Capitolo 10

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Lunedì. Non so perchè i ragazzi consiedrino quest'ultimo come un giorno orribile. Forse perchè è l'inizio di una nuova settimana? Secondo me è meglio. Così più settimane passano più si avvicinano le vacanze natalizie. E infatti manca solamente una settimana all'inzio delle vacanze. Apro l'armadio per prendere la divisa ma l'occhio cade sul mio ultimo vestito che ho usato per ballare durante l'ultimo saggio. Mi sentivo davvero speciale con questo addosso. Per la prima volta ero la vera Jasmijn, non la Jasmijn di Monique. Quello fu il balletto in cui ballai davvero mozzafiato, tanto da far commuovere la mia insegnante, cosa alquanto rara. Quel giorno sarebbe stato ancora più speciale se ad esserci con me fossero i miei genitori, ma purtroppo non avevano tempo da dedicare alla loro figlia, perchè ovviamente la loro filosofia è "il lavoro viene prima di ogni cosa, anche prima della famiglia". Una filosofia del cavolo, che mi ha rovinato l'infanzia e adesso anche l'adolescenza, facendomi innamorare della persona sbagliata. Non dovrei essere innamorata di Chris, ma questo è ciò che dice il mio cuore, mi guida verso questa direzione ed io non posso fare a meno di seguirlo. Richiudo l'armadio ed indosso la divisa dopodichè scendo le scale ed esco di casa. Corro verso la fermata del bus arrivando giusto in tempo. Salgo e saluto gentilmente l'autista per poi prendere posto accanto ad un'altra ragazza. Sono scappata di casa senza nemmeno salutare la mia famiglia. Mi sento un po' in colpa, però pazienza. L'autobus si ferma e scendo correndo verso l'entrata della scuola ma, non appena vedo Sebastian da solo seduto sul muretto, freno all'istante e vado verso di lui. <<buongiorno>> dico io. Alza lo sguardo e mi saluta con un mezzo sorriso. <<senti.......Sebastian........mi dispiace per l'altra sera>> confesso dispiaciuta. <<no tranquilla, è solo colpa mia. Ho sbagliato a baciarti ma soprattutto ad innamorarmi di me>> esclama lui prima di alzarsi andando verso l'entrata della scuola. Provo a femarlo ma niente. E' come se adesso per lui fossi invisibile.....che bel casino che ho combinato. Sembra che io sia nata proprio per combinare casini. Entro sconsolata a scuola. Mi avvicino alla bacheca dove ogni luedì sono proproste le nuove attività scolastiche e ne vengo attirata da una in particolare. "corso pomeridiano di danza classica avanzato". Sarebbe una cosa davvero bellissima. Non appena finiscono le ore di didattica rimango a scuola fino alle cinque, dopo di che torno a casa, e dico ai miei genitori che sto frequentando un corso di recupero. Mi sento davvero un mostro se dico una bugia ai miei genitori, però la danza è la mia passione. In tutti questi anni sono stata malissimo. Magari ricominciare mi farà star bene. Prendo il foglio d'iscrizione e lo compilo falsificando la firma dei miei genitori e lo consegno in segreteria e, soddisfatta ma allo stesso tempo in colpa, raggiungo la classe di letteratura. Apro la porta e come sempre sono la prima ad entrare sedendomi così all'ultimo banco. La porta dell'aula si apre nuovamente mostrando la figura di Chris. Entra e viene a sedersi accanto a me. Cosa? Perchè si è seduto accanto a me? Oh mio dio. La mia mente parte in quarta con diecimila film mentali al secondo sul perchè tra tanti posti è venuto accanto a me. <<buongiorno>> esclama lui fulminandomi letteralmente con quegli occhi verdi. <<buongiorno>> rispondo io timida. Rimaniamo entrambi in silenzio. E' molto imbarazzante. In questo caso desidero che il prof e gli alunni entrino così da poter comincire a fare la lezione. E, per la prima volta in vita mia, questo desiderio si avvera. La folla studentesca riempie l'aula sedendosi ai banchi permettendo così di far entrare il professore che inizia la lezione ma come sempre non ascolto nemmeno una parola. Guardo semplicemente il professore fingendomi attenta, ma è come se mi sentissi osservata.Mi giro verso Chris che a sua volta abbassa lo sguardo continuando a scrivere sul quaderno. Oh mio dio. Adesso ho anche le alluccinazioni. <<signorina Jansen>>. Sento solo pronunciare il mio nome ma non capisco in che contesto. <<si>> rispondo io. <<sarebbe così gentile da venire all'interrogazione?>> chiede il professore guardandomi con quegli occhiali "a fondo di bottiglia" che rimettono ancora di più in risalto i suoi occhi orribili. All'interrogazione? Non so nemmeno di cosa stia parlando. <<signorina Jansen, allora?>> oppressa il prof. <<d'accordo>> sibilo a bassa voce alzadomi ed andando verso la cattedra. <<bene, insieme a te viene.....Doyle>> esclama il prof. Chris si alza e viene accanto a me. <<benissimo. Iniziamo da Sheakspere. Allora singorina Jansen, sa dirmi chi era e le opere che ha scritto?>> chiede il professore guardandomi e mettendomi inqiuetudine. Mi sento male. Sento tutta la colazione fatta poco prima risalirmi sopra e quando sento che sta per fuoriuscire, scappo dall'aula correndo in bagno tenendomi una mano sulla bocca. Spalanco la porta e mi accascio sul water rigettando anche l'anima. Mi rialzo e mi sciaquo la bocca, per poi riprendere a respirare regolarmente. Esco dal bagno e rientro in aula. <<si sente meglio adesso signorina Jansen?>> chiede il professore. Annuisco mentre Chris mi guarda e mi sorride. Divento tutta rossa anche perchè sento le guance andare a fuoco e, dopo incomincio a dire qualcosina su Sheakspere sufficente per farmi prendere una C. Ritorno a posto e lì rimane solamente Chris. <<allora, signor Doyle, mi parli di Amleto>> dice il professore peccato che Chris rimane in silenzio. Non spiccica una parola. Il professore lo aiuta dandogli qualche indizio ma niente. Rimane muto. <<senta signor Doyle, capisco che lei è nuovo in questa scuola e si sta ancora ambientando, però deve anche studiare. In questa settimana lei non ha aperto libro e questo mi spinge a chiamare i suoi genitori>>. A quelle parole Chris esce dall'aula sbattendo violentemente la porta ed il professore continua normalmente la lezione. Dopo quindici minuti che Chris è fuori, il prof mi chiede gentilmente se posso chiamarlo facendolo rientrare in aula. Annuisco ed esco anche io. Lo vedo accasciato a terra con la schiena contro il muro. Ha l'espressione in viso irritata da farmi quasi paura. <<Chris......>> dico io. Lui alza lo sguardo verso di me dicendo <<che vuoi?>>. Rimango un po' delusa e amareggiata dal modo in cui mi ha risposto. <<il prof ti rivuole in classe>> dico io cercando di trattenere le lacrime. Così lui si alza e rientra in classe seguito da me. Continuiamo la lezione rivolgendoci nemmeno uno sguardo.

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