Riunione II

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Inerme.
Elizabeth era completamente inerme. Priva di qualsiasi possibilità di difesa, restò immobile, schiacciata contro la poltrona.

Disarmata.
Elizabeth era totalmente disarmata.
La sorpresa scatenata da quell'evento inatteso, per lo più sgradevole, la colse del tutto impreparata.

Indifesa.
Con il cuore che riprendeva lentamente a battere, i polmoni iniziarono di nuovo a ricevere l'ossigeno necessario alla sopravvivenza, ma insieme ad esso, iniziò a circolare nelle vene anche il dolore.

Impotente.
Elizabeth era pienamente impotente davanti ad un nemico imprevedibile. Chi era quell'uomo che ora stava intrattenendo il suo pubblico, illustrando gli ultimi disegni inerenti il progetto di una nuova e tecnologica portaerei? Chi era veramente?

Debole.
Elizabeth era priva di forza, schiacciata dal rancore, dal risentimento bastardo tenacemente covato nell'animo da anni. Quanti?
La sua mente cercò quell'informazione, quasi cercasse un dettaglio, anche insignificante, per trovare un modo di uscire da quell'incubo.
Dieci lunghi anni.
Poteva una persona rimanere uguale, quasi immutata nel tempo?
"Ryan", si ritrovò a sussurrare fra sé.
Chiuse gli occhi cercando di ricordare un altro particolare, il suo cognome.
Un quaderno, un libro posato su un banco dell'Università di molti anni prima o l'esito di un esame.
"Ryan Barrett", specificò cercando di rassicurare quel poco che rimaneva della sua anima. Ryan Barrett non poteva avere niente a che fare con Kent.
Elizabeth cercò di sforzarsi, di uscire dallo stordimento e di recuperare altre informazioni per vincere la sua battaglia interiore.
Kent non poteva essere Barrett.
Non aveva mai sentito il nome di battesimo del direttore operativo, ma sulla porta dell'ufficio la targhetta riportava due lettere prima del cognome: J.R.Kent.
Un sospiro mozzato uscì da labbra tremanti mentre gli occhi di Elizabeth stavano assistendo ad uno spettacolo a dir poco sconvolgente.
L'uomo seduto davanti a lei non aveva nessun particolare, nome o modo di fare che le potesse ricordare Ryan. Tuttavia, quell'uomo e quella voce non potevano che appartenere all'unico uomo che Elizabeth avesse amato e poi odiato.
Ryan.
L'avversione che provava nei suoi confronti era sempre stata solo sospesa nel tempo ma viva, ed ora, era addirittura divampante.
"Elizabeth?", si sentì chiamare da Claire.
"Si?", rispose debolmente sbattendo ripetutamente le ciglia, sperando di non aver combinato qualcosa di strano mentre la sua mente cercava di riemergere dall'oscurità.
"Ricordami che devo parlare a Kent sull'ultimo ordine che ha richiesto", disse prima di girarsi.
Elizabeth sospirò e strinse forte la penna cercando di controllare il battito del cuore, che ora quel nome innescava.
Cercò di mantenere invariata l'espressione del viso in modo da non far vedere il profondo conflitto che si agitava dentro di lei.
Scrisse velocemente quello che la sua memoria stava già dimenticando, troppo impegnata a sabotare il suo cuore, tirando fuori dai piccoli vasi di Pandora che formavano il suo cervello, innumerevoli ricordi.
Un groviglio di memorie senza neanche più un filo logico. I suoi occhi chiusi si riempirono di un meraviglioso sorriso, un po' malizioso e poi tanto altro.
Tanto da ritrovarselo in costume da bagno e t-shirt con un morbido asciugamano appoggiato sulla spalla.
A quel ricordo Elizabeth sbarrò gli occhi per ritrovarseli posati su di lui.
Lui che continuava a parlare, ad illustrare i disegni e di conseguenza gli ordini da effettuare o le tempistiche di realizzazione da coordinare.
Un altro uomo, ma sempre lo stesso.

Diverso.

Ryan, ora davanti a lei era diverso e non solo nel nome.
Ed eccolo che ritorna, l'unico vero ricordo che era rimasto limpido e scolpito nel cuore e nella mente: perfetta.
Era un pomeriggio di giugno, lui con in mano la sua lettera e quell'espressione un po' dispiaciuta e un po' imbarazzata.
Lei con il suo cuore in mano e lui con quell'unica parola sulle labbra: "Perfetta. Scusami Elizabeth io voglio una donna perfetta".
Un dolore atroce, provocato da uno stiletto d'acciaio, aveva soffocato il suo cuore.
In mezzo a quel terribile dolore, Elizabeth sentì la voce dell'amministratore e poi quella ridicola di Valery.
Aprì immediatamente gli occhi, e osservò di nuovo il mondo che la circondava.
La biondina smorfiosa stava consegnando dei fogli a Kent con quel sorriso ridicolo e soprattutto falso.
La mano, con le unghie laccate di rosso, era delicatamente posata sulla spalla ricoperta da una giacca dal taglio impeccabile.
Aveva già tutto questa confidenza poco dopo l'inizio del suo contratto? pensò Elizabeth con il cuore che aveva ricominciato a battere, forte e fiero.
Ne gioì Elizabeth perché si ritrovò un po' più agguerrita, meno smarrita.
Rivederlo aveva annientato tutto il suo mondo, non poteva negarlo, ma il suo istinto di conservazione era troppo forte e troppo allenato.
Del resto da lui aveva già ricevuto una pugnalata tanti anni prima e con ferite e lividi, di cui andare fiera, era riuscita a sopravvivere.

Non indenne.

Condizionata dalle sue parole a vita, ma in ogni caso poteva camminare a testa alta, con la certezza che con le sue sole forze sarebbe riuscita a rimanere in piedi.

Con dignità.

Questo si stava ripetendo Elizabeth da cinque minuti. Dignità.
Alla fine della riunione si sarebbe alzata dal suo nascondiglio, con la testa alta e gli occhi aperti sul mondo.

Pronta.

Elizabeth si sentiva pronta per affrontare tutto. Pronta a sfidare il mondo e chiunque si fosse messo sulla sua strada.
Il destino aveva scelto per lei, una scelta assolutamente discutibile e poco sensata, ma chi siamo noi piccoli esseri viventi a poter contrastare questo?
Si dice che l'universo ascolti i nostri bisogni e il karma risponda.
Elizabeth rimase perplessa davanti a questa scelta, anche perché sicuramente non aveva bisogno di ritrovarsi Ryan Barrett o Kent, chiunque lui fosse, davanti agli occhi.
La situazione però è questa, e almeno la curiosità di sapere la motivazione di questo scambio di identità, forse l'avrebbe soddisfatta.
Presto, molto presto l'avrebbe soddisfatta.

SPAZIO AUTRICE
Siete pronte? Agguerrite? Doloranti? Orgogliose? Tremanti?
Elizabeth è tutto questo.

Voi che cosa provate?
Un abbraccio e buon weekend! ❤️
Helena

Perso di te (#Wattys2019) (completa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora