Ti aspettavo

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Il regolare ritmo di un battito di cuore era ormai stato dimenticato da quello di Elizabeth. L'agitazione di dover varcare la soglia dell'appartamento di Ryan non lasciò le sue gambe per tutto il tempo dei preparativi, ma a maggior ragione ora che si trovava nell'ascensore del suo prestigioso palazzo.
I lunghi capelli neri erano stati puntati di lato, con dei spilloni di perle, lasciando il collo scoperto da una parte.
Il vestito nero, con una profonda scollatura e la chiusura dietro al collo, scendeva leggero e morbido fino al ginocchio per poi creare una piccola coda sul retro.
Le décolleté nere lucide, le sue preferite, erano in bella mostra e spiccavano sulla pelle leggermente abbronzata delle lunghe gambe toniche.

Lo specchio dell'ascensore rimandava il riflesso di una giovane donna innamorata e completamente sottomessa dal turbamento di vivere fino in fondo la nuova avventura eccitante che aveva un nome ben preciso; James Ryan Kent.

Ed erano queste le lettere che lesse sulla targa della porta d'acciaio del quarto piano di un maestoso palazzo nel centro di Londra.

Le labbra si accarezzarono in un gesto delicato, ma meccanico, quasi sentissero l'esigenza di prepararsi ad un contatto ben più deciso.

Deciso come il tono di voce di Ryan. "Ti stavo aspettando", pronunciò con la sua voce di uomo spalancando la porta ancora prima che Elizabeth potesse toccare il campanello, anch'esso d'acciaio come la porta.

Un tono di voce affascinante e sensuale allo stesso tempo, che pretendeva con gentilezza, che non accettava un rifiuto.
"Eccomi", balbettò con poco fiato stringendo la borsetta nera fra le mani.

Mentre si preparava si era imposta di comportarsi normalmente come se fosse una cosa del tutto naturale andare a casa del proprio fidanzato e del resto doveva essere così, ma con James Ryan Kent, niente era normale; assolutamente niente.

Elizabeth non smise di ripetersi questa semplice parola per tutto il tempo da quando aveva ricevuto il biglietto con l'invito fino a quel momento, in cui occhi neri si stavano di nuovo sciogliendo o infiammando in altrettanti occhi marroni.

Fu tutto inutile.

Il suo cuore aveva praticamente deciso, senza il suo consenso, di decidere spontaneamente come e quando battere e in quel preciso momento, non stava collaborando per poter permettere ai polmoni di compiere il loro dovere.

La porta si chiuse dietro di lei e in una frazione di secondo Elizabeth si ritrovò in un nuovo universo, decisamente sconosciuto, ma per questo forse più intrigante.

Era finita nella tana del lupo.

Elizabeth deglutì la saliva che stava diventando sempre più asciutta mentre un sorriso, non assolutamente classificabile come tenero, si era materializzato sul bel viso di Ryan.

Famelico.

Ecco il termine decisamente più appropriato per descrivere il suo sorriso.

Famelico e sexy.

Ryan, con la camicia bianca sbottonata e un bel paio di jeans scuri era tremendamente sexy. Anche in versione casual, era fantastico.

"Sono qui", gli rispose Elizabeth con voce quasi tremante a causa dell'immensa emozione che stava vivendo; che lui le stava facendo vivere.

Vibrava Elizabeth.

Ryan aveva questo bellissimo dono di farla vibrare intensamente.

Perso di te (#Wattys2019) (completa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora