L'aria frizzante della pausa pranzo non aveva tradito le aspettative dei consapevoli cittadini di Londra; erano le quattro del pomeriggio e dal cielo continuava a scendere una quantità immensa di pioggia.
Il tempo si era adattato all'umore di una giovane donna, profondamente ferita nell'animo.
Le parole brusche accompagnate dai movimenti del corpo di Ryan, avevano urtato la sensibilità di Elizabeth.
Con lui si poteva ridere, scherzare e sfidare ma solo a suo piacimento, altrimenti ergeva un muro indistruttibile, senza pensare ai sentimenti altrui.
Questo era quello che aveva percepito Elizabeth su quella terrazza e questo era quello che tormentava la sua anima.
Le lacrime amare non erano uscite, ma continuavano a pungere come spine.
Non avrebbe pianto Elizabeth, non più per colpa sua.
Fortunatamente Claire aveva già il cappotto primaverile indossato quando si presentò nel suo ufficio; le prese il dossier e si precipitò alla macchina aziendale che la stava già aspettando davanti all'ingresso principale. La Rolls Royce nera, si infilò nel traffico londinese mentre Elizabeth chiudeva per la prima volta la porta del suo ufficio, per rimanere sola.
La pausa pranzo non era ancora finita e lei ebbe tutto il tempo di sfogare la crescente frustrazione, che lentamente le stava logorando il corpo.
I suoi occhi neri.
I pensieri di Elizabeth ritornarono agli occhi di Ryan; lo sguardo turbato, deciso e cupo.
Elizabeth chiuse i suoi di occhi e il tempo la trasportò in un'altra vita ormai passata e si ritrovò davanti a quegli stessi occhi, ma questa volta sorridenti.
Occhi neri appartenenti a quel ragazzo uguale, ma tanto diverso che ora si trovava al piano di sotto.
Un sorriso baciava le sue labbra e un pacchetto rosso riempiva la sua mano; un pacchetto rosso per Elizabeth.
Lo stesso pacchetto rosso appoggiato su un sedile anteriore di una mini grigia, la stessa macchina che le si era accostata, in una mattina di primavera, vicino a lei; lei che stava raggiungendo la fermata dell'autobus per raggiungere l'università.
Vuoi un passaggio? si sentì dire all'epoca. Incredula e con le palpitazioni, dovette realizzare per un attimo quello che stava succedendo davanti ai suoi occhi.
Fu così che con il cuore in gola e il petto in subbuglio, Elizabeth salì nella macchina di Ryan, prendendo quel pacchettino rosso fra le mani.
Ciao, cosa ci fai qui? si ritrovò a chiedergli con un altro sorriso estasiato.
Passavo per caso gli rispose il ragazzo guardando il pacchettino; quello è un regalo per te, le disse indicandolo.
Per la prima volta si ritrovò così vicina e terribilmente intima con lui. Insieme, stretti e sorridenti in macchina verso il loro futuro.
Con mano tremante Elizabeth scartò il pacchettino e portò alla luce un cd musicale. Le lettere nere e bianche creavano il titolo: Escape.
Il cuore le morì nel petto quando capì l'importanza del regalo che le aveva fatto.Escape. Fuga.
Ryan le stava proponendo una fuga insieme a lui?
L'ossigeno le mancò definitivamente, ma lei non aveva bisogno di respirare finché i suoi occhi si potevano posare si di lui.
Un tuono, forte e dirompente la riportò alla realtà, mentre un lampo squarciava con prepotenza il cielo.
Il ricordo appena vissuto si frantumò nella sua anima mentre la triste realtà le si riproduceva davanti agli occhi.
Non aveva senso continuare a stare male per un uomo che non meritava di certo la sua frustrazione.
Inspirò profondamente e decise di non pensare più a quell'idiota che le aveva rovinato l'esistenza.
Prese dalla borsa la sua trousse dei trucchi e tolse via, dal suo viso, il tormento.
Aveva bisogno di distrarsi e così si incamminò verso la porta imprecando contro di lui.
"Stronzo vanesio", pronunciò aprendo la porta dell'ufficio, solo per bloccarsi di colpo.
"Ehm", borbottò un Nicolas imbarazzato con la mano alzata intento a bussare.
"C'è l'hai con me?", le chiese sorridendo.
Con le orecchie a fuoco dalla vergogna, ma ben nascoste dai capelli, Elizabeth iniziò a scusarsi.
"No no, Nicolas figurati non mi riferito a te".
"Ok, per un attimo ho pensato di averti offeso in qualche modo".
"No. Dimmi tutto?", gli chiese impacciata guardandolo negli occhi chiari.
"Volevo chiederti se ti andava di bere un caffè insieme", replicò il suo nuovo responsabile.
"Certo, con piacere. Stavo scendendo al secondo piano per prendere un the, ma ti ordino subito un caffè qui al bar sotto perché non hanno consegnato le capsule oggi pomeriggio", gli spiegò.
"No, no Elizabeth va bene anche quello della macchinetta automatica qui sotto, se tu stavi scendendo".
"Sicuro?", le chiese Elizabeth.
"Sicuro", le rispose Nicolas.
Si incamminarono insieme verso l'ascensore.
"Come è andato il primo giorno di lavoro?", gli chiese precedendolo nella scatola d'acciaio.
"Sommerso dai fogli e dalle nuove procedure", le rispose con un tono scherzoso.
"Quando ti presenterà Robert ai colleghi?"
"Domani ci sarà una riunione con i responsabili delle diverse aree e successivamente piano piano conoscerò tutti i dipendenti", mormorò ritrovandosi al secondo piano.
"Non hai fatto neanche un giro della società vedo?"
"In realtà no".
"Allora vieni che ti faccio da cicerone".
"Molto volentieri", le rispose sorridendole.
"Qui siamo al secondo piano", mormorò indicandole il caotico open-space, "il cuore dell'azienda".
"Osservo un'intensa attività", scherzò notando il delirio di voci e rumori provenire dal consistente gruppo formato dagli ingegneri.
"Il responsabile di questi piccoli geni è il Direttore operativo, il dottor Kent che conosci già", gli disse indicandogli l'ufficio del loro collega.
"Al primo piano ci sono gli uffici relativi: alla contabilità sotto la direzione del dottor John Marshall, i Sistemi ICT, i nostri maghi dei computer, con la dottoressa Pearl ed infine c'è il vecchio ufficio delle risorse umane con l'archivio, utilizzato dal nostro vecchio consulente.
"Infine, ultimo ma non meno importante c'è il nostro acquario!"
"Le indispensabili macchinette del caffè", scherzò ridendo.
"Preziose", replicò l'uomo.
Si ritrovarono così a chiacchierare davanti alla macchinetta con una bevanda calda in mano, incuranti del temporale che esplodeva sopra di loro, ma soprattutto inconsapevoli di essere l'oggetto di uno sguardo scuro come la pece.Spazio autrice
Non ho parole... anzi solo una: Stronzo!
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Perso di te (#Wattys2019) (completa)
RomansaJames Ryan Kent, direttore operativo della RMT Industries, un'importante azienda inglese nel settore aerospaziale e della difesa, è di un'affascinante ed arrogante bellezza. Elizabeth è la nuova assistente dell'Amministratore Delegato ed è giovane...