Capitolo 5

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"Maledizione! Ma ti rendi conto che è il terzo anno di fila che dobbiamo mandare qualcuno a perdere tempo negli uffici del comune sezione "tassa rifiuti" per cercare di fargli capire come è strutturata la società, chi sono i proprietari dei muri, chi sono gli affittuari, elencargli tutti i soci e spiegargli in che percentuale uno è titolare di cosa. Tutte cose tra l'altro che con la problematica in questione non hanno nulla a che vedere. Il tutto perché non hanno una organizzazione abbastanza efficiente per poter gestire una problematica semplice come la tassa dei rifiuti." Il tono della voce del maître è sin da subito alterato.

Oggi è un normalissimo giorno di ordinaria follia al "Castore & Polluce". Un giorno come tanti nella vita di ogni piccolo imprenditore che deve aver a che fare con la pubblica amministrazione.

"Guarda Carlo che con me sfondi una porta aperta. Fosse per me domattina andrei nel loro ufficio e al funzionario che fa finta di seguire la nostra pratica gli conficcherei il fermacarte in un occhio." E non sto scherzando ovviamente. "Ma ti ricordi l'ingiunzione di pagamento che ci è arrivata quest'anno dall'erario perché secondo gli studi di settore del cazzo avevano stabilito che non potevamo avere un fatturato così basso e di conseguenza che stavamo frodando e che quindi, in base a un paradossale principio di presunzione di colpevolezza, dovevamo pagare una bella multa. Ma cosa ne sanno loro di costi dei dipendenti, dei prezzi degli affitti in pieno centro, di tredicesime e quattordicesime, di fornitori e quant'altro. Non siamo mica un baretto di periferia tenuto da cinesi, noi non possiamo sgarrare di un solo euro. Noi non possiamo avere nessun dipendente in nero o altre furberie del genere." La questione ci fa subito salire il sangue alla testa a entrambi. "E poi alla fine c'è sempre e solo un unico modo per risolvere le cose qui in Italia. Infatti, non sono venuti a controllarci per vedere se era tutto in regola, no, abbiamo dovuto interpellare l'amico dell'amico che ha sistemato le cose dall'interno. E lo abbiamo dovuto ringraziare pure. Ma ringraziare di cosa dico io, era tutto a posto!" Il volto mi diventa tutto rosso dalla rabbia.

"Diversi uffici ma ragionano tutti alla stessa maniera. E ti trattano pure da deficiente, non ti trattano come meriteresti ovvero da onesto cittadino che si spacca la schiena in maniera onesta per 13 ore al giorno. Sono dei Meschini e Miserabili." Carlo fa sempre notare con orgoglio il suo lato meridionale quando è arrabbiato.

"È inutile farsi il sangue amaro, tanto sappiamo che ogni anno dobbiamo perdere del tempo per gestire l'inefficienza della burocrazia quindi mettiamoci d'accordo con i ragazzi della contabilità per chi deve andare negli uffici di via Pellico e speriamo che per quest'anno non ci siano altre sorprese!" Cerco di concludere il discorso anche perché so benissimo che abbiamo altre problematiche da affrontare questa mattina.

Uno dei nuovi capi partita, il classico ragazzo sicuro di sé e con un curriculum da far invidia ai più, con esperienze all'estero in molte di quelle che ora sono considerate le cucine di riferimento mondiale, si è rivelato essere un assoluto disastro sia dal punto di vista organizzativo che dal punto di vista della pulizia della partita che segue, e anche di quella personale se dobbiamo dirla tutta. Ora si capisce perché ha sì fatto esperienze in molti dei migliori ristoranti d'Europa ma tutte queste esperienze sono state al massimo di un paio di mesi.

"Ascolta Carlo, ora io e Stefano dobbiamo parlarti di Nicola. Hai già visto come si muove in cucina e puoi immaginare come la pensiamo della sua capacità organizzativa del lavoro." Comincio io per rompere gli indugi sull'argomento.

"Anche dal punto di vista professionale ha delle grosse lacune." Continua Stefano che, vivendo più a stretto contatto con i ragazzi, ha maggiormente il polso della situazione sulle loro capacità pratiche. "Per dirne una l'altro giorno ha avuto grossi problemi per smontare il carré di vitello dal quale facciamo le cotolette. Ha massacrato letteralmente il cuore del controfiletto e poi quando mi è capitato di dare un occhio alla spazzatura ho visto che aveva buttato tutta la parte della copertina esterna e parte delle ossa. A dirla tutta secondo me non è proprio capace a tenere in mano un coltello, dovremmo mandarlo via prima che si faccia male e ci si metta in infortunio." Conclude perentorio il mio suos chef.

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