Capitolo 9: Buonanotte demoni.

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I suoi occhi grigi persi nel vuoto in quel momento mi rendevano ancora più consapevole della difficoltà del mio lavoro.

Quando opero in situazioni così rischiose per la vita dei miei pazienti mi vengono sempre in mente le immagini dei loro cari appesi ad un filo teso tra le mie mani e quelle del destino, mentre entrambi tiriamo le rispettive estremità cercando di ritagliarci più spazio possibile ed avere la meglio.

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Fuori dalla sala c'è lei, seduta a testa china, sono passate almeno quattro ore da quando siamo entrati in sala operatoria e credo che sia rimasta immobile, proprio in questa posizione dato lo sforzo fisico che impiega nell'alzarsi per correre subito verso di me in cerca di buone nuove.

«Allora...?» Mi accorgo solo adesso che non è sola, ci sono molti altri agenti di polizia sparsi in tutto il corridoio che imprecano al cielo, molti bendati e medicati.

«Sembra avere superato l'intervento, ma è ancora instabile.»
«...quante possibilità di sopravvivenza?»
«Elena...»
«No. Ti prego, ho bisogno di saperlo.»
«Dottoressa, mi dica che mio fratello sopravvivrà...» Un ragazzino basso e tarchiato mi si avvicina completamente in lacrime.

«Dobbiamo aspettare le prime ventiquattro ore per poterlo dire con più certezza, posso solo dirvi che il vostro Giorgio ha la pelle davvero dura. Tuo fratello è in gamba.»

Sembrano tanto sollevati quanto a pezzi, mi rendo conto di non sapere totalmente cosa si possa provare ad essere dall'altra parte del vetro e spero rimanga così a lungo a giudicare dai loro sguardi.

Mi sposto pensando che sia meglio lasciarli da soli ma vengo fermata da Elena che mi fissa di sottecchi mentre stringe la mia mano quasi tremando e mi porta in disparte lontana dagli altri.

«Non sapevo tu fossi lì... probabilmente sarebbe già morto se tu non...»
«È ok Ele, ho fatto il mio dovere.» La rassicuro come meglio posso.
«Lascia che ti ringrazi almeno.» Si ricompone un attimo e la sua bocca fa un lieve accenno di sorriso. «Vederti mi ha rassicurata all'istante.»

«Mi fa piacere Elena, vorrei poter dire lo stesso di te ma ogni volta che provo a decifrare le tue emozioni, riesci a scombinare tutto. Forse non è il momento giusto per dirtelo lo so, ma sappi che vedo quanto tu sia combattuta quando sei con me.»

«Vera... per favore. Io non posso stare con te, e tu non dovresti voler stare con me.»
«Non p-puoi?!»

Sono attonita, i suoi occhi si scuotono come a rispondere alla mia domanda.

«Ok non è il momento per te, né il luogo per me. Ma questo discorso non finisce qui.»
«Certo come no, vedremo.» Sbotta come a chiudere l'ennesima porta tra noi.

Si allontana con rapidità lasciandomi sconfitta in uno scontro che pensavo di avere ormai in pugno.
"Non può!" Ma che cosa significa che non può, dannazione!

Da un lato è come se avesse dato ragione alle mie teorie ma dall'altro mi ha completamente spiazzata rendendomi del tutto impotente ancora una volta.

Passo più e più volte a controllare i battiti dell'uomo appena operato scambiando due chiacchiere con i pazienti delle sale accanto.

Noto con piacere che Elena e gli altri si stanno muovendo frettolosamente verso la stanza di Giorgio con dei sorrisi speranzosi che mi suonano così familiari da quando faccio questo lavoro.

«Sembra che si stia svegliando!» Urla uno degli agenti lì vicino, così osservo tutto da dietro il vetro per vedere i tempi di reazione di quell'eroe che continua a lottare tra la vita e la morte da oltre dieci ore, il buio è interrotto dalla sola luce fioca della luna fuori.

Ed anche oggi, il mio giorno libero lo passo proprio qui, dove credo di sentirmi nell'unico luogo che mi trasmetta un senso di agiatezza unico.

Giorgio è ancora un po' debole e pallido, ha davvero perso tanto sangue ma credo che si rimetterà presto.

Elena sembra essere molto unita ed affiatata al suo collega tanto da stringerlo forte quasi a lasciarlo stremato e senza fiato, non posso che farmi scappare un sorriso davanti a questa rara scena tenera della donna.

«Mi hai fatto prendere un bel colpo sai, stupido?» Riesco ad udire da lontano le parole di Elena miste tra malinconia e felicità mentre lui le sorride cautamente.

L'isola senza nomeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora