Shane imprecò nuovamente gettando nervosamente il cellulare sul letto. Era da circa mezz'ora che provava a chiamare Noah ma il cellulare del più piccolo era staccato. Erano passate tre ore da quando l'aveva lasciato, facendosi promettere di chiamarlo appena fosse arrivato a casa. Non aveva dato peso quando all'inizio non l'aveva risposto forse si era dimenticato ma era passato troppo tempo ed iniziava a preoccuparsi.
"Merda"
Si girò di scatto quando la porta d'ingresso venne aperta, facendo comparire la figura di Aidan.
"Dov'è Noah? Dovevamo vederci ore fa, non puoi tenerlo lontano da me."
Disse Aidan parandosi dinanzi al maggiore.
"Noah non è a casa?"
"No che non è a casa"
"Ci siamo visti più di tre ore fa, credevo che fosse a casa , e non risponde a cellulare"
Il panico si manifestò in Aidan, che prese il cellulare ricomponendo il numero dell'amico ma non ebbe nessuna risposta.
"Cazzo" imprecò Aidan.
"Shane dov'è Noah?" Ripetè Aidan
"Non lo so cazzo, non mi risponde da quando se ne è andato, gli avevo detto che l'avrei riaccompagnato a casa ma ha insistito per prendere la metro e merda..."
Il telefono di Shane prese a squillare improvvisamente, il moro lo afferrò velocemente.
"Noah..."
"Anderson"
"Signor Jones". Shane cambiò immediatamente espressione.
"Signore non è un buon momento adesso..."
"Io invece credo che sia un ottimo momento" rispose il vecchio "sai credo di avere qualcosa che ti appartiene"
Nel mentre arrivò sul cellulare di Shane una foto.
"Io direi di aprirla"
La foto ritraeva Noah privo di conoscenza legato con delle corde e semi nudo.
"Carino non trovi. Sai ho sempre avuto interesse per i ragazzini come lui."
"Figlio di puttana non azzardarti a toccarlo." Shane cercava di controllare la rabbia che stava esplodendo facendo dei respiri profondi. Sapeva che quel maniaco era capace di cose peggiori e non voleva aggravare la situazione.
"Perché non vieni qui, facciamo due chiacchiere abbiamo molto da discutere."
"Va bene"
"Ah Anderson non azzardare a chiamare la polizia, sennò lui muore"
"Dio ti ammazzo" ma quello chiuse il telefono.
"Vengo con te" disse Aidan al suo fianco.
"Tu non vieni da nessuna parte"
"Non sei tu che mi impedirai dal salvare Noah"
"Cristo Aidan, ho un piano. Salverò Noah te lo prometto."Delle voci fecero svegliare Noah che lentamente aprì gli occhi. Fece molta fatica ad alzarsi così preferì restare seduto, la testa gli doleva molto, si toccò il capo scoprendo che aveva le dita ricoperte di sangue. Cercò di restare calmo e di non entrare in panico, con il poco che riusciva a focalizzare si rese conto di essere sul pavimento, senza vestiti con le mani legate. Era in una stanza di quella che sembrava essere una camera d'hotel.
"Oh bene ti sei svegliato" Noah provò ad alzare il volto cercando di riconoscere l'uomo ma ci riuscì, era tutto così sfuocato.
"Alzati" gli intimò l'uomo, Noah lentamente si alzò, cercando di reggersi al muro, ma un forte capogiro gli fece perdere l'equilibrio così quello lo afferrò per un braccio trascinandolo in un altra sala questa volta più ampia.
"Il piccolo Noah". Il più piccolo rabbrividì a quella voce, sapeva a chi appartenesse, l'aveva sentito parlare poche ore prima. Jones .
"Puoi andare" intimò il vecchio al suo uomo.
"Vieni qui Noah accomodati" disse quello sedendosi sul divano. Versandosi da bere, il più piccolo intimorito si sedette accanto all'uomo.
"Non parli?" Disse quello toccandogli la coscia. "ho sempre avuto un debole per i ragazzi come te, siete così piccoli....e indifesi..."
"Lasc...mi." Provò a pronunciare Noah disgustato dal tocco dell'uomo che era arrivato fino al suo interno coscia. Le mani dell'uomo vagavano sul suo corpo ormai debole. Non voleva più essere toccato da quell'uomo, aveva paura che nessuno venisse a salvarlo, era stanco e debole ma era intenzionato a non arrendersi così con uno scatto allontanò l'uomo da se colpendolo con un pugno. Cercò di arrivare alla porta che era chiaramente chiusa a chiave.
"Piccolo figlio di puttana" lo strattonò per i capelli "ora ti faccio vedere io chi comanda" buttandolo sul divano.
"No....nonono" provò a divincolarsi.
"Sta zitto ci divertiremo" disse calandogli le mutande. Il volto di Noah era ricoperto di lacrime.
"Shane" sussurrò un ultima volta.

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SAVAGE
RomanceDue facce della stessa medaglia. Apparentemente diversi. Noah Woods pian piano riuscirà a stravolgere la vita di Shane Anderson l'affascinante proprietario del Lagoon _boyxboy