Sospetti

5.2K 312 30
                                    

La voce del Maggiore Clirson risuonava potente e minacciosa, dallo schermo piatto al plasma, installato nell'ufficio di Robert.
Clirson, a capo del Consiglio dello stato maggiore della difesa britannica aveva evidenziato chiaramente il suo disappunto, riguardo all'accaduto verificatosi qualche ora prima, in piena notte all'hangar della RMT Industries.
"Robert", intimò infine dopo una lunga arringa sul fatto che in gioco c'era un'ingente quantità di soldi, "non voglio altri scherzi. La Queen Elizabeth deve solcare il mare in tempi brevi".
"Sicuramente", replicò deciso l'amministratore con sguardo duro e determinato. "Su questo ha la mia parola".
"Voglio anche i fatti Sherpan, voglio soprattutto quelli", concluse il maggiore spegnendo la comunicazione.

La tensione, nell'ufficio di Robert, era qualcosa di tangibile e pressante. Si era annidata sul corpo, rendendolo accaldato ma, soprattutto, teso.

Con la conclusione dell'attacco perpetrato dal loro principale cliente, l'aria iniziò ad essere di nuovo respirabile, ma per poco.
Ryan, seduto alla sinistra di Robert dell'immenso tavolo circolare di mogano, staccò gli occhi dallo schermo, e li posò su Elizabeth; seduta di fronte a lui si era chiusa in un rigoroso silenzio, come Claire, in attesa di ricevere gli ordini da eseguire.
Sentendosi osservata Elizabeth, alzò lo sguardo incrociando quello di Ryan, e perse il senso del tempo e dello spazio.
Completamente affabulata, in uno stato che non sapeva distinguere con facilità dall'infatuazione, la sensazione che leggeva in quelle pozze nere  era qualcosa del tipo "ti prendo e ti porto via con me, per sempre". Non sapeva se tutto ciò, sia durato trenta secondi o qualche minuto, ma la sensazione che le suscitava era qualcosa di incredibile.

Non aveva mai provato quella sensazione perché nessuno le faceva provare questi prepotenti sentimenti; una miscela perfetta fra la sensazione di rapimento infatuato, misto ad abbandono. Elizabeth non aveva mai sperimentato qualcosa di simile e moriva, letteralmente moriva ogni volta che Ryan posava il suo sguardo su di lei. Ogni singola espressione di quell'uomo, dettata da un sentimento diverso, le modificava l'umore e le cambiava la prospettiva delle cose.
In ogni singolo caso, il suo corpo reagiva nello stesso identico modo; cuore impazzito e una frenetica voglia di possederlo.

Ryan era un'incantatore nato, con la sua potenza fascinativa innata nei maschi alfa.

Elizabeth e Ryan incastrarono il loro sguardo e si ritrovarono rapiti e abbandonati nello stesso sguardo.

Il modo in cui guardiamo le persone lascia trasparire un messaggio, rendendo tangibili parole mai dette che provengono dal nostro mondo interiore. Uno sguardo profondo e ricambiato può creare un legame unico, scatenando una tempesta di emozioni, creando universi paralleli.
Elizabeth e Ryan si erano trascinati a vicenda nel loro mondo parallelo e avevano tutta l'intenzione di plasmarlo.

"James", pronunciò l'amministratore cercando di richiamare l'attenzione del direttore operativo "torna fra noi", continuò spazientito.
Elizabeth, sentendo quel nome staccò gli occhi da lui nello stesso momento in cui Ryan si rese conto di quello che aveva appena fatto.
"Stavo riflettendo sulle parole del Maggiore, Robert, scusami; stavo fissando il nulla", rispose cercando di smascherare altri tipi di pensieri e la verità.

Il cuore di Elizabeth stava sanguinando talmente l'emozione provata e le sensazioni di vergogna e imbarazzo stavano stritolando la sua anima.

Ryan però sapeva come muoversi e come mantenere la situazione sotto controllo e a suo completo favore.
"Il Maggiore ha parlato di molti soldi in gioco, e questo è un dato di fatto", mormorò riportando l'attenzione del suo pubblico su un altro piano, sminuendo quello che era appena successo; si stava mangiando Elizabeth con gli occhi.

"Questo lo sappiamo James", replicò Claire allineandosi perfettamente all'umore di Robert; l'amore segreto o comunque poco segreto della sua vita.
"Se guardiamo i fatti accaduti: la sparizione dei documenti, fortunatamente sacrificabili, ripetuti tentativi "quasi inutili"di intrusione nel cantiere navale ed infine l'accanimento da parte dei giornalisti, a poche ore di distanza dall'accaduto", specificò conquistando la totale attenzione del suo pubblico. "Credo che sia stato tutto organizzato ad arte, non per danneggiare davvero la RMT Industries, ma un suo componente".

Robert, sentendo quelle parole cercò di afferrarne il profondo concetto.
Qualcuno aveva un nemico, un nemico che stava giocando con la sua azienda.
"Hai dei nemici Robert?", continuò a chiedere Ryan.
"Non che io sappia", balbettò Robert preso alla sprovvista.

"Nessuno è davvero entrato nell'hangar, ma qualcuno si è interessato ad avvisare subito la stampa, sollevando un polverone per nulla", pronunciò serio guardando Robert e Claire. Con dolore nel cuore non osò più posare lo sguardo su Elizabeth.

L'impossibilità di guardarla liberamente gli causava un dolore tremendo e l'ossigeno dentro l'ufficio sembrava scarseggiare. Anche la cravatta, perfettamente annodata, sembrava che gli stesse stringendo il collo in una morsa; sensazione che non aveva mai provato prima d'ora.

Lo sguardo vacuo di Robert era lo specchio delle sue emozioni.  In quel preciso momento la sua mente si stava svuotando di contenuti e il suo corpo di forze interiori.
"Non ho mai fatto un torto a nessuno", mormorò incredulo con le mani tremanti.
"Lo sappiamo Robert", precisò Claire posando la mano sinistra su quella destra dell'uomo.

L'amministratore si stava perdendo in un fiume in piena di pensieri e congetture, che potevano solo portarlo in un pozzo profondo senza via di uscita.

Il rancore suscitato dalla realizzazione che forse quelle stesse congetture fossero vere, stava destabilizzando il suo corpo e il petto.

"Troveremo il colpevole Robert, ci riusciremo", aggiunse ancora Claire cercando di arginare l'avversione profonda, tenacemente covata nell'animo, in seguito al torto ricevuto; non poteva essere altrimenti.

"Ha ragione Claire", replicò Ryan determinato. "Nessuno può danneggiare la RMT Industries e cavarsela".
"Nessuno", rispose Robert, aggrappandosi alla rabbia.

"L'ipotesi non deve uscire da questa stanza. Non sappiamo con chi abbiamo a che fare", pronunciò imperterrito.
"Come procediamo James?", chiese Claire.
"Andiamo avanti come se niente fosse successo, costruiamo quella dannata nave e aspettiamo".
"Aspettiamo cosa?", volle sapere Robert non capendo bene la strategia che voleva adottare il suo Direttore operativo.

"Aspettiamo il passo falso", rispose semplicemente alzandosi dalla sedia per poter uscire da quella stanza il prima possibile per paura di fare lui stesso un altro passo falso.

Un enorme passo falso, nei confronti di Elizabeth.

Spazio autrice
Ryan, Ryan e Ryan.. completamente perso di Elizabeth. Che emozione ❤️

Perso di te (#Wattys2019) (completa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora