A questo punto cosa importa? Ci stiamo distruggendo con le nostre stesse mani, ci stiamo uccidendo con piccoli gesti; abbiamo già una corda in una mano e un mazzo di fiori dell'altra.
Tanto vale vivere come capita, tanto vale abbandonare tutto e lasciarsi alle spalle ciò che ci fa piangere.
Se è vero che, di vita, ne abbiamo una sola, tanto vale viverla per bene finché non spariremo.
Puoi essere la persona più buona di questo mondo, davvero, ma le ingiustizie non guardano in faccia nessuno, ti fissano il petto e te lo pugnalano così tanto da renderlo irriconoscibile. Cosa sei? Cosa sei diventato?
Mi dispiace Alice, dovrei essere pronta a qualsiasi rischio e invece mi faccio spaventare da tutto. Non ti sto facendo del bene. Ti sto solo mettendo con la schiena al muro e ti sto facendo stare lì incapace di reagire. Mi dispiace perché finisco sempre per pensare agli altri e non a te, che sei la mia priorità più grande.
Sono la voce nella tua testa, quella un po' pessimista ad ogni segnale di allarme, quella che tanto odi, ma che ti vuole un bene enorme. Non sono capace di dimostrartelo, ma prima o poi ti renderò felice. Te lo meriti. Non ti meriti di stare in questa casa, di piangere così tanto, di avere questi momenti in cui non mangi nulla, ma semplicemente te ne stai distesa sul letto ad ascoltare della triste musica aspettando chissà che miracolo. Sei tu stessa il tuo miracolo, non dimenticartelo. Se non collaboriamo, mente e corpo, non otterremo mai quello che vogliamo, e sappiamo entrambi quanto la libertà alletti le nostre papille gustative, così vicina, ormai a due passi da noi.
Servirebbe un po' di pace, un po' di tranquillità, un momento per respirare a pieni polmoni la vita, ma è sempre tutto una corsa al tempo, affannata, distruttiva.
Allora ti prego, distenditi per l'ennesima volta su quel letto, chiudi gli occhi e lascia che l'aria ti entri nel corpo come dell'acqua di fiume, lasciala fluire tra le tue vene e poi rialzati, ricomincia, vivi.
