Cap 4

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Quando si svegliò Noah si rese conto che quella non era camera sua e che si trovava ancora all'interno del Lagoon, la musica si percepiva in lontananza.
Fece per alzarsi ma un forte capogiro lo costrinse a sedersi, la testa gli doleva e probabilmente Aidan lo stava cercando, si guardò intorno, la stanza era poco illuminata, ma fortunatamente la poca luce che c'era gli permetteva di vedere.
Dovette però interrompere la sua piccola ispezione mentale, quando la porta si aprì e venne richiusa velocemente.
"Ti sei svegliato finalmente". Noah mise a fuoco la figura che gli si parò davanti e, lo riconobbe, l'uomo che aveva visto poco prima che perdesse i sensi.
"Si....ehm... grazie per avermi aiutato prima".
Questo si sedette sulla poltrona dinanzi a lui. Versandosi una generosa quantità di qualche strano alcolico presente su di un piccolo tavolino posto di fianco a quella.
La luce seppur fioca gli permise di osservare attentamente l'uomo. Ed ora che se lo ritrovava davanti potette constare che l'uomo fosse molto attraente. Emanava sicurezza e sensualità da ogni poro. Lo si percepiva dal suo sguardo. Noah restò paralizzato da tanta bellezza. Certo ne aveva visto di uomini belli. Ma quello seduto dinanzi a lui non aveva niente a che fare con gli altri.
"Che ci faceva un ragazzino come te nei corridoi con un'uomo più grande di lui?"
"Non sono un ragazzino. Ho diciannove anni. E quell'uomo mi ha costretto, io cercavo solo il mio amico"
"Sei stato molto fortunato che io passavo di lì. O adesso ti ritroveresti a fare chissà cosa..".
Forse non avrebbe dovuto ringraziarlo prima. Quell'uomo lo irritava.
"Ti ho ringraziato a dovere."
Poteva essere anche bello. Ma era uno stronzo. Chi si credeva di essere per potergli parlare in quel modo. La testa gli sbatteva sempre più forte e quell'uomo di certo non lo aiutava a calmarsi.
"Io me ne vado".
Tentò di aprire la porta ma questa venne chiusa in un colpo.
L'uomo che prima era seduto sul divano si trovava dietro di lui intrappolandolo fra lui e la porta.
"Non osare  parlarmi in quel modo ragazzino".
Cosa era quella una minaccia?. Certo aveva iniziato a tremare. Non sapeva chi era quell'uomo e di certo poteva essere un maniaco come quello di prima. Ma non si fece intimorire. Era abbastanza lucido per poter ribattere.
"Stai cercando di minacciarmi? Non mi intimorisci" disse fronteggiandolo. La sua altezza non giovava affatto a suo vantaggio . Dovette ammettere che aveva fatto una cazzata.
"Questa tua linguaccia non ti porterà molto lontano qui. Ti ritroveresti in spiacevoli situazioni" disse guardandolo negli occhi. Il cuore di Noah perse un battito dinanzi alla sua bellezza.
"Un ragazzino viziato come te dovrebbe stare a casa sua. Mi fanno incazzare quelli come te che con i soldi hanno il
diritto di dire ciò che vogliono"
Noah punto nell'orgoglio. Spintonò lievemente l'uomo riuscendo a liberasi da quella morsa.
"Senti non so che idee ti passano per la testa. Ma tu non sai niente. Non sono come quei ragazzetti viziati. Me ne vado e vaffanculo stronzo."
"Che caratterino. A presto Noah."
Noah uscì immediatamente da quella stanza. Credette che l'uomo potesse seguirlo ma così non fu. Aveva perso le staffe. E come faceva a sapere il suo nome. Era sicuro di non averglielo detto.
Uscì per una porta d'emergenza e si ritrovò sul retro.
"Noah"
"Aidan". Corse ad abbracciare l'amico.
"Non puoi capire. Stavo impazzendo non riuscivo a trovarti. Stai bene ?"
"Si mi ero solo allontanato a bere qualcosa."
"Andiamo a casa"
"Si ti prego sono stanchissimo" sorrise all'amico. Aidan si preoccupava sempre così tanto per lui. Non gli disse cosa gli era successo solo per non farlo preoccupare ulteriormente o avrebbe dato di matto.

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