Capitolo 12

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Al ristorante hanno tutti tirato un sospiro di sollievo non appena ho comunicato la mia assenza per la parte restante della giornata, tutti tranne Stefano.

Lui è l'unico abbastanza intelligente da capire l'importanza del ruolo dello chef. Rude, scontroso, col pessimo carattere ma che tiene tutti in riga e che fa andare le cose per il verso giusto.

Sì perché lo chef non è solo colui che idea dei piatti buoni non banali e con delle tecniche di cucina moderne. Il ruolo dello chef è principalmente quello di far funzionare una attività commerciale dal punto di vista economico non sgarrando con i costi e, dal punto di vista organizzativo, far girare al massimo i ragazzi dello staff che, essendo solitamente troppo giovani, spesso hanno una scarsa cultura personale e scarse esperienze lavorative.

Prendi come esempio un grande cuoco esecutore che non abbia però capacità organizzative, o prendi un grande organizzatore al quale mancano del tutto competenze e carattere senza quindi avere quel polso duro che gli permetta di poter far valere la sua visione delle cose anche quando ha spudoratamente torto, in entrambi i casi il castello di carte sul quale si regge l'ordine del ristorante collasserà inesorabilmente. Inizierebbero inevitabilmente tutta una serie di lotte intestine atte a far emergere un leader alternativo, una sorta di lotta per la sopravvivenza che porterebbe alla formazione di fazioni antagoniste in una anarchia demenziale che non darebbe altra alternativa alla proprietà se non quella di resettare totalmente il sistema facendo "fuori" praticamente tutti per riiniziare da zero con un conseguente esborso economico devastante.

Lo chef, ma lo stesso dicasi per tutte quelle figure dirigenziali che hanno grosse responsabilità sulle proprie spalle, deve essere il cattivo con la "C" maiuscola e tutti devono essere impegnati a detestare lui.

Nel caso in cui nella struttura sia presente uno chef con tutti i requisiti di detestabilità corretti, i dipendenti lo potranno sicuramente odiare ma in silenzio e senza farsi notare, filando il più dritto possibile e di conseguenza tutto procederà esattamente come deve procedere e il lavoro sarà ben organizzato e fluido.

Rarissimi sono i casi dove il leader possiede così tanto carisma da poter imporre la propria visione semplicemente dicendo le cose con un filo di voce. In ogni caso io prediligo di gran lunga il metodo medioevale dove a chi sgarra spetta la gogna.

Comunque sia, grazie a Stefano, sono riuscito a staccarmi dal lavoro e sono già andato a casa per preparare questo piccolo pensierino per Maurizio.

Ho cotto un sottile biscotto sablè alle nocciole che fa da base croccante sul quale ho spalmato un leggero velo di marmellata di arance amare e poi ho finito il dolce con un morbidissimo cremoso di cioccolato fondente al 60%, il tutto "aromatizzato" da una abbondante dose di semi di ricino liofilizzati. Ora sono già nei pressi di casa sua pronto per chiamarlo.

Lo divorerà in un sol boccone ne sono sicuro e dopo poco dovrei già notare i primi sintomi. Comincerà a sudare freddo e la vista gli si farà annebbiata, la bocca si impasterà e inizierà a biascicare. A quel punto lo porterò fuori e ci apparteremo come una dolce coppietta in cerca di un po' di intimità.

Non sto più nella pelle dall'eccitazione, ho anche affilato il coltello buono delle grandi occasioni!


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