Capitolo 28

917 119 6
                                    

Punto di vista di Mario.

29 Settembre

Per riuscire ad organizzare tutto mi ci è voluto qualche giorno e tanta fatica. Non è stato facile fare questa cosa alle spalle di Claudio. La paura maggiore era quella che lui potesse scoprire tutto, tramite una chiamata o un messaggio, perchè si, purtroppo per organizzarmi, non potevo recarmi tutti i giorni sul posto avendo dei turni all'ospedale da rispettare, quindi chiamate e messaggi erano gli unici modi per avere la certezza che fosse tutto pronto. E, per fortuna, questa sorpresa sembra essere riuscita. Claudio non sospetta di niente, anzi pensa addirittura che io mi sia dimenticato del suo compleanno e lui, orgoglioso come è, non ha fatto nessun riferimento a questo, ha fatto finta che oggi sia un giorno come un altro ed io ho fatto altrettanto. So quanto ci è rimasto male e quanto stia fingendo il contrario, ma mi consolo pensando che tutto questo dispiacere sarà questa sera sostituito dalla felicità.

-
"Perché ti stai vestendo Mario?", mi chiede quando entra in camera.

'Devo andare da una parte e tu mi accompagnerai, quindi vatti a fare una doccia se ne hai bisogno e poi vestiti'

"Dove devi andare? E perché devo venire con te?"

'Ma devi fare sempre tante domande? Fai come ti dico, in macchina poi ti spiego'

Si certo come no.
Non ti spiego proprio niente Claudio, altrimenti che sorpresa è?

"Vado bene così?"

Lo sto aspettando sul divano in sala. Quando sento la sua voce mi giro di scatto e...sapevo che era bello, ma non pensavo potesse esserlo ogni giorno sempre di più. Mi avvicino a lui, poso le mie mani sui suoi fianchi e gli infilo la lingua dentro la bocca, così, senza calma, perchè adesso non ce l'ho nemmeno io. Claudio è davvero troppo e non riesco a controllarmi quando ce l'ho vicino.
Ci stacchiamo quando dobbiamo tornare a respirare e:
'Tu che dici?'

"Beh dalla reazione che hai avuto direi proprio di si"

Sorrido ancora sulle sue labbra.

'Dai andiamo, altrimenti faremo tardi'

"Ma mi dici dove dobbiamo andare?"

'No Claudio, non te lo posso dire. Puoi per una volta non fare domande e fidarti di me per favore?'

"Okay"

Tutto il viaggio lo abbiamo passato in silenzio. Quaranta minuti di totale silenzio; l'unico suono percepibile erano i nostri respiri. Non è stato facile, perché questo non è il mio Claudio. Lui è sempre solare, positivo, allegro e oggi no. E mi si spezza il cuore a vederlo così perché so che è triste per causa mia. Ma manca poco e tutto sarà finito. Posso farcela.
Parcheggio la macchina.

"Vieni, dobbiamo continuare a piedi"

'Come si chiama questo posto?'

"Si chiama Fregene. Ci sei mai stato?"

Fa cenno di no con la testa.

'Sono sicuro che ti piacerà. Puoi darmi la mano per favore? Ne ho bisogno'

E lui capisce quanto io sia serio in quel momento. Tanto che afferra la mia mano, intreccia le nostre dite e la stringe. Come a volermi dare coraggio.
Camminiamo e dopo pochi metri arriviamo alla nostra destinazione: il Singita. Uno dei posti più amati dell'intera Fregene, in estate affollatissimo, soprattutto di ragazzi adolescenti, ma anche gli adulti non mancano.
Caccio dalla mia tasca una benda.

'Ora ti devo bendare'

Deja vù.
Gliela poggio sopra gli occhi. Gli afferro la mano, gli tolgo le scarpe.

'Hai capito dove siamo?'

"Al mare, giusto?"

'Giusto'

Pochi metri e lo sbendo.
La sua espressione di stupore davanti tutto questo non potrò mai dimenticarla. Neanche in un'altra vita.

Al centro due palloncini enormi con il numero trenta

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.


Al centro due palloncini enormi con il numero trenta. Ancora, delle rose rosse chiuse all'interno di una campana di vetro.

Era il suo giorno e quello che avevo fatto era tutto voluto per lui.

'Davvero credevi che mi sarei potuto dimenticare del tuo compleanno Claudio?'

"Io credevo..si insomma tu oggi non mi hai..."

'Hai ragione, non ti ho fatto gli auguri, ho fatto finta di niente, ma solo perché volevo sorprenderti'

"E ci sei riuscito", dice in un sussurro mentre continua a guardare lo spettacolo che lo circonda.

'Volevo comprarti un regalo, un regalo che potesse essere bello come te, ma non avevo nessun'idea. Poi ho pensato che noi non abbiamo bisogno di regali materiali...allora ho cercato qualcosa che ti potesse ricordare del nostro primo incontro, della nostra prima volta insieme. E questo luogo mi è sembrato il più adatto, quello che si avvicina un po' di più al concetto di "noi".'

Claudio non parla, si limita semplicemente ad avvicinarmi a lui e comincia a baciarmi. Non ne vuole sapere di staccarsi e io non faccio niente per permetterglielo. Io e lui insieme siamo passione, siamo adrenalina: siamo semplicemente noi.

Siamo vivi finalmente.

Cenare con lui sulla spiaggia, seduti su questi teli bianchi, con lo spettacolo del tramonto di fronte e le mille emozioni. Forse non sarà un vero e proprio regalo, ma che ci sia il mio cuore in tutto questo non si può negare. E come se lui mi avesse letto nel pensiero:

"Nessuno aveva mai organizzato per me una cosa del genere. Grazie amore mio. E ricordati che sei tu il regalo mio più grande".

Bacio sulla fronte.

***
Questo lo dedico a powerofdream____ che mi ha dato l'ispirazione per una parte fondamentale del capitolo. Tu sai. 💜

Al tramonto noiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora