Cap 24

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Noah non aveva la più pallida idea di cosa stesse succedendo. Possibile che Shane fosse il fratello maggiore di Jason. Il ragazzo di fianco a lui guardava il fratello con aria di sfida. Mentre Shane si era alzato parandosi di fronte a lui.
"Fratellastro. Non siamo fratelli" disse Jason stringendo i pugni.
"Come credi. Adesso puoi anche andare"  disse il moro
"Non credo, sto accompagnando Noah a casa"
"Beh ci è arrivato, te ne puoi anche andare"
"Noah andiamo" fece Jason affermando il più piccolo per un braccio.
"Cos.."
"Lui non va da nessuna parte con te. Non toccarlo" la voce di Shane fece rabbrividire Noah non poco. Il suo sguardo era lo stesso di quel giorno in cui l'aveva attaccato. Temette che la situazione potesse precipitare da un momento all'altro e non voleva ritrovarsi in una rissa fra fratelli. Si staccò dalla presa di Jason e si avvicinò al più grande, posandogli una mano sul petto per calmarlo.
"Shane basta, non diamo spettacolo"
"Deve andarsene"
"Shane..." Noah capì la situazione è si girò verso Jason che li guardava.
"Jason grazie per il passaggio, puoi andare. Ci vediamo domani a scuola"
"Noah..."
"Davvero Janson, starò bene" sorrise.
Quando Jason se ne andò tirò un respiro di sollievo. Alzò lo sguardo su Shane che si era scansato al suo tocco ed aveva acceso una sigaretta, avviandosi verso la sua macchina.
"Che stai facendo?" Ma Shane non parlò.
"Shane" urlò quasi il suo nome " non puoi andartene ogni volta e lasciarmi così. Voglio una spiegazione". Il moro continuava con il suo silenzio, sin quando non entrò in macchina. Noah ancora più arrabbiato aprì la portiera della macchina e si sedette al posto del passeggero.
"Noah cazzo voglio stare da solo" disse stringendo il volante.
"Non ti lascio guidare in queste condizioni"
"Noah te lo ripeto, vai a casa"
"Sennò cosa fai, mi metterai le mani addosso"
"Cosa?? No" si girò verso il più piccolo.
"Bene" Noah guardò dritto davanti a lui.
Shane stava correndo un po' troppo per i suoi gusti, temette al peggio quando superò un incrocio senza neanche rispettare il semaforo. Era totalmente fuori controllo. Il cambio di umore di Shane lo destabilizzava completamente. Cosa sperava che da tutto quello nascesse qualcosa di buono? Shane era troppo diverso da lui e questo l'aveva sempre saputo, si ripeteva costantemente che non gli avrebbe mai potuto dare ciò che lui voleva. Ma non riusciva a togliersi dalla testa quegli occhi, quelle labbra quel corpo che l'aveva posseduto. Forse avrebbe dovuto dar retta ad Aidan e guardarsi intorno. Ma Shane era sempre avvolto in quell'aura di mistero che lo portava a farsi milioni di domande.
I suoi pensieri si arrestarono quando il moro fermò la macchina in una parcheggio aperto. Noah si guardò intorno e notò che vi era un piccolo mini market aperto e delle macchine parcheggiate. Shane scese dall'auto e Noah lo seguì a ruota. Faceva freddo e lui aveva addosso soltanto una maglia leggera. Shane si sfilò la giacca di pelle e gliela mise sulle spalle.
"Grazie..." sussurrò. Shane aveva acceso un altra sigaretta, sembrava più rilassato e calmo adesso.
"Non c'era bisogno che tu venissi" questo fece rattristare Noah perché lui si era preoccupato per il moro.
"Stavi correndo come un pazzo"
"Non avevo intenzione di morire"
"Dovresti lavorare sulla tua calma, per poco non davi addosso a Jason"
"Cosa c'è adesso ti fai scopare anche da lui" disse
"Vaffanculo Shane, se pensi di mettermi a paragone con le puttane che ti scopi, di me non hai capito niente". Disse urlando.
Doveva andarsene stavano ancora una volta discutendo e finiva sempre che Shane gli sputava addosso le peggio cose. Gli gettò il giubbino di pelle addosso dirigendosi verso l'uscita del parcheggio a passo veloce.
"Noah torna qui" gli disse Shane fermo ancora vicino alla macchina.
Il viso di Noah era ricoperto di lacrime, ma fece finta di non ascoltare il moro e proseguì. Odiava vedersi in quello stato, odiava sentirsi così fragile.
"Noah. Torna in macchina cazzo" questa volta Noah fu costretto a fermasi. Shane aveva battuto così forte la mano sul cofano della macchina che lo fece sussultare. Si asciugò il viso con la manica della macchina e ritornò indietro, entrando dritto in macchina.

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