Capitolo 15: Abbi cura di vivere

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«Da quando ho ucciso Maria è peggiorato tutto, non distinguo il giorno dalla notte, i turni sono diventati asfissianti. Senza parlare della presenza di Eva che rende tutto più difficile per me, più pericoloso.»

«Riuscirete a risolvere tutto, siete una squadra in gamba, vedrai che quando lei tornerà a Milano per continuare gli studi ti sentirai meno stressata.»

«Come si fa a reprimere tutto? Perché mi manca ancora il respiro quando vedo un incendio, e perché non riesco più ad essere me stessa con gli altri, nonostante siano passati due anni? Non esiste un tasto o un modo diverso e più semplice, per resettare il cervello e ripartire da zero?»

«Elena purtroppo non è così che funzioniamo lo sai bene, purtroppo dobbiamo faticare di più per arginare le sofferenze. La tua mente ha stabilito un sistema di autodifesa che non lascia passare neanche te a volte. I tuoi incubi, invece, sono sempre costanti?»

«Sì, non riesco a dormire più di tre ore a notte ormai. Appena i miei occhi si chiudono vengono inebriati da un fumo rovente, riesco quasi a percepirne la puzza e le urla di quella notte di due anni fa. È tutto così vivido.»

«È più che comprensibile, non è affatto facile per te scacciare via quei ricordi. Cosa provi una volta schiusi gli occhi?»

«Ogni volta mi sveglio inevitabilmente stanca e sopraffatta, con la voglia, o meglio il bisogno, di andare a lavorare per cercare vanamente di cambiare qualcosa. Magari spero di formulare materiale migliore per i miei prossimi sogni, non saprei con esattezza ma ogni santo giorno mi addormento stanca per poi svegliarmi, la mattina seguente, ancora più stremata.»

«I tuoi demoni hanno un nome, sanno dove colpire non restano lì inermi ad aspettare che tu ti assopisca. Loro agiscono lentamente, logorandoti dal profondo in ogni tua azione sotto aspetti e movenze diverse. Solo quando la mente è sgombra da altri pensieri si presentano con i loro volti, e lì, faccia a faccia nessuno potrà scappare né si potrà cercare di fingere che il problema non sussista.

Saper dar loro un nome ti aiuta a superarlo più facilmente, poter identificare il proprio dolore è il primo step necessario per vincere ogni guerra interiore. Additare qualcuno e cercare di prevalere su esso da una spinta in più ai tuoi sforzi.»

«A volte credo che l'unica via d'uscita sia continuare a lavorare sodo e ristabilire in città calma e pace, altre invece, penso che sia tutto inutile ormai e che la mia vita sia inesorabilmente rovinata.»

«Ci sono occasioni in cui tutte queste sensazioni si dissolvono, lasciando spazio ad un bricioli di speranza? Magari riuscendo a provare un brio particolare.»

«Dipende cosa intendi per brio particolare.»

«Perché non mi parli della dottoressa Vera, visto che fingi di non capire a quale brio diverso mi riferisca. Continui a volerla ignorare?»

«Ci provo, devo mandarla via dalla mia vita. Non riesco a mettere i miei desideri e/o sentimenti nei suoi confronti da parte, nonostante sarebbe la cosa più giusta da fare soprattutto per lei. Forse non avrei dovuto espormi così tanto con lei ieri sera, ogni volta che provo a respingerla sento crescere dentro di me un senso di colpa immenso e riesco a vedere nei suoi occhi la speranza di una donna che ancora, nonostante i miei modi poco garbati, non demorde.»

«Da come ne parli sembra che questa donna ti intrighi davvero tanto da spingerti quasi a rischiare un pezzo di te, ma ogni volta che si avvicina a te le spezzi le ali. Così facendo non farai altro che perderla davvero, sappi che tutti hanno un limite e tu stai giocando troppo con il suo.»

«Io vorrei che fosse tutto facile, ma ho davvero paura. Lei è l'unica che dopo due anni riesce a farmi sentire viva. Ma lo sai...io non posso.»

«Sì, lo so. Dimmi un po' cosa scatta dentro di te quando sei con lei?»

«Io non lo so esattamente perché mi fa quest'effetto. Ma so di essere un tumulto di emozioni perlopiù contrastanti, e che quando c'è lei quei demoni lì di cui parliamo non ci sono, o forse sono loro a scappare davanti a lei. Non lo so dottoressa ad esempio, ieri sera è stato il compleanno di Eva e ho incontrato per caso Vera nello stesso locale.»

«Bene, vai avanti. Avete avuto modo di parlare?»

«Diciamo... Lei era un tantino ubriaca, stava baciando una donna ma poi l'ha respinta. Così mi sono avvicinata e non ho resistito dal farle un complimento. Era stupenda, un vero e proprio incanto con quell'abito ma ovviamente come risposta ho ricevuto un immancabile commento acido che meritavo in pieno.»

«Ormai ti seguo da quasi due anni, e questo è già un grande passo per te: parlare di una persona che non abbia a che fare con il tuo lavoro e soprattutto cedere a qualche istinto. Ogni volta che ti chiedo di prenderti una pausa dal tuo deleterio mondo rifiuti senza pensarci due volte, adesso però vorrei darti un compito.»

«Ho l'impressione di sapere già che me ne pentirò dottoressa.»

«Ho, anzi, abbiamo bisogno di far uscire quel lato del tuo carattere che da due anni hai sotterrato. Mi è stato detto dai tuoi ricordi che esisteva un'Elena intraprendente, sorridente e dinamica, ed il mio compito è quello di ritrovarla in mezzo a tutta questa cenere. Finalmente è arrivata una persona che da come dici distrugge i tuoi algoritmi, tutti i tuoi piani vengono annullati e di cui anche i demoni si intimoriscono. Devi cercare di avere un approccio con lei, di aprirti un po' e vedere come va, magari andrà male ma ci avremo provato. Torna a casa, scegli un bell'abito, e fa in modo di passare del tempo con questa donna.»

«Ma i-io veramente...»

«Niente "ma", adesso fai ciò che ti ho detto l'ultima volta. Non dimenticare di trascrivere tutti i tuoi sogni in un'agenda, a proposito com'è questo nuovo metodo?»

«È strano. Però credo stia cambiando qualcosa, è come se riuscissi a metabolizzare i miei incubi più facilmente in questo modo, credo che continuerò a farlo.»

«Ci sono stati miglioramenti nel tuo sonno?»

«Non saprei dirtelo, le ultime ore di sonno tranquillo che ho fatto sono state a casa di Vera quasi un mese fa.»

«Mm-mmh, ho capito. Per oggi credo che possa andare, ti fisso un appuntamento tra quindici giorni esatti, riceverai il solito messaggio di conferma  mia cara Elena.»

«Bene, buona giornata dottoressa.»

«Ah Elena, io sono la tua psicanalista ma non ho i super poteri. Riusciremo a farti tornare a vivere solo se tu lo crederai possibile.»

«Ci riusciremo Elisa, buona giornata.»

«Abbi cura di vivere.»

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