Mi chiamavano riccone,
Figlio di papà.
Mi ammazzavano di botte
Solo perché difendevo
Qualcuno che non sapeva più
Come rialzarsi da terra.
Ma la cosa peggiore
Era che io volevo bene
A quegli stronzi.
Erano le persone
Che mi erano sempre rimaste accanto,
Che mi avevano riportato a casa quando ero ubriaco,
Che mi avevano coperto le spalle con mio padre.
Erano le persone
Di cui più mi fidavo al mondo,
Con cui ho condiviso tutto,
Anche la parte peggiore di me.
Ma quando mi sono accorto
Che dovevo darci un taglio
Con tutte le mie cazzate,
Con tutte le bevute il sabato sera,
Con tutte quelle sigarette,
Mi hanno abbandonato per strada,
Proprio sull'orlo di un dirupo.
Dicevano che non ero più io
Che ero cambiato in un mondo
Che sarebbe rimasto sempre lo stesso.
Mi dicevano che fare l'eroe
Non mi avrebbe portato da nessuna parte,
Che non si deve mai sputare nel piatto
In cui si ha mangiato poco prima.
Ma io volevo solo stare bene,
Volevo solo sentirmi orgoglioso di me,
Combinare qualcosa di buono,
Senza stare perennemente sbronzo
O trovarmi in mezzo a delle risse in discoteca.
Non mi aspettavo di certo di essere capito,
Di ricevere una pacca sulla spalla per le mie scelte,
Ma di certo non avrei mai pensato
Che avrei avuto più sangue sulle magliette
Che nelle vene.
Per questo ho iniziato
A starmene per conto mio,
A girare con un cappuccio in testa
Per non attirare troppo l'attenzione.
Le mie battaglie dovevano essere mie
E di nessun altro,
Così come i miei occhi neri
E le mie nocche insanguinate.
Ho pensato tante volte di sparire,
Di mollare tutta questa merda
E rifarmi una nuova vita.
Ma sapevo che non sarebbe servito a niente,
Che le ombre di questi mostri
Mi avrebbero rincorso per tutta la vita.
Avrei potuto reagire,
Prenderli a pugni come facevano loro,
Ma non faceva parte di me.
Non avrei mai fatto del male
A delle persone che avevo a cuore.
E quindi continuavo a subire,
A collezionare cicatrici,
Senza mai lamentarmi.
Poi tornavo a casa
E sedevo vicino alla finestra
Fissando il vuoto.
Prendevo il mio pacchetto di sigarette
E lo svuotavo
Con dolorosa lentezza.
È proprio vero che certe cose
In fondo
Non cambiano mai.
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Parole come uragani
PoetryLe parole che nessuno dice, quelle che da leggera brezza si trasformano in uragani.