Capitolo 17

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13 minuti prima delle 7 e sono già davanti alla porta d'ingresso di casa Cazzaniga, all'interno di una palazzina stile liberty in pieno centro cittadino, in uno dei quartieri più "in" di Milano dove devi possedere un certo tipo di pedigree per poterci vivere. Il palazzo ha un giardino condominiale immenso all'interno del quale, tra magnolie secolari e aceri a ombrello abbastanza grandi da potervici costruire sopra una dependance per la servitù, squadre di giardinieri tengono costantemente in ordine le piante e pulito dalle foglie secche.

E lui, Luigi Cazzaniga, questo retaggio lo possiede da generazioni. Architetto figlio di architetti con uno degli studi più importanti del nord Italia, amico personale del sindaco e amico in generale di tutti quelli che contano in città. Sposato con la più bella ragazza dell'epoca dell'università la quale, anche se non aveva lo stesso livello di discendenza pseudo-nobiliare era però dotata di carattere e determinazione, caratteristiche pressoché assenti in Luigi e che lo aiutarono a crearsi una rete di amicizie che gli risultarono molto utili nel suo futuro lavorativo.

Dopo diverse frequentazioni al "Castore & Polluce" ho imparato a conoscere molte sfaccettature del carattere vile e ambiguo dei nostri amici. Alla fine nel mio mestiere le voci corrono molto velocemente, in definitiva siamo costantemente affacciati su di una finestra sempre aperta sulla città ed è estremamente facile conoscere persone che ci possono raccontare aneddoti scabrosi o meno su clienti importanti. Numerosi a dire il vero sono stati gli episodi sui 2 coniugi sia riguardanti la loro vita privata e le loro frequentazioni in localini dove l'attività sessuale è frenetica e ambigua e sia quelli riguardanti le varie porcherie professionali che il caro Luigi Cazzaniga ha messo in atto senza alcun scrupolo. Come negli innumerevoli casi dove, grazie alle sue amicizie, ha fatto vincere appalti pubblici a persone a lui legate a discapito di piccole imprese sicuramente più preparate ma meno fornite di conoscenze. O addirittura quella volta in cui venne prima indagato e poi scagionato, sempre grazie alle solite amicizie, per il crollo di un asilo nel centro Italia in cui fu proprio lui a consigliare e a progettare i lavori utilizzando materiali scadenti e cementi poveri con poco ferro presente nell'armatura della struttura e dove troppe furono le piccole incolpevoli vittime.

Ieri sera, finito di lavorare e chiuso il ristorante, sono riuscito ad andare subito al mercato del pesce per fare degli ordini creandomi una sorta di alibi e alle 5 in punto ero già fuori in direzione centro città. Fortunatamente di notte il traffico cittadino è praticamente inesistente e in appena 13 minuti ero già arrivato. Ho parcheggiato la macchina un paio di vie distanti dal palazzo dei Cazzaniga evitando di dare nell'occhio coperto dall'oscurità e studiando al meglio il modo per entrare indisturbato.

Ho notato subito delle telecamere a circuito chiuso che tengono costantemente controllato il portone principale ma, in una via laterale, ho visto che c'era una porta secondaria non controllata da nessuna telecamera. Una uscita che probabilmente viene utilizzata dal custode per portare fuori la spazzatura.

La via sembrava deserta e gli abitanti della zona saranno stati sicuramente ancora o nel mondo dei sogni o impegnati in attività goderecce e di conseguenza non propensi a controllare il mio passaggio.

Sbarazzarsi di quella vecchia porta arrugginita è stato fin troppo semplice e in men che non si dica ero già dentro. Da ragazzino nel mio paese mi capitava spesso di andare a forzare la vecchia porta del cimitero per potermi nascondere da mio padre durante quei numerosi momenti difficili in cui era troppo ubriaco per poterci provare a ragionare e allora era molto più semplice prendere i miei fratellini e andarci a eclissare in un luogo dove lui non sarebbe mai venuto a cercarci. Quindi andavamo a estraniarci da quel triste destino che ci attanagliava giocando con un gattino randagio grigio che ci aiutava a distrarci per qualche mezz'ora.

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