Il giorno dopo Ottavio la condusse con sé nel salone e lì la aiutò a conversare con qualche dama altolocata, la mise in mostra come una regina, ma con la discrezione del marito geloso. La guardava prendere confidenza con persone prima sconosciute e trovava che fosse perfettamente all'altezza del suo ruolo. Scopriva in lei una nuova Galatea, come se fino a quel momento non avesse conosciuto che uno spicchio della sua anima. Lei, da parte sua, si destreggiava tra un argomento di discussione e l'altro, dimostrando di intendersi a sufficienza di musica e di arte, nonché di letteratura. Non passò molto tempo che attorno a Galatea si strinse un gruppo di nobildonne attratte dalla sua giovinezza come le falene dalla fiamma di una candela. In pochi giorni, la nuova duchessina, fino ad allora lasciata in disparte, riempì di sé il vuoto lasciato dall'anziana duchessa e dalla cognata in lutto. Tutto ciò non poteva non entusiasmarla e per la prima volta Galatea cominciò ad ignorare il desiderio di partire. Ottavio indagava con i suoi mezzi di diplomazia e dissimulazione, mentre sua moglie raccoglieva l'approvazione generalizzata della nobiltà. Nel giro di una settimana, Galatea aveva assunto il ruolo che si confà alla duchessa, disponeva l'organizzazione di eventi informali, temperava l'esuberanza degli artisti imponendo la sobrietà dovuta al recente lutto e manovrava sapientemente l'opinione della corte. Era appena agli inizi, eppure la sua personalità si imponeva già come dominante negli ambiti che più le interessavano. Non rinunciò ai suoi momenti di intimità con il marito, che spesso, senza che lei se ne accorgesse, la guardava da lontano con un'espressione appagata e orgogliosa.
Il duca era intento a preparare la cerimonia di insediamento e l'aria vibrava di aspettative e di attesa. Tutti ne avvertivano gli effetti, tutti sembravano avere idee, progetti, piani per il futuro. D'altronde, Antonio era un uomo adulto e avrebbe avuto più spazio di manovra senza l'appellativo di reggente, che lo costringeva a dividere il potere con la cognata.
Agosto era tornato caldo e, via via che si avvicinava la festa dell'Assunzione di Maria Vergine, le temperature salivano e salivano. Ma era impossibile muoversi, spostarsi altrove: il ducato e la politica richiedevano azione anche in un momento dove il sole picchiava duro sulle teste e l'afa toglieva il respiro. Ognuno prese le sue precauzioni: passeggiate all'imbrunire, tanta frutta e fazzoletti inumiditi sempre a portata di mano.
Nelle ore più calde ci si ritirava nelle stanze più riparate, si dormiva o si leggeva. E questo facevano Ottavio e Galatea, ed era uno dei pochi momenti che riuscivano a passare insieme. Anche il giorno dopo Ferragosto si ritrovarono dopo pranzo, congedando gli sciami di servitù che ultimamente erano passati al loro servizio. Rimasero soli, finalmente soli; si sorrisero.
«Ti sta molto bene quel vestito» disse Ottavio, guardandola intensamente. Non aveva avuto modo di complimentarsi prima. Le tese la mano e la fece roteare su se stessa, per ammirarla meglio.
«Manca qualcosa, però» osservò in un secondo momento, corrugando un poco la fronte. Galatea, mortificata, si controllò: controllò i fiocchi, le perle, poi si portò davanti allo specchio e sistemò l'acconciatura. Il tutto senza capire a cosa si stesse riferendo lui e perché continuasse a fissarla ostinatamente.
«Siediti, Tea» ordinò con tono dolce indicandole una poltroncina del salotto. Camminarono insieme, fianco a fianco, poi Galatea sedette e lui si spostò dietro lo schienale.
«Chiudi gli occhi» ordinò ancora, e lei obbedì. Avvertì la sensazione di un contatto freddo sul petto, poi sulle spalle e infine sul collo. Alzò una mano e toccò la superficie liscia di una perla. Allora si volse, contravvenendo all'ordine, e trovò Ottavio che armeggiava con la chiusura della collana.
«Sei così buffo!» disse, trattenendo una risata. Ottavio arrossì e, con un gesto un po' brusco, riuscì infine nell'intento di serrare la chiusura. Galatea corse a guardarsi allo specchio, scoppiando di gioia. Ogni movimento emanava commozione e felicità. Ottavio invece se ne rimase dov'era a contemplarla da lontano. Galatea allora tornò indietro, gli prese una mano e la baciò, quindi, nell'eccitazione, lo abbracciò stretto, ripetendogli all'infinito che l'aveva resa la moglie più felice del mondo.
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Figlia di mercante
Historical FictionSeicento, epoca buia, epoca di sospetti, di epidemie, di guerre. Ma anche secolo della musica, del barocco, dell'amore passionale. Due sfaccettature che segnano la vita di Galatea dalla nascita alla morte. Racconto la sua storia come me la racconta...