Capitolo 32

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Qualche mese dopo

Il trasloco non è stato per niente facile. Ci è voluta più di una settimana e più di un viaggio per arrivare fino a Roma. Mario non ha voluto farsi aiutare da nessuno, voleva fare gli scatoloni personalmente così da portare solo le cose che gli stavano più a cuore e lasciare tutto il resto dentro per chi verrà ad occupare la casa. Quella era stata un regalo del padre, era sua e poteva farci quello che più desiderava: insieme avevamo pensato di affittarla, ma poi ho riflettuto bene e ho capito che era meglio di no.
"Questa è roba tua Mario. Non permettere a qualcun altro di entrarci e magari non uscirne più. Non stiamo dicendo addio a Roma. Torneremo"

'Hai ragione. Lasciamo tutto così come è'

E dopo questo partimmo per Verona. Mario era felice, i suoi occhi non sanno mentire. Il primario era riuscito, non senza sforzi, a trovargli posto in un'ospedale della città; per me era stato più semplice, non avendo ancora un posto fisso o un mio studio, mandare curriculum: qualcuno mi avrebbe preso anche lì. La mia casa non era grandissima, ma per noi due era l'ideale. Tutta bianca, un divano grande con la televisione, la cucina con tavolo e sedie rigorosamente bianche, la camera con il letto matrimoniale a strisce nere e bianche e il bagno. Mario l'adorava. Appena ha varcato la porta di casa ne è rimasto abbagliato.
'Mi è sempre piaciuta la casa bianca. Mette molto allegria'

"Ora è tutta tua"

'Tua vorrai dire Clà'

"Nostra, Mario"

Mi sorride e si avvicina chiedendomi se sono finalmente felice e io rispondo senza esitazione di si.

"Amore volevo chiederti una cosa"

'Tutto quello che vuoi', bacio.

"Dopo esserci sistemati, ripresi da questi viaggi sfiancanti e riniziato a lavorare, ti andrebbe di accompagnarmi dai miei genitori?"

Non rispose subito. Ma non lasciò mai la presa sul mio corpo.

'Vuoi presentarmi alla tua famiglia?'

"Mhmh"

Bacio.

"La prendo come un si?"

'Beh oddio penso che mi ammazzeranno visto che ho allontanato il loro fantastico figlio da Verona, quindi non sono proprio felice di morire a questa giovane età, ma si, sarei molto lusingato di conoscere i tuoi genitori. Saranno delle persone fantastiche, come te d'altronde'

Divento tutto rosso. Non mi abituerò mai ai suoi complimenti. È più forte di me, credetemi.

'Ma ancora arrossisci?'

"Eh già"

'Sei bellissimo'

"Lo fai a posta? Smettila"

'Ti ho solo detto che sei bellissimo. Non posso dire al mio fidanzato che è bellissimo?'

Stronzo provocatore. Me lo fa per dispetto, per vedermi in quelle condizioni precise. Ma poi punto il mio sguardo nel suo.

"Sei bellissimo anche tu. Sei talmente bello, che a volte mi chiedo se sei davvero reale o sei solo frutto della mia fantasia. Magari sto sognando"

Al tramonto noiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora