Capitolo 19

12 2 0
                                    

Dopo questa scena rimango così male che esco di casa rintanandomi nel mio nascondiglio segreto fin da quando ero bambina. E' in un piccolo bosco, pieno di alberi, che però adesso sono tutti spogli e innevati. Mi siedo su un tronco e poggio i gomiti sul ginocchio e il mento sulle mani. Alcune lacrime escono dai miei occhi, ma le asciugo subito visto che non ho voglia di piangere anche la Vigilia di Natale. Così chiudo gli occhi e cerco di rilassarmi. Le mie ansie, le mie preoccupazioni sembrano sparire. Sorrido leggermente mentre penso a me e Chris in questo posto. Sarebbe davvero bellissimo. Peccato che lui non è qui. Non lo vedo da ieri sera e già mi manca. All'improvviso sento qualcosa muoversi dietro un piccolo cespuglio. Spalanco immediatamente gli occhi e mi alzo dal tronco su cui ero seduta. Mi volto verso il luogo da cui proveniva il rumore e da quest'ultimo spunta una volpe. Una volpe dal pelo rosso come il fuoco, con una coda lunga e foltissima. Non appena mi nota, rimane paralizzata. Non si muove, sembra imbalsamata. Allungo una mano e mi avvicino lentamente. <<Jasmijn>> esclama qualcuno e subito la volpe scappa via. <<no>> esclamo io dispiaciuta e irritata. Mi giro e trovo nonno Gavin. <<nonno, cosa ci fai qui?>> chiedo io. <<bhè, ti ho visto scappare via in lacrime. Ero preoccupato. E' successo qualcosa? Ti va di parlarne?>> domanda con voce calma e ferma. Mi risiedo sul tronco e lui fa lo stesso. Sospiro e comincio a raccontare tutto. <<ho sentito litigare mamma e papà al telefono con i loro dipendenti. Questo mi ha fatto imbestialire, non tanto il fatto di litigare anche perché ci sono abituata, ma il fatto di pensare al lavoro anche in vacanza non so....mi ha mandato davvero su tutte le furie e così me ne sono andata. Non capisco perché facciano così. Insomma, siamo i loro figli, dovrebbero amarci e rispettarci come il resto dei genitori del mondo fa con i propri figli. E perché loro no? Sono arrivata al punto di pensare che il problema non sono loro bensì noi>>. Mio nonno mi guarda e sorride leggermente. <<vedi Jasmijn, i tuoi genitori non è che non ti vogliano bene, è solo che non riescono a dimostrartelo. E' vero, hanno sempre messo il lavoro al primo posto, però questo non deve far di voi una colpa>> risponde mio nonno abbracciandomi. Sarà, però questa volta voglio crederci. E' Natale! Si è tutti più buoni, no?. <<dai, adesso torniamo a casa>> esclama nonno alzandosi. Mi alzo anche io e insieme ritorniamo alla villa. Non appena apriamo la porta, corro su nella mia camera e mi ci chiudo dentro. Prendo il telefono dalla tasca del mio giubbotto e dopo essermi sdraiata comodamente sul letto, digito il suo numero. Uno squillo, due squilli, tre squilli......quel fastidioso suono mi irrita sempre di più, almeno fino a quando non sento la sua bellissima voce roca e calda riscaldare l'atmosfera facendomi comparire un sorriso spontaneo sulle labbra. <<pronto?>> il suo timbro di voce è all'apparenza assonnato. <<Chris>> esclamo io euforica. <<Jasmijn, come stai? E' successo qualcosa? Tutto a posto? Ti stai divertendo?>> diecimila domande in raffica arrivano all'altro capo del telefono tanto da fare fatica a sentirle. <<si, tutto bene, mi sto rivendendo e devo confessarti che rivedere i miei nonni mi ha fatto rivivere la mia infanzia. E'stata una bellissima sensazione, però....la tua mancanza si sente>> attristisco il tono di voce al solo pensiero di come ci siamo salutati. Lo sento sbuffare dall'altra parte del telefono. <<hai ragione, è stata tutta colpa mia. Non dovevo farmi scoprire da tua madre, sono stato un idiota. A proposito, mica tua madre se l'è presa con te?>> mi domanda lui e sento un filo di preoccupazione nel tono della sua voce. <<no no, tranquillo, non è successo niente>> lo rassicuro io. All'improvviso sento bussare violentemente alla porta e qualcuno che grida qualcosa. <<senti Chris, ti dispiace se ci sentiamo più tardi?>> chiedo io allibita di ciò che sta succedendo. <<si, tranquilla, tutto a posto?>>. <<si si, ciao>>. Così riattacco la telefonata e mi alzo per aprire la porta, trovandomi un Richard totalmente rosso in viso con i pugni stretti e le nocche bianche. <<che cos'è successo? Ti sei avvicinato troppo al fuoco del camino? Attento a non farti uscire il fumo dalle orecchie>> esclamo io ironica con una risata a dir poco sarcastica in sottofondo. Diventa ancora più rosso tanto da farmi preoccupare. <<che cos'è successo Rich>> continuo io ma questa volta seria. Lui non mi risponde. Continua a guardarmi con gli occhi sbarrati mentre avanza nella stanza. <<Rich, adesso mi stai facendo preoccupare. Mi dici una volta e per tutte cosa diamine ti è successo?>> urlo stancata. <<ti sei fidanzata con Chris. Ti sei fidanzata con Chris>> continua a ripetere lui con la mascella serrata. Spalanco gli occhi e mi domando come abbia fatto a capirlo. <<ma cosa dici?>> sbotto io con voce nervosa. <<vi ho sentiti parlare al telefono. Non parli mai con questa voce dolce e comprensiva. Jasmijn, capisco che tu sei innamorata e pazza di lui, però sta attenta. Chris è una persona imprevedibile, inaffidabile. Una persona particolare, che non sai se sta dicendo la verità oppure ti sta mentendo. Ti dico solo questo Jasmijn perché ci tengo a te: sta attenta>>. E dopo queste parole esce dalla stanza meno irritato di prima. Rimango con la bocca spalancata, senza parole. Mi siedo sul letto ancora allibita dalle parole dette da mio fratello. E adesso? A chi devo chiedere? A Rich oppure a Chris? Perchè innamorarsi è così complicato. Perché mantenere una relazione è così impegnativo. Perché non riesco a capire quando una persona dice la verità oppure una bugia. <<posso?>> chiede mia nonna affacciandosi alla porta. <<si nonna, vieni>>. Mi faccio più dietro in modo tale da far accomodare anche lei di fronte a me. <<allora, cos'è quest'espressione triste che hai sul tuo bel visino il giorno della Vigilia di Natale?>> domanda lei sorridendo e accarezzandomi il mento. <<niente, problemi adolescenziali che hanno tutte le ragazze della mia età>> confesso io. <<problemi adolescenziali......scommetto che centra un ragazzo nei tuoi problemi, giusto?>> chiede lei e non appena pronuncia la parola "ragazzo", subito mi irrigidisco sentendo le lacrime riempire gli occhi. <<ti va di parlarne?>> domanda lei vedendomi giù di morale. <<no nonna. Non mi va. Oggi è la Vigilia di Natale, e non permetto a nessuno di rovinarmela. Capita una volta l'anno ed è l'unico giorno in cui riesco ad essere felice grazie a voi, quindi no. Non voglio ammorbarmi con questi pensieri>> rispondo io sorridendo con fatica. Non è vero. Ho mentito. Ho mentito a mia nonna, ma non posso farla preoccupare con i miei stupidi problemi, così lei mi sorride e mi accarezza la guancia. <<dai, andiamo di sotto che sono arrivati zia Liddy e zio Harold>> esclama lei. Annuisco e insieme scendiamo al pianoterra. Subito mi tuffo nella braccia della mia cara zietta, nonché sorella di mia madre anche se sono l'esatto opposto sia caratterialmente che fisicamente, e poi in quelle di mio zio Harry. <<dove sono Hendrick e Charlie?>> domando loro euforica. <<stanno giocando con Shanoon, li trovi nel salotto>> risponde cordialmente mia zia mentre io mi catapulto nel soggiorno trovando i miei due piccoli cuginetti, che adesso hanno ben due anni. Sono davvero bellissimi. Non li vedo da un po' di tempo e devo dire che sono cambiati dall'ultima volta. Sono due gemellini identici e faccio fatica a distinguerli. Non appena mi vedono, mi corrono incontro abbracciandomi. E' così bello rivederli dopo così tanto tempo. Accarezzo le loro testoline quando sentiamo la voce di nostra nonna chiamarci dalla sala. Così, una mandria di bambini, compresi me e Richard che non fa altro che mandarmi occhiate di conforto, abbandonano il loro habitat per andare alla ricerca di cibo. E così si da apertura alla grande cena della Vigilia di Natale.

Welcome To My LifeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora