Capitolo 12

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In amore vince chi ama.

Quel pomeriggio Mario era più strano del solito.
Era venuto sulla spiaggia per stare un po' insieme durante il mio turno e per prendere il sole, ma era stato tutto il tempo a parlare con Lorenzo.

Da quando gli stava simpatico Lorenzo?Che fino a qualche settimana fa era là a farmi scenate sul rapporto che avevamo?

Poi quando gli avevo chiesto cosa avevano da dirsi tento lui e Lorenzo, lui mi aveva liquidato con un semplice: 'Ma niente Clà, facevamo solo due chiacchiere'.
Mi ero innervosito molto.
Lui sa che odio quando qualcuno mi mente e lui lo stava facendo, perchè Mario non sa fingere, è trasparente come l'acqua di questo mare.
Me ne sono tornato in camera, più nero del solito.
Me ne sono andato senza neanche salutarlo.
Ammetto di essermene pentito, perché mi hanno sempre insegnato che quando c'è qualcosa che non va bisogna parlarne e affrontarla. 
Io invece, come un coglione, sono scappato.
Ma Mario non mi ha fermato. E questo mi ha fatto male.

Mentre sto per entrare in doccia, bussano alla porta.
"Lore che palle che sei! Becchi sempre i momenti meno opportuni!"
Ma non è Lorenzo.
È Mario.
Ed io sono tutto nudo, con solo un costume addosso, pronto per andare in doccia.

"Come hai fatto a sapere il numero della mia stanza?"

'Me lo sono fatto dire da Lorenzo'

"Beh come vedi io stavo per entrare in doccia. Ma se vuoi qualche porta più in là c'è Lorenzo, almeno puoi farci due chiacchiere" e faccio per chiudergli la porta in faccia.
Ma Mario è più veloce e la riapre velocemente, mi blocca i polsi e si avvicina al mio viso:
'Smettila Claudio. Stasera devi venire con me in un posto. Fatti la doccia e vestiti, io ti aspetto qui fuori'

"E se non volessi venire?"

'Rimarrò fino a che non cambierai idea', mi dice guardandomi negli occhi e chiudendo la porta dietro le sue spalle.

Faccio come mi dice.
Non so come si faccia a dirgli 'no'.
Di certo io non ne sono capace.
Apro la porta e lui è lì, che cammina su e giù, come se fosse agitato.

Ma di cosa dovrebbe esserlo?

'Sei...bellissimo Clà'

Si. Ammetto di aver esagerato leggermente questa sera.
Jeans scuri attillati strappati sulle ginocchia, camicia celeste, scarpe bianche e occhiali da vista.

"Grazie", gli dico abbassando il viso, dopo aver sentito le guance tingersi di rosso.

Mi tende la mano.
Vuole che l'afferri.
Ma io non lo faccio.

'Ti prego Clà, fidati di me'

La prendo.
Arriviamo sulla spiaggia e Mario si blocca.

"Perché ci siamo fermati?"

'Perché devo bendarti'

"Ma stai scherzando spero"

'No assolutamente'

Mi benda.

'Vedi qualcosa?'

"Secondo te Mario?! Ovvio che no'

Al tramonto noiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora