Cuoco Seriale

Capitolo 33

Sono passate diverse ore dal blitz all'interno dell'appartamento di Francesco Grieco. Attimi estremamente tesi come conclusione di una vicenda che nessun poliziotto vorrebbe affrontare in tutta la sua carriera.

Senza parlare poi del circo mediatico e della pressione politica che hanno accompagnato il caso soprattutto in queste settimane finali e dopo la morte della figlia del senatore Dateo. Per ore, infatti, dopo l'incursione sono dovuto rimanere a disposizione dei cronisti per spiegare il perché e il percome di cose che nemmeno io ancora capivo fino in fondo.

Ma inaspettatamente, dopo essermi liberato di giornalisti e fotografi e dopo che finalmente insieme alla squadra di esperti della scientifica siamo riusciti a iniziare le delicate operazioni di perquisizione e di analisi della abitazione del Grieco, è successa una cosa inusuale che mi ha dato molte delle spiegazioni che stavamo cercando.

Dentro la casa di Francesco Grieco abbiamo appunto repertato diverse cose fondamentali per le indagini. Mi riferisco in particolare ad alcuni resti umani appartenenti alla Dateo Giulia (le parti mancanti delle altre vittime invece presumiamo siano state mangiate dal Grieco nei giorni successivi agli omicidi), ma soprattutto, sopra il tavolo della cucina, abbiamo trovato un diario personale all'interno del quale l'omicida ha descritto minuziosamente tutto quello che in questi anni aveva commesso, annotando anche pensieri personali e considerazioni dettagliate sulle vittime. Il diario parla degli ultimi omicidi, delle violenze subite da ragazzo ma anche dei primi delitti quando si trovava in Francia fino ad arrivare ai giorni nostri. Posso tranquillamente affermare che senza di esso molti dei lati oscuri di questa faccenda sarebbero rimasti sconosciuti.

Grazie a questo suo documento ho potuto quindi leggere e studiare ogni suo singolo pensiero. Non solo, ho potuto scoprire che anche io nell'ultimo periodo sono stato oggetto di profondo studio da parte del Grieco trovando indicazioni approfondite di una sua visita addirittura all'interno degli uffici del nostro commissariato. La cosa mi mette alquanto in difficoltà perché il tutto è successo sotto i nostri nasi, senza che ci accorgessimo di nulla, proprio all'interno delle nostre strutture che dovrebbero essere senza ombra di dubbio molto più ermetiche.

Ho passato diverse ore durante questi giorni a leggere ogni riga del diario e appuntandomi tutte le parti fondamentali di questo suo manoscritto. Dovrò fare anche una relazione approfondita per permettere ai colleghi degli altri paesi, dove sono stati commessi innumerevoli crimini, di poter riaprire le dovute indagini inerenti.

Ma più passano le ore e più prende forma la realtà di come si sono svolte le vicende.

Non appena era tornato dalle vacanze estive Francesco Grieco aveva scoperto che alcuni dei suoi problemi fisici (ha scritto spesso di forti emicranie e di episodi anomali) erano causati da una forma molto aggressiva di neoplasia cerebrale. Un tumore al cervello.

Dalle carte dell'ospedale al quale si era rivolto per farsi assistere, infatti, sembrerebbe che il tumore che aveva colpito il Grieco fosse derivato da una malformazione congenita che poi, col tempo, si era trasformata in una patologia degenerativa. Chissà, forse anche i suoi disturbi bipolari che lo portavano a identificare nella forma di un vero e proprio demone questa sua sete di violenza altro non fossero che effetti collaterali di questa malattia.

Poi, continuando a leggere questo suo diario, ho trovato altri episodi inaspettati della storia. Ho scoperto infatti che in queste ultime settimane Francesco si era affezionato a una nuova collega, una giovane cameriera.

Leggo di suoi ragionamenti sull'impossibilità di provare a far nascere una vera e propria relazione e di come questo lo facesse soffrire portandolo a prendere la decisione che per salvarsi da questo destino l'unica cosa da fare fosse quella di sacrificarsi immolando sé stesso per distruggere il suo demone.