Capitolo 29

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Tornati a casa abbiamo continuato a festeggiare il mio compleanno.
Tra le lenzuola di casa, amandoci. Come facciamo ormai da qualche mese, perché anche se non ce lo diciamo quasi mai, anche se non lo ricordiamo l'uno all'altro, io e Mario ci amiamo da pazzi.
Non mi pento assolutamente di averlo seguito a Roma, forse questa è stata la scelta più giusta che io abbia preso in tutta la mia vita. Ma mentirei a me stesso se non dicessi che ho sentito la mancanza della mia famiglia. Il giorno del mio compleanno l'ho sempre passato con loro, che, fino ad ora, erano l'unica cosa bella che avevo (oltre i miei amici ovviamente!). Ora le cose belle sono diventate due. Non voglio che Mario, però, mi veda così, perché grazie a lui ho passato un compleanno meraviglioso..per questo cerco di nascondere i miei pensieri, ma, come ogni volta, lui mi ha iniziato a conoscere meglio di come mi conosco io.

'A che pensi amò?'

"A niente amore"

'Clà, non mentirmi. Sai che con me puoi parlare di tutto'

"Pensavo solo alla mia famiglia. Di solito il compleanno lo passavo sempre con loro, ma non volevo dirti niente perché non volevo pensassi che non sono stato bene con te. Anzi, il contrario. È stato uno dei compleanni più emozionanti della mia vita"

'Non avrei mai pensato una cosa del genere'

'Ti manca Verona?'

"Solo ogni tanto"

'Perché non sali per qualche giorno? Ti farà bene'

"Non voglio prendere già le ferie. Ho iniziato a lavorare da poco e voglio portare avanti questa cosa seriamente, voglio guadagnarmi il posto che mi hanno dato"

'Ma lo hai già guadagnato Claudio, altrimenti non ti avrebbero neanche assunto'

"Non voglio lasciarti Mario"

'Sarebbe solo per qualche giorno, possiamo resistere credo'

"Ora voglio solo viverti. Siamo stati lontani per un mese e ti voglio tutto per me. Quando salirò sarà perché verrai anche tu con me, magari potremmo passare le vacanze di Natale a Verona"

Mi bacia a stampo.

'Qualsiasi cosa ti renda felice'

"Tu mi rendi felice"

Il cuore di ghiaccio si stava piano piano sciogliendo. E tutto era merito di Mario, che lo aveva conquistato e se ne stava prendendo cura, giorno dopo giorno. Finalmente era tornato a battere.

'Ti amo, lo sai?'

"Anche io", gli dico prendendogli ad accarezzare la guancia. "Mi dispiace non dirtelo spesso, ma sai che ho difficoltà nell'esprimere i miei sentimenti. Ma non dubitarne mai Mario"

'Neanche tu, per nessun motivo al mondo'

Ci sorridiamo.

'Ora dormi, che sono quasi le due e sarai sicuramente stanco'

"Non sono mai stanco di te"

'Sei sicuro di star bene Clà? Non è che hai la febbre?'

"Ma guarda che stronzo! Per una volta che riesco a dirti le cose dolci ti lamenti pure!"

'Sei permaloso, lo sai questo vero?'

"Ma non è vero"

'Invece si. Hai messo in due secondi il broncio, quando io stavo palesemente scherzando. Solo che mi fa un certo effetto quando mi dici queste cose'

"Perchè?"

'Mi emozioni'

Inizio a lasciargli baci su tutto il viso. Poi sul collo e inizia a ridere. Quello è il punto dove soffre di più il solletico. Ormai lo so, ma adoro sentire il suono della sua risata, quindi spesso glielo bacio apposta. E lui, puntualmente, ride. Ma mi lascia fare.

"Sei il mio sbirulino"

'Non provare a chiamarmi in quel modo. Ti uccido Claudio'

"Ma come no? A me piace tantissimo e da adesso sarai sempre il mio sbirulino"

'Oddio qualcuno mi aiuti!'

"Cosa hai detto? Eh? Cosa hai detto? Ripeti se hai il coraggio", gli dico iniziando a fargli il solletico.
Mario si dimena sotto di me. Quando non ce la fa più smetto di torturarlo. Gli bacio la bocca. Lentamente.

'E questo è dovuto a...?'

"Niente. Era il mio bacio della buonanotte"

'Potresti ridarmela?'

"No"

'Come no?'

Sorrido e lo ribacio.
La sua bocca è come droga per me.

Mario, ormai, mi è entrato nell'anima.

Buonanotte.

Al tramonto noiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora