RMT Industries

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L'orologio di un elegante acciaio satinato, appeso sopra ad una porta a vetri, batteva lento il suo tempo.
Troppo lentamente.
Con sforzo e fatica le lancette, anch'esse satinate in netto contrasto con lo sfondo nero, si trascinavano verso numeri argentati.
Le pesantezza di quei estenuanti minuti, si stava ripercuotendo sul suo umore e di conseguenza sui suoi pantaloni neri, primaverili; maltrattati da mani, ormai sudate.
Il tacco delle scarpe a punta bianca, abbinate con la camicina estiva, stava assorbendo tutta l'adrenalina.
Respira, hai affrontato di peggio, molto peggio, pensò osservando il suo curriculum vitae, diligentemente compilato, il potpourri impolverato e tristemente abbandonato sul tavolino di vetro, e la ragazza seduta comodamente alla reception.
Lizzy, riportava la targhetta argentata sulla giacca blu scuro della divisa.
Il suono del telefono continuava a ronzare nelle sue orecchie, mentre la stanchezza snervante dell'attesa, si abbatteva pesantemente sulle sue spalle.
Inspirò dell'altro ossigeno, ormai viziato, e si afflosciò sulla poltroncina di pelle nera.
Almeno sono l'unica osò pensare, cercando conforto in quelle poche parole.
Tuttavia, il tanto desiderato senso di sollievo, non arrivò mai.
Una concorrente, vestita con tallieur di un nero divino, si presentò come la candidata al colloquio delle dieci.
Dannazione, pensò allibita, notando l'eleganza di un bel completo abbinato ad una borsa beige.
Il biondo dei capelli, perfettamente tirati in una coda alta, ricadevano in delicati boccoli.
"Fregata", riuscì solo a mormorare mentre la ragazza, molto più giovane di lei, prendeva posto sulla poltroncina al suo fianco.
Gli occhi scuri e curiosi si fermarono sul costoso orologio allacciato al polso. Di sicuro, un regalo della laurea fresca che aveva appena conseguito.

FUORI DAI GIOCHI.

Parole apparse nella sua mente, tristemente inviate da una coscienza assillante e diabolica.
Ok, diamoci una calmata, pensò ricordandosi quanto si era preparata per ottenere quel posto.
Anche lei era laureata e dalla sua parte aveva una lunga esperienza in qualità di assistente Amministratore Delegato e impiegata dell'Ufficio Risorse Umane.
Con occhi attenti cercò di sbirciare il curriculum della sua vicina, notando solo un'esperienza del genere, effettuata dopo la laurea in Economia e Marketing.
Bene, anche lei aveva una laurea in Economia ed aveva già tre esperienze, svolte durante gli studi.
Poteva tutta questa preparazione, vincere contro il biondo dei suoi capelli perfetti? 
No.
Sconsolata e demoralizzata, osservò la ragazza della reception rispondere al telefono. Il dito premette sull'auricolare nero e con un sorriso estasiato rispose, "RMT Industries, in cosa posso esservi utile?"
La voce era deliziosa, ma in quel momento i suoi nervi risentivano dello stress causato dalla logorante attesa.
Era maleducato fornire un orario e non rispettarlo. Decisamente maleducato constatò.
Ingoiò la saliva inesistente mentre la vetrata dell'enorme palazzo situato nel centro di Londra, iniziava di nuovo a bagnarsi.
Londra aveva di nuovo ricominciato a ricoprirsi con un manto piovoso sotto nuvole grigie e lei non aveva portato con sé, l'ombrello.
Stava decidendo di cercare un bagno per lavarsi le mani, quando una voce decisa pronunciò il suo nome.
"Elizabeth Tachker".
I suoi grandi occhi scuri si catapultarono verso la porta a vetri spalancata e si posarono su un completo grigio chiaro a righe scure, invisibili ad un occhio poco attento.
Ovviamente, non scapparono al suo, dato che era sempre stata un'ottima osservatrice.
La donna dai grandi occhi chiari e il sorriso quasi inesistente, la squadrò e con poco velata pazienza, osservò il suo orologio impaziente.
Elizabeth si alzò di colpo, afferrando la documentazione che aveva fra le mani e con passo deciso, seguì la gracile donna.
In un lasso di tempo non quantificabile, si ritrovò seduta in una saletta interna all'imponente struttura di vetro; il suo colloquio di lavoro era appena cominciato.
In poche frazioni di secondi doveva impressionare il suo interlocutore ed ottenere il posto.
Con l'apprensione che le faceva sudare freddo, non si perdeva nessun movimento della donna, che ora era seduta di fronte a lei.
Le mani, lunghe e secche, sfogliavano i fogli con una lentezza calcolata, con l'unico obiettivo di destabilizzarla.
"Bene, Miss Tachker, sono la dott.ssa Claire McRees e vedo dal suo curriculum vitae che ha già avuto esperienza come Assistente dell'Amministratore delegato. Mi parli di queste esperienze".
Perfetto, pensò Elizabeth sorridendo, si comincia.

Perso di te (#Wattys2019) (completa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora