Capitolo 21

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Finalmente posso sedermi e cercare un po' di tranquillità in compagnia di una rassicurante birra gelata.

Finalmente posso rallentare ora che una lunga e faticosa giornata è giunta al termine.

Ogni sera ho bisogno di dedicare almeno un'ora a me stesso prima di andare a dormire, per riordinare le idee e per riflettere su ciò che è accaduto durante il lavoro e su tutte quelle incombenze che dovrò affrontare l'indomani. Tra l'altro, con ancora tutta l'adrenalina del servizio in circolo non riuscirei comunque a prendere sonno.

E poi se andassi a dormire subito rischierei di far passare la notte troppo in fretta e sarei nuovamente costretto a tornare al lavoro in un lasso di tempo che il sonno avrebbe reso troppo breve, ricominciando così un diabolico circolo vizioso che sembrerebbe non finire mai.

L'unico modo per staccare veramente la spina è quello di sedersi e svuotare il cervello e una buona birra aiuta molto.

E lei è lì placida, serena, che rende il bicchiere perlato di una miriade di goccioline che sembrano pronte ad avvolgermi in un umido e rinfrescante abbraccio. Ancor prima di porgere il boccale alle labbra la gola si prepara a essere refrigerata dall'arsura accumulata durante la giornata e io mi pregusto quell'istante in cui questa antica bevanda dorata, come un'onda in piena, si verserà in bocca per poi straripare lungo l'esofago dandomi un dolce brivido aromatico che renderà, a breve, la testa più leggera sollevando per magia il peso dei pensieri opprimenti della giornata.

Sta finalmente iniziando l'agognato momento del riposo del guerriero.

Se solo non fosse per questo maledetto tavolo di 3 ragazzotti, 2 uomini e una donna, che sono seduti a poca distanza dal mio.

Sono il perfetto stereotipo dei tipici ragazzi universitari milanesi vestiti di tutto punto con capi firmati all'ultima moda. Ognuno di loro avrà addosso tra vestiti, scarpe, accessori e telefonino l'equivalente di 2 stipendi di un operaio qualunque, senza considerare ovviamente l'ultimo modello di macchina super accessoriata di grossa cilindrata che paparino avrà regalato all'ultimo compleanno e che è sicuramente parcheggiata fuori dal locale.

La cosa ilare è che, nonostante l'evidente stato di benessere in cui gravitano, si riempiono la bocca di stupide frasi fatte sentite in qualche centro sociale che evidentemente frequentano per sentirsi alternativi e per fumarsi qualche spinello.

Ora ;infatti; stanno parlando di politica sparando sentenze su tutti e su tutto con quel tono tipico del "io sì che saprei cosa fare" ma in realtà si vede chiaramente che sono 3 idioti figli di papà ancora abituati a non fare un cazzo, a non pagarsi una bolletta e probabilmente incapaci anche di pulirsi il culo da soli.

In poco più di mezz'ora sono passati dal disastro nucleare di Fukushima, con relative analisi degli errori nel gestire l'emergenza da parte delle autorità giapponesi e ovvie e immediate loro soluzioni, alla crisi politica della destra e della sinistra italiana cercando di fare paragoni improbabili con momenti storici differenti e situazioni storico-sociologiche completamente mutate, commettendo anche errori ideologici grossolani e confondendo addirittura personaggi come Giorgio Almirante e Pino Rauti da una parte e Berlinguer e Gramsci dall'altra. Tanto erano sardi entrambi.

Non so come ci siano riusciti ma tra un'analisi politica e l'altra sono anche riusciti a infilarci le scie chimiche e il complotto globale...

Penso proprio che alla prossima loro asserzione vomiterò!

Mi stanno proprio rovinando il mio sacro momento del riposo del guerriero e purtroppo, per quanto ci provi, non riesco a non essere distaccato da questa mole cacofonica di suoni sgraziati che proviene dalle loro bocche.

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