Capitolo 22: Anima viva.

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Elena tenta di divincolarsi dalla sua responsabilità ormai consolidata, senza ottenere nessuna vittoria, è consapevole di essere moralmente obbligata a rivelarci ogni cosa. Eva la fissa dritta negli occhi con le braccia conserte, ed io invece le scuoto davanti il cellulare ricordandole che Diego, a distanza, è più informato rispetto a noi due dirette interessate. Eravamo ad una manciata di metri dallo scontro, rimanendo completamente all'oscuro di tutto.

«Ok, siete proprio stressanti ragazze, non vi basta sapere semplicemente che ormai sia tutto risolto vero?» Si rizza la schiena in avanti e schiarisce un po' la voce, poi guarda me e continua.

«Ti ricordi di quel bigliettino che pensavi fosse mio?» Divento paonazza solo al pensiero, certo che ricordo, ricordo benissimo come mi sono sentita umiliata, convinta che fosse l'ennesimo gioco di cattivo gusto di Elena. Annuisco lievemente con la testa, evitando di dare troppo nell'occhio.

«Beh, come ti dicevo non era mio. Te lo ha lasciato qualcun altro. Abbiamo iniziato subito le indagini dopo che tu l'altra sera mi hai raccontato del bigliettino.» Comincia a spiegare cercando di coinvolgere visivamente anche la sorella.

«Che cosa c'era scritto?» Chiede Eva insospettita e poi continua. «Certo che se tu smettessi di utilizzare questi mezzi anticonformisti e cominciassi a usare i messaggi, sarebbe meglio, ma questa è un'altra storia.» Sorrido a quelle parole che spezzano l'aria appesantita, in risposta però trova soltanto due occhi meravigliosi grigi che ruotano al cielo cercando di ignorare la critica incassata.

«Niente di che, era un appuntamento. Un orario ed un luogo, Vera pensava fossi stata io e si è recata lì, senza però trovarci nessuno.»
«Chi diavolo la inviterebbe per poi non presentarsi all'appuntamento scusami?»
«Qualcuno a cui avete infranto i piani, dico bene? Perché volevano me?»

«Vera, ultimamente io e te abbiamo passato troppo tempo insieme. Chi doveva vedere ha visto, chi voleva colpirmi ha capito chi colpire. Ho ucciso anche Maria, capisci che significa per loro? È una guerra aperta, giocano a chi reca più dolore. Hanno semplicemente fatto due più due, ti ho sempre detto che non avresti dovuto frequentarmi Vera.» Elena sospira, sua sorella le mette una mano sulla gamba e la stringe forte. Si guardano afflitte e stanche. «Finirà tutto Ele, vedrai che questo incubo passerà.»

«Voi dovete andarvene via. Non potete continuare ad essere dentro quest'incubo, è la mia vita ed io ho scelto il mio lavoro, voi non avete nessun motivo per starci dentro.» Sento che quella frase, detta con la voce più rauca che possedesse, era rivolta dritta a me, a conferma dei suoi rifiuti passati.

Mi alzo di scatto dal divano, incurante delle altre due interlocutrici, fisso la vetrata che ormai rispecchia il bagliore della luna e noto del movimento davanti casa, vedo un uomo in piedi ad un paio di metri dalla mia abitazione. Noto lì vicino un secondo uomo che osserva la strada, non riesco davvero a capire cosa stia succedendo lì fuori.

«Ma che diavolo...» Sbotto, nervosa e confusa sempre di più da tutto questo tramtram.
«Era ora che te ne accorgessi.» Elena si alza in piedi, con una mano si sposta i capelli dal collo roteandoli tutti sulla destra. «Sono due uomini dei miei, puoi stare tranquilla. Controllano la tua abitazione giorno e notte.»

«CHE COSA?! ELENA MA SIETE IMPAZZITI?» Mi rendo conto troppo tardi del tono di voce che sto utilizzando, Eva si avvicina velocemente a noi guardando i due uomini fuori il cortile con fare soddisfatto.

«Elena, perché sono qui fuori da casa mia?»
«Abbiamo trovato quell'uomo che ti ha mandato il biglietto, ha confessato. Oggi pomeriggio stavamo seguendo delle piste che portavano a lui...e guarda caso ci hanno portati dritte dritte qui. Ti stava pedinando Vera, non era riuscito l'altra volta perché sicuramente era impegnato anche lui durante l'attacco. Era qui, e voleva solo te. Capisci?»

«Ma voi siete pazzi! Ma di che diavolo parli, quale mente malata farebbe una cosa simile ad una persona qualunque come me? Io sono soltanto un dottore, anzi, ho pure tentato di rianimare e salvare Maria Marciano!» Non riesco più a controllare le mie reazioni, forse l'ansia comincia a farsi strada dentro di me senza che io possa rendermene conto.

Eva intanto mi tende una mano e mi sfrega il volto con l'altra. «Se mia sorella ha scelto questa misura precauzionale i motivi sono sicuramente molto validi Vera, puoi starne certa.» Poi continua guardando sua sorella. «Che fine ha fatto quell'uomo? Siete riusciti a prenderlo?»

«Purtroppo è stato ucciso, se qualcuno avesse intenzione di continuare la sua missione al posto di questo qui...»

«Nessuno continuerà niente! Sono sicura che riuscirete a fermarli, mettere qui fuori due uomini di guardia è stata un'ottima idea, ma se non bastasse? Avete anche altri piani?»

L'isola senza nomeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora