Ho nuovamente incontrato i ragazzi della volante ieri sera e subito l'argomento si è focalizzato sul triplice omicidio dei giovani universitari. Sono riuscito a farmi dare altre utili informazioni sull'ispettore Rose e sulle indagini in generale. Fortunatamente per me Guglielmo mi ha confermato che sia i carabinieri che la polizia, anziché collaborare nell'attività investigativa creando una task force anti-mostro che abbia come obiettivo quello di individuarmi investigando congiuntamente sui pochi indizi che lascio loro, litigano e preferiscono ostacolarsi. Tutto questo nonostante le forti pressioni del prefetto.
Guglielmo mi ha anche confermato che solo questo giovane investigatore della polizia sembra aver preso seriamente a cuore la questione facendo domande nei posti giusti e rompendo le scatole in tutte le direzioni fino a risalire al luogo in cui erano stati i 3 ragazzi la sera prima del delitto. È anche stato in grado di scoprire che per alcuni minuti si erano intrattenuti con un'altra persona più grande di loro che risponde esattamente alla mia descrizione ma fortunatamente il barista cingalese di quella sera, evidentemente, non vede le popolari trasmissioni di cucina e quindi non è riuscito a riconoscermi. Questa volta indubbiamente ho corso un rischio... devo stare più attento! Comunque, per il momento l'ispettore Daniele Rose non è riuscito ad andare oltre.
Penso però che questo giovane poliziotto di belle speranze, che sempre di più mi ispira simpatia ed empatia grazie a ulteriori aneddoti e precisazioni fornite da Guglielmo, non riuscirà a dare una vera svolta alle indagini fino a che rimarrà praticamente isolato nell'attività investigativa. Certo che se non fosse lasciato da solo dovrei temere quest'uomo tutto d'un pezzo che, dotato di tanta tenacia e senso del dovere, avrebbe tutte le qualità necessarie per catturarmi. Un uomo sicuramente da stimare questo Daniele, al quale non mancano caratteristiche come caparbietà, onestà umana, professionalità, serietà, preparazione e intelligenza, ma che in definitiva non può impensierirmi minimamente perché non essendo supportato dalla struttura per cui lavora non potrà essere una grossa minaccia per me. Se inoltre dovessi tornare a essere prudente nel mio agire come ho sempre fatto in passato penso proprio che posso proseguire a dormire sogni tranquilli.
Di conseguenza continuerò ad avere la mia solita vita rimanendo placidamente affacciato alla finestra di questo insospettabile castello a forma di ristorante, guardando serenamente i loro frenetici tentativi di caccia all'uomo che insisteranno a portarli in inutili vicoli ciechi.
Questa volta però la soddisfazione di fondo che mi pervade nei giorni successivi agli omicidi non ha avuto la stessa intensità di sempre. È come se la mia mente continui ad essere distratta da altri pensieri sfocati, da un insieme di parole e di concetti che mi tengono lontano dalla solita euforia. Ormai non ho più solo dei dubbi latenti che mi tormentano e mi fanno dubitare del mio già instabile equilibrio psichico, comincio ad avere delle drammatiche certezze sul fatto che da qualche mese a questa parte sia in atto una cruenta lotta interna tra le diverse facce della mia personalità.
Sarà forse anche perché in queste ultime settimane ho trovato sulla mia strada alcune persone che hanno fatto vacillare le mie convinzioni sul decadimento della razza umana. Sino a poco tempo fa credevo che le uniche persone valide sull'intera faccia della terra fossero solo lo chef Alessandro di Foggiano e la vecchia Marie in Francia. La sola persona degna incontrata, oltre a loro, pensavo fosse Stefano ma mi era chiaro che costituisse un'eccezione e che quindi non potesse far cambiare i miei pensieri saldamente arroccati da troppi anni. Poi però, nell'arco di un lasso di tempo estremamente piccolo, si sono materializzati come dal nulla prima una donna semplice e pura come Daniela e poi, con una curiosa similitudine di nome, è arrivato Daniele l'uomo di legge.
Daniele... Daniele...
Tutte queste chiacchiere su questo "super poliziotto" mi hanno terribilmente incuriosito e nell'ultima settimana ho dedicato tutto il mio tempo libero per trovare ulteriori informazioni su di lui, perfino pedinandolo fino al limite di essere scoperto. Sono riuscito anche a intrufolarmi negli uffici del commissariato di Scalo Romana, dove Daniele lavora, e con la scusa di prendere informazioni su dei permessi di soggiorno che servono a 2 nostri dipendenti srilankesi e salutando i miei amici poliziotti Guglielmo e Roberto, ho potuto seguire meglio più da vicino il suo modo di lavorare e di essere. Sono rimasto letteralmente estasiato nel vederlo operare con estrema lucidità e concentrazione all'interno di quei caotici uffici dove, tra un vociare esasperante di persone annoiate e continui lamenti provenienti da ogni dove, lui riusciva a coordinare uomini delle forze dell'ordine e balordi con una semplicità e una normalità disarmanti senza mai dare cenni di distrazione che facessero perdere la sua chirurgica precisione.
Insomma, tra quello che mi ha raccontato Guglielmo, altre informazioni che sono riuscito a trovare sulla sua vita privata presente e passata e da quello che ho visto l'altra mattina al commissariato di Scalo Romana, ne esce una rappresentazione di un uomo straordinariamente ricco di virtù che si contrappone nettamente a questa società in costante decadimento.
Se invece volgo altrove la mia attenzione per cercare di capire il mio malessere, posso anche ipotizzare che siano state le circostanze attorno alle quali si è sviluppato l'ultimo triplice omicidio che mi stanno destabilizzando facendomi letteralmente vacillare.
Sì perché devo essere sincero che questi 3 ragazzi sono riusciti a portarmi all'esasperazione in un tempo estremamente breve ma devo essere altrettanto onesto nel riconoscere che questa volta, seppur si trattasse di 3 buoni a nulla detestabili figli di papà, le loro colpe non erano abbastanza profonde per meritare la fine che gli ho fatto fare.
La verità è che sono stati semplicemente dei giovani perditempo che hanno avuto la sfortuna di incrociare sulla loro strada un dannato folle in un momento delicato della propria vita.
Questo pensiero che si è insinuato dentro la mia testa mi sta torturando e mi sta facendo vedere una realtà che non mi piace assolutamente. È da qualche giorno che la situazione mi appare più cupa di quanto già solitamente mi appare.
Se ci penso bene tutto mi riporta e mi ricongiunge a quell'essere spregevole e senza morale che era mio padre. Solo lui avrebbe commesso un'atrocità simile, senza una motivazione solida e fondata, come quella che ho fatto io a questi 3 ragazzi.
Eh sì, perché se fino a oggi ogni omicidio e ogni brutalità che ho messo in atto sono sempre state rivolte nei confronti di persone spregevoli, avide, immorali e indegne, salvaguardando così agli occhi della mia anima la purezza del mio agire, adesso non sono più certo di tanta bontà delle mie azioni. Forse non tutta la razza umana è dissoluta e viziata tanto da meritare l'intervento della Nemesi. Se tutto questo fosse vero, ovvero se alcuni delitti commessi da me e dal mio demone in passato non fossero stati realmente necessari come è successo per questi ultimi 3, allora io in verità non mi starei lentamente avvicinando a ciò che era mio padre? Non starei diventando un mostro esattamente come lo era lui?
Ricordo con un forte senso di nausea ogni volta che quell'uomo tornava a casa e senza alcun motivo ci pestava o ci costringeva nudi in piedi per ore al freddo per punirci fisicamente e psicologicamente per delle colpe che risiedevano unicamente all'interno della sua mente malata. Oppure quando con sadismo si vendicava seviziando i poveri agnellini solo perché erano colpevoli del fatto che non riuscivano a stare al passo con il resto del gregge. E ritrovare questa identica assenza di giustificazione nel punire i 3 ragazzi mi prospetta un parallelismo che non riesco a sopportare.
Forse dovrei considerare seriamente questa eventualità...ma ho paura che se mi dovessi fissare troppo a lungo su questa mia riflessione la deduzione obbligatoria che ne scaturirebbe è che forse è meglio che presto questa mia triste vita possa giungere al termine, anzi, forse nel più profondo del subconscio voglio che qualcuno si accorga di me per potermi fermare il prima possibile aiutandomi a mettere fine a questa mia insaziabile sete di sangue perché, in fondo, io sono la prima vittima di tutta questa sofferenza.
Ormai non so più quale sia il mio destino e se voglio ancora percorrerlo. Sono confuso e disorientato e da quando ho questi pensieri non riesco più a dormire e, seppure il fatto possa sembrarmi assurdo, le emicranie che solitamente mi affliggono sono ancora più frequenti e intense.
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Cuoco Seriale
Mystery / ThrillerFrancesco Grieco è una stella della ristorazione milanese ma la cucina è solo una delle sue passioni. Il suo lato oscuro infatti nasconde una passione molto più cupa fatta di sangue e sofferenza. Il racconto gravita attorno al mondo della cucina di...