Il ritmo delle mie giornate era sempre lo stesso.
Non che questo mi dispiacesse, sia chiaro.
Ma da qualche giorno a questa parte non vedevo l'ora di finire il turno e vedere il ragazzo del tramonto.
L'ho iniziato a chiamare così, visto che non ho ancora scoperto quale sia il suo vero nome.
Ho provato anche a chiedere informazioni a Lorenzo, ma non ne sa niente. Non l'ha mai visto e non sa neanche se alloggia al villaggio.
Ha detto che se avesse saputo qualcosa mi avrebbe fatto sapere, ma non ha più riaperto l'argomento e io nemmeno.
Non volevo dare l'impressione di pendere dalle labbra di questo ragazzo.
O forse lo facevo già?Finalmente il mio turno è finito e posso sdraiarmi per prendere un po' di sole.
Le cuffie nelle orecchie.
La pace dei sensi.
Fino a che non sento scuotermi.
Apro gli occhi.
È Lorenzo.
"Lore ma ti sei impazzito? Mi hai fatto prendere un colpo, stavo sentendo la musica e non ti ho sentito arrivare."
Non risponde. Si limita a sorridere. Troppo per i miei gusti.
"Non dirmi che sei ubriaco già da ora. Ma che ti prende?"-Ho scoperto delle cose per te-
Mi alzo dal lettino:
"E cosa aspetti a dirmele?"-Come siamo impazienti. Non sei un po' troppo vecchio per prenderti ancora le cotte, eheh?-, ride.
"Dai scemo smettila e parla"
-Va bene va bene. Comunque ho scoperto che è un cliente del villaggio, perchè mentre tornavo in stanza, l'ho visto rientrare. Camera 13 se ti può interessare.-
Gli do una gomitata.
-Ah, è qui da solo a quanto pare e viene da Roma. Oltre questo non so dirti altro-
Mi farò bastare queste informazioni e il ricordo della sua voce.
Benissimo Claudio sei tornato ad essere un dodicenne.
"Grazie Lore, meno male che ci sei tu!"
-Per gli amici questo ed altro-
Ci abbracciamo e poi mi lascia godere la mia pausa.
Come sempre, puntuale come un orologio svizzero, al tramonto Lui è qui.
La sua macchinetta appesa al collo.
Jeans che gli fasciano le gambe.
Camicia rosa a maniche corte.È bellissimo.
Dalle azioni che compie capisco che sia abbastanza abitudinario, perchè passeggia lungo la spiaggia avanti e indietro per un paio di volte e quando il sole inizia a colorare il cielo e il mare di arancione, comincia a scattare le foto.
Non ne scatta tante, ma capisco che ognuna è pensata con una certa precisione ed è con precisione ogni singolo dettaglio.
Sa come muoversi.Chissà se è un fotografo o è semplicemente appassionato di fotografia.
La spiaggia è deserta a quest'ora.
Come tutti i giorni d'altronde.
Vorrei tanto avvicinarmi, ma non mi va di disturbarlo mentre scatta.
Aspetto il momento giusto.
Aspetto il momento in cui si siederà sulla sabbia asciutta a guardare l'orizzonte.
So che lo farà.
E infatti dopo qualche secondo è seduto per terra.
Mi avvicino lentamente.'Se rimani lì in piedi ti perdi tutto lo spettacolo. Siediti'
Faccio come mi dice.
Non capisco a cosa si riferisce però e lui, come leggendomi nel pensiero, continua, indicandomi un punto davanti a sè:
'Se guardi con attenzione potrai godere di come il sole piano piano sembra scomparire dentro l'acqua e di come il colore del cielo si vada lentamente a modificare, dipingendo il cielo di varie gradazioni di arancione. Lo spettacolo del mare fa sempre una certa impressione non trovi?'Si volta verso di me e siamo occhi dentro occhi questa volta.
Sto per rispondere, quando lui, improvvisamente, si alza e si allontana da me.
Ma io mi sento come paralizzato.
Da lui, dalla sua voce calda, da quello che mi ha detto.
Non riesco a muovere nemmeno un passo.
Mi alzo, quando ormai lui è troppo lontano e urlo:
"Almeno posso sapere come ti chiami?"Si gira appena sente pronunciare quella domanda e mi rivolge un sorriso.
'Mi chiamo Mario', urla.A domani Mario.
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Al tramonto noi
FanfictionEstate. Claudio per le vacanze estive ha pensato di trovarsi un lavoro presso un bar delle Maldive, così da potersi godere, nei momenti liberi, la cosa che più ama: il mare. E poi un ragazzo, dai tratti scuri, che Claudio vede ogni sera passeggiar...