Capitolo 18

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Quando sono tornato a casa dopo la visita ai coniugi Cazzaniga mi sono preso la mattinata libera per prepararmi un ottimo paté con le loro interiora. Ho messo subito i 2 cuori e i fegati in acqua corrente per pulirmi al meglio dal sangue. In assoluto non mi piace lasciare tracce ematiche neanche tra le interiora del vitello e a maggior ragione quando si tratta di organi carichi di odio e cattiveria provenienti da persone malate come lo erano i 2 coniugi. Dopodiché ho fatto un abbondante fondo di cipolle con dell'alloro e l'ho lasciato imbiondire lentamente prima di aggiungere dei filetti di acciuga del mar cantabrico e una buona manciata di capperi di Pantelleria dissalati. Mentre le acciughe si dissolvevano nelle cipolle e i capperi andavano a creare una decisa e profumata base aromatica ho preso gli organi e li ho fatti a fette sottili per poi buttarli all'interno del tegame salando e pepando. Ho alzato la fiamma per far asciugare gli umori della carne che lentamente venivano fuori e per completare la cottura ho irrorato il tutto con dell'ottimo marsala. A questo punto ho trasferito la carne e le cipolle dentro il mio cutter professionale da 2303 giri al minuto e, prima di omogenizzare il tutto aggiungendo dell'ottimo burro 83% di grasso proveniente da una malga in alta Valle d'Aosta, ho aggiunto un po' di zucchero a velo per ridurne l'inevitabile sapore amaro.

Ho passato la restante parte della mattinata e parte del pomeriggio oziando e assaporando il paté spalmato su dei crostoni di pane casareccio che facciamo al ristorante con il lievito madre e macinandovi sopra del pepe nero kampot proveniente dalla Cambogia mentre sorseggiavo un bicchiere di quel marsala che avevo usato per la cottura. Una vera chicca, si tratta di un marsala "vergine riserva" invecchiato per un decennio che viene ancora fatto in maniera estremamente artigianale, quasi alchemica, da una micro-cantina nel comune di Petrosino, omaggiatomi dal titolare anni orsono e che ora uso solo in casi del tutto eccezionali.

Le lingue invece le ho surgelate e me le gusterò in un'altra occasione.

Ora sono passate 2 settimane dalla carneficina in casa Cazzaniga e la vita sembra aver ripreso il suo flusso regolare.

Ovviamente anche in questo caso l'omicidio di questa coppia della Milano bene, vuoi anche per l'efferatezza e per la modalità del ritrovamento dei cadaveri, ha destato enorme scalpore e ha riempito per giorni interi le pagine di cronaca cittadina e non solo.

Come immaginavo gli inquirenti non hanno legato la cena della sera prima nel mio ristorante con il fatto. Nessuno sapeva che sarei passato da loro la mattina seguente quindi le indagini si sono indirizzate su problemi legati al lavoro del Cazzaniga e su alcune loro frequentazioni in locali poco adatti a due rappresentanti della "nobiltà" milanese.

La cosa che mi ha più infastidito è stata l'aver perso la cena con la loro confraternita di imbecilli. Pazienza, non può andare sempre tutto bene.

In definitiva, al netto di questi strani episodi che mi stanno accadendo sporadicamente, il periodo mi è comunque molto favorevole, sono riuscito a togliermi un paio di capricci senza creare sospetti di alcun tipo e la cosa mi rilassa e inorgoglisce allo stesso tempo. Inoltre, al lavoro tutto procede alla grande, il locale è sulla cresta dell'onda e in città non si fa altro che parlare di Stefano e di me. L'organizzazione e l'impostazione che siamo riusciti a dare al ristorante negli ultimi 2 anni sono esemplari, certo spesso ci vuole il pugno di ferro ma il gruppo che stiamo mettendo insieme comincia a girare come un ingranaggio ben calibrato e ben lubrificato. Quando le ruote di questo complicato meccanismo sono in movimento tutto si incastra in maniera fluida e regolare perché ognuno ha imparato i tempi degli altri e tutti cominciano a ragionare come una vera squadra affiatata aiutandosi e spalleggiandosi quando serve.

Certo, come in tutti i posti, vi è sempre il pezzo difettoso, quello che se tutti girano in un senso lui allora pensa sia più originale e carismatico girare in senso opposto. Quello che deve far notare la sua presenza con il tono di voce sempre più alto del dovuto, gesticolando ampiamente con le braccia e con quel modo di fare da "leader fallito". Quello che ne sa sempre più degli altri e che quindi dispensa regole di vita a destra e a manca facendo la morale a tutti su come un professionista si dovrebbe comportare e su come dovrebbero andare le cose ma che poi, invece, è il più cristallino manifesto dell'esatto contrario di quello che dice.

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