Epilogo

19 3 0
                                    

Un abbraccio vero, un abbraccio affettuoso, un abbraccio in cui si capisce davvero il bene che ci vogliamo, il legame forte che ci unisce e che non verrà spezzato da questa maledetta distanza. Le lacrime scivolano da sole dai nostri occhi mentre rimaniamo una nelle braccia dell'altra, singhiozzando come due bambine a cui hanno rubato un giocattolo. E' veramente brutto dirsi un addio, soprattutto quando si è veramente uniti, in questo caso, io e Judith siamo cresciute insieme e adesso è come se la corda che ci tiene unite si stesse spezzando piano piano. Un peso sullo stomaco mi opprime facendomi quasi mancare l'aria. <<Jasmijn, è ora di andare altrimenti perdiamo l'aereo>> esclama freddamente mia mamma afferrando tra le sue mani curate il manico in acciaio della valigia grigia. Annuisco e abbraccio per un'ultima volta Judy. Non abbiamo niente da dirci. Ormai quello che dovevamo dirci lo abbiamo fatto tramite intese di sguardi, una specie di messaggi in codice che abbiamo creato io e lei quando avevamo più o meno otto anni. Così, abbandono quell'atmosfera familiare che si era creata in questo bellissimo posto che sto per lasciare per colpa di un maledetto contratto firmato dai miei genitori. Ma è come se un vuoto dentro si stesse allargando sempre di più. Quella persona che mi ha aiutato a crescere, che mi ha aiutato a superare momenti in cui sentivo il mondo intero sulle mie spalle, quella persona che mi ha aiutato a capire che cosa sia veramente l'amore. Le farfalle che svolazzavano nello stomaco non appena si avvicinava, le guancie che si tingevano di rosso non appena mi guardava, i mille brividi che mi percorrevano il corpo non appena mi sfiorava la pelle, quel senso di ansia che cresceva sempre di più in me non appena portava le mani sulle mie guancie e infine, la mente che andava in tilt non appena poggiava le labbra sulle mie. E adesso, sto salendo su questo aereo senza nemmeno averlo salutato per l'ultima volta. Non ce l'ho fatto, mi fa troppo male guardarlo negli occhi e dirgli "addio". Non riuscirei proprio a pronunciarla quella parola. Il forte odore di chiuso, il pavimento in moquet dal tocco soffice e leggero, lo scorrere tra lo stretto corridoio per trovare il tuo posto per poi accomodarti su quel sedile in pelle nera e affacciarti fuori al finestrino per dire "addio" al paese in cui sei nata. E così, una vocina all'interno della tua mente comincia a parlare mettendo in risalto tutte le cose che amo di più di questa città. Un morbido e vellutato tappeto verde che ricopre le pianure e colline delle campagne. I fiorellini, soprattutto tulipani, di tutti i colori che abbelliscono il ritratto perfetto del quadro impresso nella mia mente. Alberi alti e verdeggianti grazie al pigmento delle loro bellissime foglie dalle diverse forme, e infine, il fiume Amstel che attraversa il paesaggio rendendolo ancora più pittoresco. Il posto perfetto in venire per rilassarsi, per prendersi una pausa dalla solita routine quotidiana. Un posto che mette tranquillità e pace. E questo, è quello che vedo per l'ultima volta prima di decollare nel cielo e svolazzare tra le nuvole, soprannominate anche "giganti barattoli di zucchero filato".  

Welcome To My LifeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora