RMT Industries 12:30
Era mezzogiorno passato quando Elizabeth si sedette finalmente alla sua scrivania.
Aveva passato l'intera mattinata a lavorare con Nicolas, in modo da impostare e organizzare il nuovo ufficio .
"James ti aspetta, Elizabeth", mormorò una Claire indaffarata.
"Ci vado subito Claire", pronunciò Elizabeth per tranquillizzare il suo tutor.
"Oggi Robert non c'è?", le chiese curiosa.
"Mi ha comunicato che non verrà in ufficio, ma dovrò andare io nel pomeriggio a casa sua, per firmare gli ordini di James".
Il sorriso di Claire non era mai stato così illuminato. Si sarebbe ritrovata da sola a casa del suo più grande amore, ma per permettere tutto questo, lei, doveva prima di tutto impostare gli ordini di Ryan.
"Ho l'appuntamento per le quindici quindi per le quattordici ho bisogno del fascicolo pronto".
"Fascicolo pronto che avrai Claire, vado subito dal direttore", pronunciò Elizabeth alzandosi in modo da sottrarsi allo sguardo ansioso di una Claire in costante trepidazione. Fino a quando non avrebbe avuto il fascicolo pronto le sarebbe stata con il fiato sul collo.
Rassegnata prese il dossier con la situazione aggiornata degli ordini già effettuati e si diresse al secondo piano.
Uscì dalle porte d'acciaio e innumerevoli orologi le ricordarono che mancava davvero poco alla pausa pranzo che avrebbe saltato.
In ogni caso quel senso di sconforto non era assolutamente dettato dalla fame, ma dal fatto che lì a poco avrebbe rivisto Ryan.
"Ryan", mormorò sentendo una fitta allo stomaco. Inspirò lentamente riempiendosi i polmoni per rilasciare l'anidride carbonica e tutti i pensieri negativi.
Sarebbe entrata in quell'ufficio sorridendo pensando a lui come semplice uomo con i suoi pregi e i suoi difetti e non come il direttore operativo o come ex compagno dell'Università; in questo modo la sua anima sarebbe sopravvissuta al suo fascino.
Tutta la squadra di ingegneri si stava preparando per il pranzo mentre Valery chiacchierava tranquillamente nell'acquario. Un po' di fortuna ogni tanto ci voleva, almeno non avrebbe dovuto ripararsi da un sorriso al cianuro.
Bussò leggermente sulla porta rileggendo per l'ennesima volta il vero nome dell'uomo di cui si era innamorata; un fantasma.
Si era innamorata di uno spettro pensò sbuffando e chiudendo gli occhi. Rimase immobile per un attimo, congelando il cuore.
Non meritava di conoscere neanche il suo vero nome all'università?
Bene, lui non si meritava niente da lei. Niente.
Sentì Ryan mormorare avanti e con decisione fece il suo ingresso nell'ufficio mentre il secondo piano iniziava lentamente a svuotarsi.
"Ciao eccomi qua", pronunciò vedendo Ryan alzarsi dalla poltrona nera.
"Elizabeth, vieni pure", replicò Ryan sorridendo.
"Mi sono liberata solo ora".
"Sei stata occupata lo so", replicò indicandole la poltroncina libera sistemata appositamente vicina alla sua.
"È ora di pranzo, ma a Claire le servono gli ordini pronti per le quattordici, perché deve andare a casa di Robert.
"Tu hai già mangiato?", le chiese un Ryan preoccupato.
Da quando si preoccupa così per qualcuno? pensò ma la sua coscienza le sbatté la verità in faccia. Era sempre stato gentile con lei, sempre.
Si sedette rispondendo negativamente.
"Facciamo in fretta, così puoi andare a pranzo".
Ryan sorrise e le indicò il plico di ordini da creare, schedare ed effettuare.
"Non ho impegni per pranzo e tu?", mormorò togliendosi la giacca blu scuro.
Diede così ad Elizabeth una bellissima visione di una camicia azzurra perfettamente stirata, coordinata con la cravatta blu, che aderiva come una seconda pelle al petto.
Petto che lei, dieci anni prima, aveva leccato con il gelato.
"No, nessun impegno", rispose Elizabeth cercando di non rimanere incantata a guardarlo mentre si arrotolava le maniche della camicia.
Un gesto semplice, ma che le trasmetteva sensazioni proibite.
"Ti piace ancora il cinese?", le chiese con voce delicata quasi impregnata di apprensione.
"Sì, e a te?", si ritrovò a dire senza rendersene conto.
"Sì", rispose semplicemente guardandola negli occhi. Elizabeth ingoiò la saliva mentre si sentiva dire: "mangiamo insieme?"
Mangiamo insieme le aveva appena chiesto Ryan. La saliva le si bloccò in gola.
Nella sua mente si materializzò Emily che le diceva "mangialo" ridendo.
Perché no? Alla fine dovevano solo pranzare mentre lavoravano; nessun pericolo all'orizzonte.
"Perché no!", pronunciò alzando le spalle sorridendo, sentendo energia ed elettricità nell'aria che mandava a velocità disumana il suo cuore.
Distolse immediatamente lo sguardo da lui, fissando lo schermo del pc che Ryan aveva appositamente sistemato per lei.
Elizabeth iniziò a sfogliare il dossier più per fare qualcosa e mantenere la lucidità, che per ricordarsi la situazione aggiornata.
Ryan prese in mano il cellulare ed iniziò ad ordinare il pranzo, ricordandosi tutti i suoi piatti preferiti.
"Me li ricordo giusti, vero?", le sussurrò all'orecchio avvicinandosi a lei.
Il profumo di Ryan la circondò paralizzando tutti i suoi sensi; solo il respiro caldo dell'uomo riusciva a percepire sulla pelle del collo. Si ritrovò
così a subire la sua vicinanza che le scaturiva eccitazione e turbamento allo stesso livello.
Annuì cercando dell'ossigeno non contaminato e puntò gli occhi sullo schermo.
Posò il dossier ed iniziò a scrivere sul pc del suo direttore.
Ricordati che lui è il nemico, pensò concentrandosi sui tasti della tastiera.
Ryan concluse la telefonata. "Venti minuti e ci portano il pranzo, intanto possiamo procedere con gli ordini", pronunciò prendendo il dossier ed aprendolo sulla scrivania.
Ryan alzò lo sguardo dai fogli e sbirciò Elizabeth. La schiena era in bella mostra coperta solo dal tulle a pois.
"All'Università non ti vestivi di soli pois", si ritrovò a dire senza riflettere.
Elizabeth riuscì a rimanere immobile continuando a compilare gli ordini sul computer.
Respirò debolmente cercando di capire se il suo era stato un tentativo mal riuscito di fare un complimento.
Complimento o offesa? pensò mentre ringraziava il cielo di avere una scusa plausibile per non girarsi a guardarlo.
"Scusami Elizabeth, non avevo intenzione di offenderti", si sentì dire. "Mi piacciono i pois".
"Anche a me piacciono molto Ryan e comunque anche tu all'università non portavi il completo con la cravatta", gli rispose sfidandolo con lo sguardo da monella.
Un sorriso timido si riprodusse sulle labbra di Ryan.
"No, almeno all'università non ero costretto a portare il completo".
"Ora sei costretto?"
"C'è un certo dress code da rispettare".
"Ma ti piace metterlo, vero?"
"Sì mi piace e vedo che anche tu stai benissimo nel dress code", le rispose sfogliando il dossier.
"Grazie per il complimento Ryan Barrett", mormorò punzecchiandolo. Era troppo divertente.
"Il mio vero nome lo conosci bene, ora" le rispose avvicinandosi pericolosamente.
La temperatura si stava alzando a livelli esponenziali.
"Non so il perché, ma preferivo Barrett", replicò sorridendo perdendosi in occhi neri come la notte.
Si poteva giocare con il fuoco senza bruciarsi?
Perdendosi in quegli occhi magnetici Elizabeth l'avrebbe scoperto presto, molto presto.Spazio autrice
Giochiamo con il fuoco? 🔥🔥🔥🔥
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Perso di te (#Wattys2019) (completa)
RomanceJames Ryan Kent, direttore operativo della RMT Industries, un'importante azienda inglese nel settore aerospaziale e della difesa, è di un'affascinante ed arrogante bellezza. Elizabeth è la nuova assistente dell'Amministratore Delegato ed è giovane...