Dopo la prima notte insieme, Ottavio aveva preso a trascorrere con lei solo una o due notti alla settimana, non di più. E l'aveva fatto più per salvare le apparenze che per un qualche attaccamento sponsale. O almeno questo credeva Galatea che, con l'andare dei giorni, si trovava via via più fiaccata dalla nuova condizione. Dopo la morte del vecchio duca, suo marito non era più venuto nella sua camera e la situazione si protraeva ormai da un mese abbondante; le malelingue avevano ripreso a ricamarci su. Galatea aveva sperato in un primo tempo che i toni confidenziali della prima notte avrebbero inaugurato un clima più sereno tra loro, tenendo conto del fatto che avrebbero dovuto passare insieme il resto della loro vita. Invece Ottavio viveva le sue giornate lontano da lei, tra la folla dei cortigiani che fino a poco prima aveva ignorato sistematicamente. Aveva cambiato volto insieme con l'abito e, smessa la tonaca del seminario, aveva indossato i panni dell'uomo di corte, che frequenta persone sempre diverse e trova per ognuna il fianco in cui fare breccia. La sua intelligenza lo metteva in grado di confrontarsi con gli interlocutori senza temere mai di essere colto in fallo; adduceva argomenti convincenti benché contraddittori e talvolta era in grado di comportarsi da vero sofista, adattandosi alle circostanze e ai discorsi con la disinvoltura di una biscia che si allunga tra le rocce. Non sembrava avere tempo e forse non aveva nemmeno voglia di confrontarsi con Galatea: non cercava i suoi consigli, non cercava il suo appoggio. Forse riteneva, come tutti, che fosse semplicemente la figlia del mercante, sveglia ma sveglia come può esserlo un cane da caccia, ossia per razza e non per personale propensione. Ed era questo che soprattutto infastidiva la sua giovane moglie e la allontanava giorno per giorno da lui. Di tanto in tanto pensava che doveva già gioire del fatto che la trattasse con un rispetto di facciata: le dava la mano senza ritrarsi, le parlava con il tono del marito innamorato e non le faceva mai mancare la propria presenza nei momenti necessari. Ma non le sembrava che facesse niente di più, che non cercasse nient'altro oltre alla sua figura di moglie.
Aveva ricevuto il libriccino da parte di sua madre: era un manualetto stampato in fretta e furia e rilegato alla bell'e meglio, intitolato Le doti della buona sposa. Si trattava di una raccolta di novelle di diversi autori, tutte incentrate sul matrimonio, diverse per trame e toni, dal moralistico al parodico: aveva letto solo le prime due o tre pagine e tratto già la conclusione che un libro del genere le fosse totalmente indifferente. Probabilmente sua madre era stata ingannata dal titolo e gliel'aveva mandato senza preoccuparsi di controllarne il contenuto.
Ottavio la raggiunse senza preavviso la sera di un mercoledì e si coricò subito accanto a lei senza dilungarsi troppo in parole. Galatea, d'altronde, non cercava la conversazione e, auguratagli una scostante buona notte, si accinse a spegnere la candela.
«Com'è il libriccino?» domandò lui inaspettatamente. Lei rimase con la mano sospesa a poche spanne dalla fiammella e non trovò subito le parole per confessare che in realtà si trattava di un regalo tutt'altro che utile.
«Novelle... E non tutte oneste, in verità» ammise alla fine, senza osare guardarlo.
Ottavio rise di una risata sincera, benché sommessa, e accomodò le lenzuola sul petto: «Vostra madre deve aver pensato di farci un favore... Di insegnarci qualche cosa che né voi né io conosciamo» commentò. La luce fioca non permise a Galatea di vedere se fosse arrossito, ma la sua voce tradiva un certo imbarazzo mascherato da spavalderia.
«Ricordate che ero fidanzata fino a poco tempo fa: mi hanno spiegato cosa sarebbe accaduto...» lo rimproverò, sporgendosi per la seconda volta verso la candela.
«E voi non crediate che già da diacono io ignorassi certi aspetti della vita coniugale» ribatté placidamente, con sguardo di sfida.
«Non l'ho mai creduto, infatti» rispose, ricambiando l'occhiata.
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Figlia di mercante
Ficción históricaSeicento, epoca buia, epoca di sospetti, di epidemie, di guerre. Ma anche secolo della musica, del barocco, dell'amore passionale. Due sfaccettature che segnano la vita di Galatea dalla nascita alla morte. Racconto la sua storia come me la racconta...