Capitolo 30

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Punto di vista di Mario.

I giorni successivi sono stati un mix di cose: belli, perché con Claudio non possono che essere così; difficili, perché leggevo nel suo sguardo malinconia: della sua città, della sua famiglia, dei suoi amici, della sua quotidianità; forti, perché insieme siamo una forza e dove non arriva uno arriva l'altro; di amore, perché è questo che provo verso il mio uomo. La cosa che più conta è la sua felicità, non mi interessa di nient'altro. So che Claudio non esterna molto la mancanza di Verona perché non vuole farmi dispiacere. Lui ha paura che io fraintenda tutto, pensando che non si trova bene a vivere con me o che non mi ami abbastanza. Ma come potrei pensare una cosa del genere quando con i fatti mi fa percepire tutto l'amore che ha dentro? È vero, Claudio con le parole non è bravo, ma ha fatto uno sforzo enorme per farmi capire quello che prova e lo ha fatto solo ed esclusivamente per me. Il suo amore mi investe completamente. Ogni piccola cosa, anche se lui crede che io non la noti, è un gesto d'amore. A partire dal caffè che mi fa trovare pronto tutte le mattine, alle mille foto nostre che lascia sparse dentro casa, al film che mi fa decidere di guardare la sera prima di andare a dormire...Tutto quello che è passa nelle mani di Claudio si trasforma in amore. E io sono così fiero di lui, di noi, che non posso non pensare alla sua felicità.

È con questi pensieri che mi dirigo in ospedale, per parlare col primario, mio carissimo amico.
-Ciao Marietto, come stai?-

'Ciao Aldo! Tutto bene ti ringrazio tu?'

-Tutto bene! Prego prego accomodati. Sono sorpreso di vederti qui, ma sono a tua completa disposizione lo sai. Dimmi tutto-

Mi siedo e prendo un bel respiro.

'Ascolta Aldo, siamo amici, so che con te posso parlare liberamente'

-Ma si certo, dimmi pure-

'Io volevo chiedere un trasferimento, se possibile...'

-Un trasferimento? Mario ma cosa stai dicendo? Sei il migliore qua dentro, perché vuoi andare via? È successo qualcosa di grave?-

'Nono niente di tutto questo, assolutamente. Aldo io mi sono sempre trovato bene qui e tu lo sai. Io amo Roma, amo questo lavoro, amo questo ospedale. Per me, voi tutti siete come una seconda famiglia. Ma...'

-Ma?-

'...ma la persona che io amo ha bisogno di me, nella sua città. Io non ho niente che mi lega a Roma così tanto da non poter rinunciare. Lui si. E nonostante avesse tante cose da perdere, le ha lasciate per seguire me. Ma io non voglio vedere passare neanche per un secondo la tristezza nei suoi occhi. Quindi, per favore, aiutami a cercare un ospedale a Verona che è disposto a prendermi. Te lo sto chiedendo col cuore in mano Aldo, per favore'

-Lo ami tanto Mario vero?-

Alzo la testa, che fino ad ora avevo tenuto bassa per la "vergogna" che avevo provato nel pronunciare quelle parole ad un mio superiore. Ora però Aldo deve capire che sono sincero. Per questo punto i miei occhi nei suoi:
'Si Aldo. Morirei per lui, se ce ne fosse bisogno'

-Va bene. Anche se questo vuol dire perdere uno dei migliori dottori del mio ospedale, ti aiuterò. Più tardi chiamo un mio collega che lavora a Verona, che conosco da anni e vediamo se può esserci di aiuto. Non appena so qualcosa, ti chiamo e ti faccio sapere-

'Grazie davvero'

Mi alzo e lo abbraccio. Perché gli amici servono a questo no? A rendere tutto meno difficile, quando in realtà non lo è affatto.

***

'A che ora stacchi Clà?'

"Alle 19:30"

'Ti aspetto. Sono qui fuori'

Sono venuto a prenderlo. Da un po' di tempo a questa parte sento il bisogno di passare ogni momento libero con lui. So che stiamo appiccicati 24 ore su 24, ma io di Claudio non mi stanco mai. Come potrei? Ormai mi ha completamente fottuto il cervello. Sono completamente andato.
Lo vedo uscire e sfoggiare il suo sorriso migliore. Claudio sorride sempre, in ogni momento della giornata perché lui è così: ogni volta che si trova davanti a qualche difficoltà, a qualche problema o a qualche cosa che teme, la afferra, la fa sua e la ribalta. E puf, magia! La situazione è diventata positiva. Claudio è un uragano di positività e chiunque sia affianco a lui non può non esserne investito. Ma a me, riserva sempre un sorriso diverso dagli altri.
Lui lo definisce "il Mario sorriso".
Mi scappa un sorriso solo a pensare a queste parole.

'Ehi',
mi bacia a stampo.

"Ciao amore" e mi sorride, come solo lui sa fare.

"Andiam via?"

'Andiamo a casa insieme?'

"Si".







***

Visto che vi ho lasciato con un capitolo in cui, fondamentalmente, non succede niente di particolare, ho deciso di postare prima per farvi capire le intenzioni di Mario. Spero che vi piaccia.
Grazie sempre per i commenti che lasciate ogni volta. Stay tuned, ci siamo quasi!

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