2.

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Poche settimane prima.

Era tutto simile a come l'aveva lasciato. La città, la valle, persino lo stesso panettiere che faceva muffin buonissimi, all'angolo della strada. E anche in quel negozio era rimasto tutto lo stesso. Le pareti color beige e gli scaffali in legno scuro. Le boccette colorate in grado di attirare chiunque; anche la curiosità di una bambina bionda con le treccine. Persino lo stesso campanello alla porta. Era entrata come una cliente qualunque, dietro al bancone una commessa che non conosceva l'aveva invitata ad osservare e a chiedere se avesse avuto bisogno. Le aveva sorriso grata e lei aveva restituito, dietro quella frangia bionda. Se solo avesse saputo.
Era partita dalla Florida poche ore prima, un lungo viaggio in aereo, un altra buona mezz'ora in un taxi, solo per rivedere zia Clarissa e...quel posto. Sorrise osservando le spezie sugli scaffali e le erbe medicinali. La zia non avrebbe mai abbandonato quel negozio, aveva dedicato la sua vita e la sua passione in quella erboristeria. Ricordava come un sogno il profumo della cannella e della vaniglia, i suoi insegnamenti sugli olii essenziali, sulle erbe e sulle spezie.
Si perse un po' ad osservare con pazienza le creme create dalle sue mani abili, nascosta dagli scaffali, non fu notata. Sorrise osservando la donna dai capelli rossi entrare nel negozio, scusarsi del ritardo. La solita. I suoi abiti da piccola l'avevano sempre affascinata. La osservó sorridendo, sempre la stessa zia moderna. Con gli stivali dal tacco alto in pelle e i jeans a zampa d'elefante.
-Ci sono così tanti ragazzi cocciuti in questa valle, le loro madri avrebbero dovuto sculacciarli da piccoli. Sono ingestibili! Si feriscono continua.. -
La ragazza dietro al bancone sgranò gli occhi, in un chiaro segno di sorpresa e un chiaro invito a tacere per la presenza di un'estranea.
Zia Clarisse si ammutolì e si voltò lentamente.
-Non eri tu quella contraria alle sculacciate, zia Clarisse? - Talìa sorrise, osservando il suo viso sorpreso. Sempre bella e poco truccata, sembrava quasi una ventenne.
-Talìa? Oh, mio Dio.. Quando sei arrivata? - si avvicinò avvolgendola in un grosso abbraccio quasi materno.
-È passata una vita! Cavolo, sei così cresciuta e così bella! -
-Dici così perché sono la tua unica nipote.. - borbottó la giovane con finto broncio.
Lei scoppio a ridere,stringendola più forte.
-Emily.. - disse rivolta alla ragazza bionda dietro di lei che le guardava divertita. - Lei è Talìa, la mia unica e preferita nipote!!-  le schioccò un sonoro bacio sulla guancia.
-Sono così felice di vederti.. Per quanto rimarrai? Hai già una sistemazione? Non ti ho nemmeno chiesto se hai pranzato, che sbadata...-
-Zia calma...-sorrise, mentre le faceva segno di accompagnarla nel retrò bottega, in una piccola stanza arredata con un divano e un tavolino da caffè.
-Allora.. Raccontami tutto!Come stanno i tuoi?!-
Sorrise, vedendola armeggiare con la macchinetta del caffè, mentre si sedeva sul divano. Quella stanza la ricordava pochissimo,ma aveva lo stesso stile della zia Clarisse.. Eccentrico. Il divano di pelle marrone era stato coperto con una pesante coperta dai toni verdi e grigi.. Il tavolino era di ultima generazione, di certo acquistato insieme alla macchina da caffè.
-Stanno bene. Sono rimasti in Florida, ormai quella è la loro casa, sono piuttosto felici lì. -
-E tu? - chiese porgendole una tazza stracolma. Prese un cucchiaio di zucchero, mentre sospirava. Guardava la tazza stracolma e il cucchiaio girarci all'interno.
-La verità è che mi mancava tremendamente questo posto. La Florida è bella, vivace.. Ma non lo sentivo come casa mia.. Non mi sentivo come invece mi sento qui.-
Zia Clarisse sorrise. - Per quanto tempo resterai, quindi?-
-Beh, papà ha avuto la grande idea di non vendere la nostra vecchia casa, quindi penso... Beh, se riesco a trovare un lavoro...di rimanere qui... Per sempre. -
Il suo sorriso si aprì ancora di più, mostrandosi compiaciuta.
-Il lavoro non sarà un problema. Avevo proprio bisogno di un apprendista. Quando vuoi iniziare?-
Gli occhi di Talià si aprirono.
-Non capisco. Vuoi suggerirmi un posto in cui... -
-OH, sciocca, no. Lavorerai qui! - la interruppe afferrandole una mano.
-Dici sul serio? -Era totalmente sorpresa.
-Pensi che io abbia dimenticato la promessa che mi hai fatto? -
La guardó pensierosa, non si ricordavo nulla. Di quale promessa parlava?
-Quando sei partita a 12 anni, mi hai promesso che saresti tornata per sempre e che mi avresti aiutato qui al negozio e.. Anche che avresti rubato tutte le caramelle balsamiche.. -
-Tipico di me, direi. -
Zia Clarisse ridacchiò, poi sorrise e la avvolse in un abbraccio con uno sguardo consapevole.
-Ben tornata a casa, Talìa. -

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