e queste manie te le ripete in continuazione, non smette mai; è quel tipo di persona che è ansiosa ventiquattro ore su ventiquattro e non sa tenersela per sé, la deve trasmettere agli altri, deve far provare a chiunque quello che sta provando lui, e in questo caso no, non è assolutamente egoista.
Dovrei perdonarlo perché è mio padre e perché siamo tutti uguali, tutti sbagliamo, tutti commettiamo degli errori, ma ormai non si tratta più di perdonare o meno, ormai nei suoi confronti sono diventata fredda, severa, non per mia scelta, ma per sua, che mi dice sempre: "se fortunata che non ti faccio le stesse cose che mi faceva mio padre quando avevo la tua età" e non sono io che l'ho scelto come padre, non sono io che ho scelto questa famiglia e sono io che tra poco me ne andrò, e chi s'è visto s'è visto.

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