Mangialo Elizabeth,
mangialo.
Le parole di Emily continuavano a ronzare nella mente di Elizabeth, tormentando la sua anima.
Con poca convinzione infilò la monetine nella macchina, della sala relax, per prendersi un bel caffè forte, nero.
Aveva bisogno di caffeina per eliminare l'emicrania che le stava dilaniando la testa.
Il pranzo con Emily l'aveva lasciata con mille dubbi e tragicamente in balia delle sue emozioni.
Sapeva perfettamente che l'odio bruciante nei confronti di Ryan l'avrebbe mantenuta lucida e concentrata sul suo lavoro, ma soprattutto sulle sue esigenze.
Tuttavia, la sua vicinanza la destabilizzava ed era questo il vero problema. Il suo corpo, il suo cuore non rispondevano ai suoi comandi, ma erano come stregati da lui.
"Che cosa prendi?", le mormorò una voce roca e sensuale.
Tre semplici parole che però scatenarono un vero e proprio infarto al suo piccolo cuore ribelle.
Completamente impietrita e con il respiro modificato, Elizabeth alzò lo sguardo su un perfetto completo elegante e due occhi neri sorridenti.
"Un caffè", replicò incolore. Il tono utilizzato non fu dettato dall'orgoglio ferito, ma dal blocco totale delle sue funzioni vitali. In ogni caso era perfetto per raggiungere il suo obiettivo principale: lasciare Ryan nell'unico posto che meritava; nell'indifferenza più totale.
Ryan alzò la mano e schiacciò il tasto del caffè per lei, ma dalla macchinetta non uscì nessun liquido caldo.
"È un po' difficile prendere un caffè con la chiavetta scarica", replicò poi togliendo quella di Elizabeth ed infilando la sua; il nuovo credito disponibile venne visualizzato e il caffè erogato.
"Ho inserito le monetine ma non le ha caricate", replicò riprendendole dall'apposito sportellino.
Successivamente, completamente congelata, prese la sua chiavetta dalle mani di Ryan cercando di respirare il meno possibile, in modo da non odorare ulteriormente il suo dannato e super sexy profumo.
Incapace di opporre resistenza, drogata dal suo profumo e dalle mille diverse emozioni che gli procuravano i suoi occhi, accettò con gelida cortesia il caffè offerto.
"E così Elizabeth sono passati dieci lunghi anni. Dove abiti adesso?"
Parole semplici di una semplice e normale conversazione. Peccato che tra loro due niente poteva essere più normale.
Elizabeth si infilò il bicchierino di caffè in bocca, in modo da aver l'illusione di poter decidere in pochi secondi la strategia da utilizzare.
Strategia che svanì appena Ryan appoggiò il suo bicchiere di caffè su labbra sorridenti; labbra che un tempo Elizabeth sognava di baciare.
Finirà molto male pensò ingoiando il caffè bollente. Molto, ma molto male.
I secondi passavano veloci, mentre due occhi neri si erano persi in altrettanti occhi marroni.
"St.James's", replicò generica.
"Bella zona", commentò Ryan curioso. "Vicino a qualche galleria d'arte?"
Elizabeth gustò lentamente il suo caffè decidendo cosa dire e che cosa poteva benissimo tralasciare.
"Potrebbe", rispose infine.
"Ah ok, ho capito, informazione riservata".
"Non riservata", specificò sorridente "superflua, per il direttore operativo".
"Bene, bene adesso quindi sono il direttore operativo?"
"Non lo sei?"
"Non posso essere, in questo preciso momento, un tuo vecchio amico?"
Elizabeth a quelle parole affilò lo sguardo e giocò per un secondo con il bicchiere vuoto.
"Impossibile", replicò infine. "Noi non siamo mai stati amici".
Ryan sentì la sua risposta e un sorriso meno deciso si manifestò sulle sue labbra. Abbassò momentaneamente lo sguardo mentre giocava con il bicchiere vuoto.
Rimase in silenzio ammirando ancora una volta la bellezza di donna che aveva davanti ai suoi occhi.
I morbidi boccoli castani, la linea della gonna che fasciava divinamente due gambe stupende e quelle dannate labbra lucide.
Inspirò di nuovo l'ossigeno, captando una nota dolce nell'aria; il suo profumo. Forse una crema che usava per il corpo o forse una fragranza che usava proprio per costringe gli uomini come lui a posare le labbra sul suo armonioso collo per averne ancora, per averne di più.
Con molta delicatezza e poca rapidità tirò fuori dalla tasca una sigaretta preparandosi l'accendino, riposando apertamente il suo sguardo nei suoi occhioni da cerbiatto.
"Beh, su questo hai ragione Elizabeth", pronunciò guardandosi intorno, notando che erano ancora da solo, prima di sfidarla di nuovo con un sorriso sornione. "Noi due non siamo mai stati amici e non lo saremo mai".
Si avvicinò al suo corpo, al suo calore, al suo profumo con la scusa di buttare il bicchiere del caffè.
Lo lasciò cadere nel cestino guardando un viso spavaldo, ma immobile.
Sorrise mentalmente perché si era appena accorto che le faceva lo stesso effetto di dieci anni prima.
Aveva ancora un potere su di lei, di seduzione e di attrazione nonostante l'atteggiamento di sfida.
"E lo sai perché noi due non saremo mai amici, Elizabeth?"
Adorava pronunciare il suo nome, accarezzarlo con la lingua. Sapeva che le procurava un senso di disagio e ci godeva per questo.
"Perché noi siamo sempre stati qualcosa di più", pronunciò infine sfiorandole i capelli con il viso.
La boccuccia rosa si spalancò mentre un leggero brivido investì il suo corpo.
Ryan stava incassando la vittoria quando le labbra lucide che moriva dalla voglia di baciare, disegnarono un sorriso gelido.
Tanto il sorriso era gelido quanto le iridi avevano perso la loro brillantezza.
"Solo uno stupido errore Ryan", replicò Elizabeth con tono incolore.
"Solo uno stupido errore", rimarcò avvicinandosi pericolosamente al suo petto per poi buttare semplicemente il suo bicchiere di caffè.
Con la sua vittoria sulle labbra e lo stupore dipinto sul viso del suo nemico, si congedò con un saluto più che formale.
"Le auguro una buona giornata, Direttore operativo".Spazio autrice
Chi sta cacciando chi?
Ditemi voi...
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Perso di te (#Wattys2019) (completa)
Storie d'amoreJames Ryan Kent, direttore operativo della RMT Industries, un'importante azienda inglese nel settore aerospaziale e della difesa, è di un'affascinante ed arrogante bellezza. Elizabeth è la nuova assistente dell'Amministratore Delegato ed è giovane...