Cap 38

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Noah aprì lentamente gli occhi cercando di mettere a fuoco dove si trovasse. La testa gli doleva e aveva una gran sete. Si trovava in ospedale ma non ricordava come ci fosse arrivato. Individuò subito alla sua destra due figure un po' sfocate che riconobbe come i suoi genitori.
"Papà" disse a bassa voce. L'uomo che fino a quel momento era seduto sul divano alzò il capo.
"Noah"
"Noah tesoro" fu sua madre ad alzarsi. Gli accarezzò il volto dolcemente.
"Ho sete"
"Sì certo...". Noah bevve tutto d'un sorso la bottiglietta d'acqua, gli sembrava di non aver bevuto per giorni
"Vado a chiamare il medico, c'è tuo padre qui con te"
"Ok"
Quando la donna uscì dalla stanza. Suo padre che fino a quel momento aveva ascoltato dal divano si alzò.
"Mi dispiace"
"Non è stata colpa tua Noah"
"Io..."
"Non puoi immaginare il panico che abbia avuto quando Aidan ci ha chiamati, diceva che eri in ospedale e quando sono arrivato qui i medici mi avevano detto che avevi avuto un trauma. Vedendoti su quel lettino tutto malconcio....Noah ho avuto così paura che mi sono sentito impotente...."
Non aveva mai visto suo padre in quelle condizioni. Lui Daniel Woods sempre così composto, attento a non far trasparire mai nulla era crollato per colpa sua
"Aidan non mi ha raccontato nulla, solo qualcosa....dimmi cosa è successo Noah. Dimmi che non c'entra quell'uomo che ora è dall'altra parte dell'ospedale...."
Noah sgranò gli occhi, cercando di alzarsi come meglio poteva da quel letto. Shane, Shane era lì, lui l'aveva salvato, adesso ricordava. Shane si era preso una pallottola al suo posto, perdeva così tanto sangue, ma non riusciva a ricordare, era morto?. Iniziò a piangere cercando di scostarsi dal corpo del padre che tentava di fermarlo.
"Noah....Noah fermati che stai facendo."
"No lasciami....lui dov'è....io devo sapere".
"Noah calmati"
"No tu non capisci.....devo vederlo, portami da lui" dissi aggrappandomi al braccio di mio padre , non riuscivo a smettere di piangere.
"Noah....stai avendo un attacco di panico...."
"Dov'è....papà dimmi dov'è"
"Aidan è lì con lui, ma non so nient'altro"
"Lasciami andare da lui"
"Noah non riesci nemmeno a reggerti"
La porta della camera si aprì, facendo comparire mia madre che vedendomi in quello stato si allarmò immediatamente.
"Noah...." provò ad avvicinarsi
"No, lasciami voglio andare da Shane" gli gridai contro.
Il dottore che era entrato con mia madre parve dire qualcosa ai miei genitori, si avvicinò a me cautamente.
"Noah, adesso stenditi ok? Sei ancora molto provato dall'accaduto, vedrai che andrà tutto bene" disse facendomi stendere, lo vidi alle prese con qualcosa ma non seppi cosa stesse facendo
"Io....devo... andare" sussurrai lentamente prima di chiudere gli occhi.

Quando Noah più tardi aprì gli occhi stava già meglio. Aveva trattato male i suoi genitori, e aveva dato di matto. Era davvero pessimo.
"Ehi ti sei svegliato"
"Aidan" il volto di Noah si illuminò, alla vista del migliore amico.
"So che hai dato di matto, stronzetto"
"Mi sento tremendamente in colpa.....io voglio..."
"Sta bene"
"Cos..."
"Lui sta bene. È arrivato qui che perdeva molto sangue, lo hanno tenuto sotto i ferri per un po'. Ma è fuori pericolo, non si è ancora svegliato....i medici dicono che serve a riprendersi o roba del genere"
Il cuore di Noah si riempì di gioia a sentire quelle parole.
"Voglio vederlo" cercò di alzarsi nuovamente.
"Noah, quale parte del devi stare a riposo non hai capito"
"Aidan...lui ha bisogno di me, non c'è nessuno con lui"
"Kyle è lì con lui....adesso riprenditi, domani potrai andarlo a trovare, so anche che ti dimetteranno"
"Grazie Aidan....ho avuto così paura quando quegli uomini mi hanno rapito, ma quando ho visto Shane sapevo di essere al sicuro, che lui non avrebbe mai permesso che mi fosse successo qualcosa. È tutta colpa mia se ora si trova qui"
"No che non è colpa tua. Quello stronzo è un fottuto suicida. Gli avevo offerto il mio aiuto ma lui voleva fare l'eroe. Che gli serva da lezione"
"Aidan" lo sgridai bonariamente, ma quello rise.
"Concedimi questa piccola vendetta"

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