Veleni

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Le dita veloci di Elizabeth sbattevano ripetutamente sui tasti della sua tastiera.
Il rumore provocato si diffondeva nell'ufficio, confondendosi con le parole spezzate di Claire, chiusa da qualche ora nell'ufficio di Robert.

La calma apparente veniva smorzata dalle risate, riprodotte dalla bocca poco gentile di Valery, che giungevano dal suo nuovo ufficio.

Elizabeth sospirò l'ingiustizia che si era verifica fin da quando aveva varcato la soglia della RMT Industries. Valery, che aveva sostenuto il colloquio - non superato - insieme a lei, non solo aveva ottenuto il posto di lavoro come segretaria del Direttore operativo, ma era diventata, nel giro di due mesi, la nuova Responsabile degli acquisti.

Tale ruolo, ricoperto da una vita da Claire, le era stato concesso solo per via della pressione esercitata da parte del Consiglio di Amministrazione.

Altezzosa, arrogante e per niente professionale, Valery era l'essenza della superficialità. Non c'era da sorprendersi se Robert aveva preteso una condizione precisa: Valery avrebbe solo siglato tali ordini, ma la decisione di cosa acquistare era rimasta in capo all'ufficio della Segreteria di amministrazione.
Stabilito questo principio base, Claire avrebbe continuato a decidere degli acquisti, ma senza voler aver niente che a fare con Valery.

Toccava così a Elizabeth a mantenere i rapporti con la vipera.
Finì in quel momento di preparare proprio gli ordini per il materiale dell'ufficio, da far firmare all'arpia e iniziò a stamparli.
Si alzò così dalla scrivania e si diresse vicino alla stampante che era posizionata ad incastro in una libreria a muro. Lì a fianco era stata posizionata la macchinetta del caffè. 

Lo sguardo di Elizabeth si posò sui fogli che venivano stampati a ripetizione mentre decideva che era proprio ora di prendersi un caffè; solo con l'energia giusta poteva affrontare l'acida collega.
Accese la macchinetta e preparò la tazzina con la capsula. Controllò la porta dell'ufficio di Robert, chiusa a dovere, ma senza riuscire a trattenere i toni sostenuti della conversazione che si stava svolgendo al suo interno; non era il caso di disturbarli con un caffè.

Infilò la capsula, il bicchierino e chiuse lo sportellino apposito azionando la macchinetta. Il liquido caldo scuro scese immediatamente generando nell'aria il profumo del caffè.

In quel preciso momento, una voce sensuale invase i suoi pensieri, "Elizabeth".

Ed eccola la voce che ormai faceva parte della sua vita, essendosi ancorata alla sua anima.
"Ryan", replicò beandosi della sensuale visione che le si era materializzata davanti agli occhi.
Quel sorriso da monello gli era entrato dentro fino nelle ossa e non avrebbe potuto farne a meno ora.

Ryan si avvicinò lentamente gustandosi l'attimo del loro nuovo incontro avendo ancora sulla pelle il suo dolce profumo.
"Buongiorno, dormito bene?", le chiese ricordandosi troppo bene le emozioni vissute con lei nel suo letto.
"Buongiorno a te", rispose Elizabeth arrossendo senza fiato.
"Meravigliosamente", aggiunse ancora arrossendo violentemente.

"Elizabeth il caffè", mormorò Ryan guardando il liquido scuro uscire dalla tazzina e sporcare la macchinetta oltre che al ripiano del mobile.
"Accidenti", esclamò la ragazza cercando di spegnere l'apparecchio.
"Aspetta che ti aiuto", pronunciò Ryan prendendo dei tovaglioli e iniziando a pulire il disastro.
"È colpa tua", sussurrò Elizabeth passando il tovagliolo toccando involontariamente e non le mani di Ryan.
"Ah, così è colpa mia eh", replicò un sorriso sornione mentre afferrava piccole mani tremanti.
"Certo, mi hai distratto!", fu la replica di Elizabeth, rispondendo anche lei con un sorriso.

I loro corpi ormai si conoscevano e questo non toglieva o diminuiva l'emozione fra di loro anzi, il fatto di conoscersi li eccitava ancora di più perché erano completamente ebbri di desiderio reciproco.

Erano completamente sottomessi in tutto e per tutto, ognuno nei confronti dell'altro.
Ryan guardò le mani di Elizabeth sporcarsi con il caffè e un desiderio particolare si stava materializzando nella sua mente.
In quel momento, mentre Elizabeth stava scrutando profondi occhi neri, completamente rapita dal loro fascino magnetico, dei colpi di tosse invasero la stanza.

Valery.

Gli occhi azzurri di Valery erano totalmente puntati su di loro e con uno sguardo ben preciso; da cospirazione.
Le labbra rosse, sporche dal rossetto, erano modificate da una smorfia impertinente mentre l'espressione del suo volto rivelava i suoi più perfidi pensieri.

"Scusate se mi intrometto", pronunciò con un tono di voce che sottolineava quello che stava davvero avvenendo fra i due; il corteggiamento.
"Non ti intrometti proprio in niente Valery", replicò guardingo Ryan mentre Elizabeth ricominciava a fare i caffè.

"Ah, mi era sembrato", continuò la Responsabile degli acquisti, trattenendo un sorriso arrogante.

"Direttore, il suo caffè", disse Elizabeth cercando di cambiare la direzione del discorso, porgendogli il bicchierino di plastica.

"James, mi aiuteresti con la stampante come quando ero la tua segretaria?"
La voce lasciva chiedeva in realtà qualcosa di innocente, ma il tono utilizzato intendeva tutt'altro; per di più aveva chiamato il Direttore operativo con il nome di battesimo.

Elizabeth ingoiò la saliva cercando di mantenere il viso rilassato e completamente distaccato. Sentiva però lo sguardo della perfida addosso. Questo voleva dire solo che Valery aveva intuito qualcosa che non doveva assolutamente realizzare; tra lei e Ryan c'era qualcosa di più di un semplice rapporto di lavoro.

Non ti preoccupare pensò Elizabeth mentre ascoltava la voce calma, ma tagliente, del suo uomo.
"Sistemavo la stampante solo perché era la mia, Valery. Chiama Richard", affermò senza battere ciglio e chiudendo la questione.
La suoneria del suo cellulare iniziò a squillare. Augurò ad entrambe buon lavoro dirigendosi verso la porta per uscire fuori dall'ufficio.

Valery recepì il messaggio, ma non mollò la presa su Elizabeth.

"So cosa stai facendo Elizabeth", le disse ridendo senza staccarle gli occhi dal viso.
"Proprio niente", le rispose quest'ultima prendendo una cartellina nera con il logo dell'azienda argentato e infilandoci i fogli degli ordini.

"Ti dai da fare con il Direttore eh? Vuoi farti rinnovare il contratto così, ma brava!", le disse con un ghigno malefico.

Elizabeth non poté trattenere più di una risata mentale e sonora. Rise così di gusto che lasciò Valery a bocca aperta e senza proferire più di una parola.
"Non sparare idiozie Valery!", esclamò avvicinandosi a lei e guardandola dritto negli occhi; "questi sono gli ordini da firmare", pronunciò dandole malamente la cartellina.
"Robert li vuole vedere firmati entro le undici".

Uscì di fretta dall'ufficio e si precipitò in bagno chiedendosi la porta alle spalle.
Chiuse forte gli occhi e sospirò tutte le emozioni che il suo cuore provava; desiderio e attrazione per Ryan; odio profondo per Valery e angoscia per quello che quella vipera poteva causare se solo iniziava a sparlare su una loro possibile relazione.

Il suono di un messaggio risuonò nel bagno. Elizabeth andò al lavandino e lavandosi le mani cercò di togliersi dall'anima la tristezza di quel momento.
Prese il telefono e lesse il messaggio: *andrà tutto bene. Tuo Ryan*

Il sorriso le ritornò sulle labbra. Con lui al suo fianco sarebbe stato un successo anche la peggior sconfitta.

Spazio autrice
Valery ha intuito? Ci saranno delle conseguenze? 
Vedremo...
❤️😘

Perso di te (#Wattys2019) (completa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora