3 Michele

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Chiudo la porta alle mie spalle e respiro a pieni polmoni l'aria fresca, probabilmente qualcuno ha rasato il prato, avverto l'inconfondibile profumo di terra umida ed erba e mi sento sereno.

Anche oggi purtroppo non sono riuscito a vedere la partita di Luca, ho perso la nozione del tempo immerso nell'analisi di quei documenti, ma sono soddisfatto. Il lavoro è finalmente terminato e domani portò dedicare l'intera giornata al mio ometto. Raggiungo con passo deciso la mia Volvo e mi accingo a raggiungere il campo da calcio sperando di riuscire a vedere almeno gli ultimi minuti .

Accendo il motore, innesto la marcia e mi immetto nel vialetto, quando il cellulare inizia a squillare.

Un sorriso si forma spontaneamente sul mio viso quando appare sul display il nome di Laura, la conosco da sempre, siamo cresciuti insieme e abbiamo sempre condiviso tutto, anche il mio miglior amico, Andrea, tanto che una ventina di anni fa si sono sposati mentre io viaggiavo da un capo all'altro del globo.

La conversazione è breve e concisa, come d'abitudine aveva già deciso tutto ed è riuscita a farmi dire esattamente ciò che voleva, quella donna è come un tornado, energica, decisa e travolgente, se presa a piccole dosi ha un suo fascino ma se le stai troppo vicino ti confonde non so come faccia a sopravvivere quel Sant'uomo di Andrea!

Raggiungo rapidamente il parcheggio e mentre sto per entrare nel bar sento un urlo "PAPA' !", mi giro rapidamente e punto energicamente i piedi sul marciapiede di cemento mentre mio figlio, dopo una breve corsa, spicca un balzo ed allaccia le braccia al mio collo. "Piano campione! " fingo di rimproverarlo " non sei più un fuscello ed io sono vecchietto! " ma non convincono nemmeno me stesso. " Tu non sei vecchio " risponde con una decisione disarmante mentre lascia la presa e ripercorre il breve tratto che lo separa dal borsone e dal suo amico.

si gira verso di me con un immenso sorriso e con tono solenne mi presenta il suo accompagnatore.

"Lui è il mio amico Kevin Il migliore della squadra! "

"Felice di conoscerti giovanotto! Spero che quando diventerai famoso mi inviterai ad una tua partita!"

"Buona sera "risponde educatamente il futuro campione

"Temo che Luca esageri un po'! Amo giocare ma la strada per diventare professionista è lunga e difficile. Non so se riuscirò in questa impresa!" "

Sono sorpreso dalla maturità delle sue affermazioni ma a dieci anni è giusto anche assecondare i propri desideri quindi decido di incoraggiarlo un po' "Hai ragione, è difficile ma non impossibile! Non smettere mai di credere nei sogni ! Ed ora entriamo o ci daranno per dispersi ! Fatemi strada!"

Li lascio passare e li osservo a distanza ravvicinata, parlottano tra loro commentando sulle partite del campionato di serie A che si disputeranno questa sera e domani.

Senza quasi rendermene conto la mia mente mi riporta alla mia infanzia, io e Andrea, il marito di Laura, giocavamo nella stessa squadra, lui era bravino ed io poco portato ma sognavamo di diventare calciatori e di vincere la coppa dei campioni, ai tempi si chiamava così, non eravamo maturi e realisti come quel bambino.

"Finalmente! Hai perso la strada? "la voce squillante della mia amica mi raggiunge subito rischiando di perforarmi un timpano.

Mi guardo intorno, Luca è seduto ad un tavolino con Kevin ed una donna. Forse è la sorella maggiore o la madre, anche se sembra improbabile, gli somiglia molto e dimostra al massimo 25 anni, è molto carina, quella bellezza semplice e pulita di cui spesso gli esseri umani di sesso maschile non si accorgono nemmeno ma a cui io sono particolarmente sensibile, poco truccata, con abiti sportivi e quell'aria ingenua tipica delle adolescenti.

Un pugno ben assestato sul mio braccio destro mi costringe a distogliere lo sguardo e a voltarmi verso Laura.

"Cosa guardi di così interessante? Sembra imbambolato!"

se le confessassi la verità inizierebbe a fantasticare e da un semplice sguardo di ammirazione sarebbe capace di creare una soap opera, quindi, per evitare inutili illazioni, mi invento una piccola menzogna su due piedi

"Guardavo Luca, a volte mi sorprende vederlo già così grande! "

Sembra convinta dalla mia risposta tanto da ribattere a tono

"Anche Sam è cresciuto ma non mi sorprende. Ci sono già passata con Rebecca!"

poi afferra la mia mano e mi conduce al tavolino dove mi presenta Stella, la madre di Kevin.

Giunti in pizzeria ci dividiamo come d'abitudine, i bimbi da una parte, i papà ed il mister dall'altra e le mamme ad un tavolo separato. 


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