Capitolo 8

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Passai un periodo di 3 mesi tra Lyon e Saint Marcel du Perigord a provare e a organizzare nel minimo dettaglio gli spostamenti che sarebbero stati necessari, i tragitti più brevi e sicuri, le abitudini di Serge e le strade che normalmente percorreva. Studiai gli orari miei compatibilmente con i suoi impegni lavorativi, i suoi vizi e le sue amanti. Cercai anche di considerare punti critici come la presenza di vicini o passaggi occasionali delle forze dell'ordine, tutto per non commettere errori cercando di prevedere ogni possibile variante ed eventuali imprevisti.

Mi scoprii estremamente meticoloso e pignolo nel pianificare questa mia prima impresa con una ricerca del dettaglio quasi morbosa controllando e ricontrollando ogni minimo particolare e mi accorsi che, nella mia testa, il pensiero era costantemente fisso sul momento in cui avrei stretto tra le mani quel suo collo unto immaginando la sua espressione di dolore mentre l'ultimo respiro abbandona il corpo agonizzante. Vidi con stupore che la cosa mi lasciava un fondo di gioiosa ansia che mi procurava quella sensazione di "farfalle nello stomaco" che solo quando si è adolescenti e innamorati si può provare appena prima di un appuntamento.

Decisi che il giorno propizio sarebbe stato il 13 febbraio e, visto che il giorno seguente il mio turno di lavoro sarebbe iniziato la sera avendo da recuperare alcune ore di riposi accumulati in passato, che avrei avuto tutto il tempo necessario per prendere l'ultimo treno delle 23.37, arrivare a Saint Marcel du Perigord alle 03.59 e andare a trovare Serge nella propria abitazione.

Per tutto il tragitto in treno non feci altro che ripassare passo per passo tutto il mio piano cercando di risultare il più trasparente possibile all'interno di uno scompartimento semideserto. Ho imparato infatti in questi anni che la cosa migliore per non farsi notare è quella di stare il più possibile in luoghi affollati, con vestiti anonimi e soprattutto con un comportamento calmo e assente, rimanendo concentrati su quello che si sta facendo senza concedersi distrazioni. Questo però era un treno notturno e quindi non potevo trovare scompartimenti affollati all'interno dei quali confondermi con la massa allora decisi che la cosa migliore sarebbe stata quella di replicare il comportamento degli altri passeggeri e finsi quindi di sonnecchiare appoggiato al finestrino ma in realtà la mia mente era fortemente concentrata sul da farsi.

Nella preparazione della mia gita ero riuscito a scoprire che Serge sia la sera del 13 febbraio che quella successiva avrebbe avuto 2 cene nel ristorante del paese per presentare i suoi prodotti, quindi sapevo che non si sarebbe allontanato da lì e probabilmente, conoscendo l'individuo, avrebbe bevuto allegramente cosa che mi avrebbe agevolato nel momento in cui mi sarei dovuto introdurre nella sua villetta perché, grazie all'elevato tasso alcolico presente nel suo sangue, probabilmente Morfeo gli avrebbe donato un sonno profondo privo di sogni piacevoli ma con un unico incubo in agguato.

Sapevo anche che presenti nel giardino della villa avrei trovato 2 cani corsi, un maschio color ardesia di 3 anni e una femmina nera di 7 ma anche per quei 2 poveri animali avevo trovato la soluzione più semplice e indolore. Preparai con anticipo un estratto molto concentrato di radice di valeriana e di iperico, noto anche come erba di San Giovanni. Feci agire dell'alcool etilico al 60% sulla radice essiccata e triturata per 2 settimane e poi ridussi il liquido così ottenuto aggiungendo l'iperico fino a ottenere un fluido denso simile a melassa che andai ad aggiungere a della carne che avevo macinato nel pomeriggio al ristorante. Ottenni così delle ghiotte polpette che per un essere umano di 60 o 80 chili non sarebbero state molto efficaci ma che per un animale di circa 40 chili risultarono estremamente soporifere. Questa volta il mio obiettivo non erano i cani, questa volta loro sarebbero stati al sicuro. Questa volta la mia rabbia sarebbe stata tutta per il loro padrone.

Arrivai nella piccola stazione di Saint Marcel du Perigord nel mezzo di una notte fredda e umida. Una leggera e amica nebbia mi accompagnava e mi nascondeva mentre attraversavo tutto il paese in un silenzio ovattato e tranquillizzante con il mio coltello nascosto nel giubbotto.

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