Capitolo 13

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Sono seduto al tavolo con Maurizio da poco ma ho già perso il senso del tempo, sembra che i minuti si siano dilatati e tutto quello che avviene mi risulta confuso, ovattato.

Sin da quando è salito in macchina mi ha investito subito con una serie spropositata di convenevoli enfatizzati da questo suo modo di fare viscido che mi sono colati addosso come melassa dolce. Dopodiché, non so come, è riuscito a iniziare tutto un discorso sulle sue passioni extra cucina e quindi siamo passati a un elenco infinito di titoli di manga giapponesi dei quali mi ha specificato storia e ruolo di ogni singolo protagonista, caratteristiche tecniche e stilistiche di tutti i mangaka principali (disegnatori di fumetti giapponesi) partendo dallo storico Leiji Matsumoto ideatore del mitico Uchù Kaizoku Kyaputen Hàrokku, fino ad arrivare al più moderno Hayao Miyazaki, per poi passare a tutta la saga di Guerre Stellari e alle varie serie televisive di Star Trek specificandomi le varie differenze tra la serie originaria con il capitano Kirk e la serie Next Generation, con il capitano Jean Luc Picard, finanche alla serie Deep Space 9 con quell'altra stronza che comandava e che nemmeno mi ricordo più come si chiama.

E come ciliegina sulla torta mi ha fatto un saluto in lingua Klingon che, anche se con un poco di fatica, sta imparando seguendo delle lezioni su internet.

Non saprei dire con esattezza da quanto tempo siamo seduti, sicuramente da abbastanza per non poterne più di questa cena ma è il dazio che devo pagare prima della mia ricompensa. Fortunatamente abbiamo già ordinato e ci stanno portando gli antipasti. Ho fatto una scelta confusa dei piatti né tantomeno ricordo la mia ordinazione per intero, sono troppo concentrato sul dopocena per pensare al mangiare e lui deve essersene accorto perché mi sembra abbia fatto un commento sulla scelta delle portate che ho fatto, ma non mi importa.

Ho notato che in questo locale Maurizio non è stato accolto da alcun gesto amichevole sintomo che ancora non è conosciuto e mi sembra anche che non abbiano riconosciuto me. Sono tutte facce di colleghi giovani che, troppo presi dal lavoro, non hanno tempo da perdere per seguire i giornali e le guide del settore dove vengono segnalate tutte le nuove tendenze di locali e di quelli che sono gli chef sulla cresta dell'onda, però per non sbagliare non mi sono levato il berretto con il quale sono entrato e sto facendo tutta la cena con il copricapo calzato in modo tale da celare il più possibile la mia faccia e soprattutto il fatto evidente che mi sono rasato capelli e sopracciglia.

Non sto mangiando praticamente nulla, sinceramente neanche so perché ho ordinato questa fantasia mista di mare troppo abbondante per il mio appetito, mentre lui sta divorando le sue animelle di vitello arrosto con formaggio di capra e mango in diverse consistenze.

Il cibo è l'unica cosa che riesce a zittirlo il che è un bene da un lato ma, vista la sua totale ineducazione nel mangiare e la sua totale mancanza di conoscenza del galateo, è un male dall'altro. Soprattutto per uno che come me soffre di misofonia acuta e che quindi non sopporto il ben che minimo rumore proveniente dal masticare, dal deglutire, dal bere in maniera sguaiata e da qualsiasi altro biascichio relativo.

Ancor prima di addentare il primo boccone di cibo si è colmato due bicchieri di acqua e se li è letteralmente tracannati tutti di un sorso manco fosse stato disperso nel deserto da giorni, con quell'inevitabile fragore di acqua che rumorosamente sgorga un lavandino precedentemente intasato, per terminare con un finale prolungato di vocale "AHHH" come se volesse rendermi partecipe del suo essersi dissetato. Mancava solo mi ruttasse in faccia!

E questo è stato solo il buon appetito, subito dopo ha cominciato a ruminare pane e focaccia facendo briciole ovunque, sputacchiando in ogni direzione pezzi di grissini mentre con la bocca piena continuava inesorabile a parlare e masticare.

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