Capitolo 30

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<<me ne vado via, non c'è più niente che si possa fare. E' stato tutto deciso. La nostra relazione finisce qui>> concludo io guardandolo negli occhi. Quegli occhi così verdi e profondi. Occhi che raccontano la sua storia, una storia bella ma allo stesso tempo tormentata. Quegli occhi che mai e poi mai mi sarei dimenticata. Quegli occhi che spero avrebbe ereditato il nostro bambino. Quegli occhi che non avrei mai più rivisto. E nel frattempo sono lì, spalancati e lucidi, pieni di dolore a causa delle mie parole. Così, non facendola più a restare in questa tortura, prendo la mia roba e mi incammino verso la porta, quando mi prende per il braccio e <<la nostra relazione può anche finire, ma l'amore che proviamo l'uno per l'altro no, questo non può finire Jasmijn. Noi ci apparteniamo, siamo fatti l'uno per l'altro, adesso te ne potrai anche andare, ma ricorda che tutto ciò che abbiamo fatto insieme non se ne andrà mai via dal mio cuore>> dice lui con voce strozzata dalle lacrime. Io abbasso il capo perché è solo ciò che riesco a fare. <<e nemmeno tu te ne andrai mai dal mio cuore>> e dopo aver udito queste parole, apro la porta e corro via, senza vederlo nemmeno per l'ultima volta in faccia. Le lacrime scorrono sempre di più lungo i miei occhi, la mia vista e sempre più offuscata a causa di quest'ultime. Non riesco a capire più niente. Tutto mi sembra crollare davanti ai miei occhi. La mia vita non sembra più avere un senso, se non avessi una ragione per vivere che è mio figlio, a questo punto sarei già andata via. Abbasso lo sguardo verso il mio ventre e poggio una mano su quest'ultimo. Sorrido perché è come se sentissi davvero il mio bimbo, anche se è piccolo piccolo ed è fermo lì, però è come se lo sentissi davvero. A riportarmi alla realtà è il suono di un clacson di una macchina. Mi girò verso quest'ultima e delle forti luci accecano la mia vista e poi.......buio assoluto.

E nemmeno tu te ne andrai dal mio cuore. Il rumore di una macchina e i fari di quest'ultima e.... Mi sveglio di soprassalto alzando completamente il busto. Il respiro affannato e la fronte sudata. Ricordo tutto nei minimi dettagli fino all'ultimo momento. Mi trovo in ospedale visto il fastidioso "bip" del macchinario accanto a me e i tanti tubicini attaccati al mio braccio. Però una cosa mi preme più di tutte. Sapere come sta il mio bambino. L'ansia, l'angoscia e la preoccupazione crescono sempre più in me fino a quando <<ah, si è svegliata signorina>> pronuncia qualcuno entrando nella stanza. Presumo che sia un medico visto il camice bianco che indossa. <<mi dica come sta il mio bambino>> dico io frettolosamente. Lo vedo sorridere e questo mi mette ancora più ansia. <<sia lei che il suo bambino state bene. Può stare tranquilla, l'impatto con l'auto per fortuna è stato lieve e non ha causato danni ne a lei ne al feto>> comunica l'uomo brizzolato. Tiro un sospiro di sollievo e mi tranquillizzo. <<signorina, c'è un ragazzo qui fuori che preme di vederla, vuole che chiami anche i suoi familiari?>> mi chiede cordialmente il medico. <<non si preoccupi>> rispondo io. Così lui esce dalla stanza e dopo poco risento bussare. Entra lui. Christian. Subito l'espressione che avevo in viso rilassata pochi minuti fa, si rattrista di nuovo facendomi salire nuovamente le lacrime. Lui si avvicina con gli occhi lucidi e si siede accanto a me sul letto. Ci guardiamo per infiniti secondi, almeno fino a quando lui non si china e lascia un bacio sulla mia pancia. Ed io, non posso far altro che commuovermi. Le lacrime scendono da sole come cascate dai miei occhi, così Chris si avvicina sorridendo e le asciuga per poi baciarmi. Allaccio le mani dietro al suo collo e ci baciamo appassionatamente come non facevamo da tempo. <<perché non me lo hai detto Jasmijn>> dice lui mentre mi accarezza un guancia. <<non lo so, avevo paura di assistere alla tua reazione non appena l'avresti saputo. Non sapevo se volevi questo bambino>> rispondo io. <<ed invece lo voglio, perché ti amo e questo è il frutto del nostro amore, ho avuto paura quando ti ho visto a terra di fronte quella macchina. Ho pensato il peggio, ma vederti qui e sapere che tu e il nostro bambino state bene è davvero una soddisfazione grandissima>> esclama lui felice. Sorrido per le sue parole mentre intreccio le mie mani con le sue. <<ho paura>> confesso io tenendo lo sguardo basso. <<di cosa?>> domanda lui aggrottando le sopracciglia. <<della gravidanza, del fatto di diventare genitore. Questa situazione mi rende felice ma allo stesso tempo mi terrorizza. E se non sarò adatta come mamma? E se nostro figlio non sarà soddisfatto di me?>> domando io in continuazione. <<secondo me sarai la mamma più brava e bella del mondo. E poi non devi avere paura. Ci sono io con te e non ti lascerò mai da sola>> afferma lui facendo scontrare le nostra fronti. <<mai?>> ribatto io sorridendo in prospettiva delle sue labbra. <<mai>> dice convinto Chris prima di baciarci. Se prima ero spaventata dal fatto di dover affrontare una gravidanza da sola a sedici anni, ora non lo sono più. Perché so che il mio complice è la persona che amo di più al mondo.

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