Disagio

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Elizabeth con la collera che cresceva sempre di più ad ogni secondo che passava, si precipitò nell'ascensore, fortunatamente già al piano.
Entrò velocemente mentre il dito, inviperito, martoriava il numero tre.
Non appena le porte d'acciaio si chiusero, iniziò a sfogarsi.
"Brutto pallone gonfiato che non sei altro!", urlò sollevando gli occhi al cielo sbuffando.
"Stronzo, egoista e vanesio", pronunciò specchiandosi allo specchio presente in ascensore.
Il rossore della collera le aveva colorato le guance.
Ti consumerei come questa sigaretta si sentì ridire mentre cercava di riprendere possesso del suo corpo.
"Perché proprio a me mi doveva capitare questo idiota?", si chiese infine mentre si sistemava la giacca.
Uscì dell'ascensore e in fondo al corridoio intravide Richard, nell'ufficio del futuro responsabile delle risorse umane, che sistemava il pc.
"Credo che così possa andare", pronunciò Richard finendo di testare l'ultimo cavo collegato al pc mentre osservava una Elizabeth sconvolta.
"Elizabeth, tutto bene?", domandò mentre procedeva a testare il sistema del software aggiornato.
"Oh scusami Richard, io sì tutto bene", replicò sospirando, "stavo pensando alla lista di cose che devo fare prima della pausa pranzo".
Bugiarda pensò subito dopo. Stava pensando ad un gran bastardo.
"Beh Elizabeth, mi dispiace darti questa notizia ma è scattata adesso l'ora del pranzo".
"No Richard, ti prego non mi dire così", farfugliò sconsolata.
"È la verità", scoppiò a ridere il tecnico informatico. "Che cosa ti manca?"
"Testare le stampanti associate al pc e sostituire la lampada da tavolo. Claire la vuole mettere identica a quella di Kent e di Robert".
"Ok, facciamo così: avvio il processo per l'installazione delle stampanti e mentre scendiamo a fare pranzo chiediamo a Rupert se ci consegna la lampada, ok?"
"È tutto così semplice?", mormorò Elizabeth sorpresa.
"Solo se hai le conoscenze giuste!", rispose il ragazzo facendole l'occhiolino.
"Allora per fortuna che conosco te!", rispose la ragazza sorridendo.
"Sí ma non è gratis, tutto ha un prezzo!", le disse scherzando.
"Ah si, e quale sarebbe?"
"Vieni a pranzo con me, Katherine e John".
"Io non saprei", borbottò Elizabeth "se Claire mi cercasse".
"Niente storie Elizabeth, hai diritto alla pausa pranzo e poi ci manca solo la lampada perché ti confermo che le stampanti sono state predefinite come vuole Claire".
"Grazie Richard, non sai che sollievo che ho", gli rispose eliminando dalla lista la dicitura stampante.
Richard sorrise divertito e mentre chiudeva il pc, trascinò la collega con sé.
La pausa pranzo era appena iniziata.

***

La sala del ristorante Wine Restaurant era invasa da clienti allegri e indaffarati a guastarsi un buon pranzo, con la loro ottima compagnia.
Il ristorante scelto da Katherine era a pochi metri di distanza dalla sede della loro azienda, dalla parte opposta del Sir Winston's pub.
L'atmosfera era molto più intima rispetto al pub, favorita dalle candele, che riempivano ogni singolo spazio.
I ragazzi si accomodarono mentre velocemente iniziarono a sfogliare i loro menù.
Perfetta, le rimbombava nella testa. Un unica parola, ormai indelebile.
Perfetta.
"Elizabeth?", pronunciò una voce amica.
"Si?", balbettò come risposta.
"Tutto bene?", le chiese Richard sorridendo.
"Sì certo", mormorò sgridandosi mentalmente.
"Allora perché ti chiamo e non mi rispondi?"
"Scusami stavo leggendo il menù", borbottò bonariamente.
"Katherine, che cosa prendi?", chiese gentile Richard con uno sguardo dolce, dando il tempo ad Elizabeth di capire che cosa volesse mangiare.
L'intensità della dolcezza dello sguardo di Richard nei confronti della collega era a livelli esponenziali.
Lo sguardo di Elizabeth si posò così su Katherine che stava ordinando il suo pranzo, del tutto ignara dell'attenzione ricevuta.
Elizabeth sospirò immaginando lo sconforto e la sofferenza dell'amico per un amore, forse, neanche corrisposto.
La cameriera ritirò le ordinazioni mentre John avvisava tutto il gruppo: "non siamo soli".
Otto occhi curiosi fissarono un punto ben preciso della sala da pranzo, un tavolo per due, posizionato in fondo alla sala.
Kent si era appena accomodato con il giornale fra le mani.
"Chissà se sta aspettando la sua fidanzata?", mormorò Katherine ridendo.
"No", replicò John mentre la cameriera gli posava davanti agli occhi la sua entrecôte.
"Lui non porta mai le sue fidanzate fuori a pranzo", replicò addentando il primo pezzo di carne succulenta.
"Il pranzo è off limite?", rispose la ragazza sempre più curiosa.
John finì di gustarsi il boccone e poi soddisfò la curiosità della compagnia. "Conosco Kent da anni ormai, era solo un ragazzo", iniziò a raccontare "ora è un uomo. Ti posso dire che è una sua regola".
"Non le porta perché poi rischia di farle incontrare!", esclamò Richard scherzando.
Le risate si sprecarono mentre lo stomaco di Elizabeth stava subendo una vera e propria tortura. Non riusciva a mangiare e si ritrovò a giocare con il suo salmone in crosta alle erbe aromatiche.
Non sapeva se era più alterata per via delle sue parole o per il fatto, che ora era serenamente seduto al tavolo a leggere il suo giornale.
Poteva essere così insensibile da modellarsi in base alla situazione vissuta?
Perché no? pensò posando lo sguardo serio su di lui.
Su un Ryan pronto ad ordinare il suo pranzo mentre sorrideva alla cameriera e salutava l'uomo che lo aveva raggiunto.
"È un bravo ragazzo", pronunciò John.
Non tanto pensò di rimando Elizabeth.
"è un bell'uomo e non è sposato", continuava il contabile "e le sue ragazze lo sanno che è solo sesso".
"Non gli da il diritto di volare in fiore in fiore", replicò Katherine.
"Perché no?" Chiese John. "Non fraintendetemi ragazzi, lo vorrei vedere sposato e con bambini, ma lui è libero di fare quello che vuole, finché non spezza il cuore di giovani innocenti.
Appunto pensò Elizabeth.
"Il suo target, per quello che ho visto, è la classica donna viziata e ricca, a volte anche sposata".
"Ma allora è senza cuore", mormorò Katherine indignata mentre osservava il suo collega parlare con l'amico.
"Non si tratta appunto di sentimenti e amore, ma solo di sesso", specificò infine.
"Che tristezza e che vita vuota che ha", pronunciò ulteriormente Katherine mentre gustava la sua insalata.
"Sono scelte Katherine, ma sono più che sicuro che arriverà la ragazza che lo metterà in riga. Se avrò la fortuna di vedere la sua rovina, mi divertirò un mondo".
"Hai sbagliato John", sottolineò Richard sorridendo. "Una donna insoddisfatta forse si è invitata da sola a pranzo".
Gli occhi di tutto il gruppo si posarono su una bella donna dai capelli rosso fuoco.
"Rachel", esclamò Ryan sorpreso.
"Dobbiamo parlare James", replicò la rossa lanciando il suo telefono sul tavolo.
Un sospiro di stupore riecheggiò nella bella sala del ristorante mentre sul viso di Ryan si materializzò un espressione poco piacevole.
E chi fra tutti osservò bene la sua ira, generata da profondi occhi neri?

Elizabeth.

Lo sguardo di Ryan, sorpreso e adirato, mentre scrutava la reazione dei presenti si incastrò in due occhi marroni.
In un attimo l'appetito di Elizabeth ritornò e iniziò a gustarsi il pranzo mentre si gustava la scena divertente.


SPAZIO AUTRICE
vanesio e pallone gonfiato lo ha definito Elizabeth. Condividete?
Bacio Helena

Perso di te (#Wattys2019) (completa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora