4.

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Dopo quell'episodio,sembrava che tutto fosse in pace, completamente placato da una forza maggiore.
Le giornate continuavano a susseguirsi e Talìa apprendeva brevemente i consigli da guaritrice.
Durante il sabato Zia Clarisse aveva avuto la splendida idea di sconvolgere completamente il negozio. Come durante i saldi di Natale nei centri commerciali. Un'idea completamente assurda che aveva sfiancato sia Talìa sia Emily.
-Sono esausta... - disse Emily accomodandosi sul divanetto, nella stanza ormai battezzata "stanza del caffè".
-Non dirle nulla... Ma a volte tua zia ha delle idee folli... -
Scoppió a ridere mentre le porgeva la sua tazza e Talìa sorseggiava la sua.
-Oh lo so bene. Sono cresciuta con lei se ben ricordi.. -
-Era già così...stravagante? -
Sorrise scuotendo la testa.
-Molto peggio.. - ammise. La zia era sempre stata una persona libera, anticonformista. Da quanto le raccontava il padre, non aveva mai voluto saperne della scuola, organizzava feste e brindava alla libertà. Interruppe i suoi pensieri allo squillo del suo cellulare. La povera Emily era innamorata persa di un ragazzo dall'altra parte del globo.
-Pensi che vi incontrerete un giorno? -
-Lo spero. Sarebbe come nelle favole.. -sorrise. Talìa era cresciuta con una concezione del tutto diversa dell'amore. Per anni aveva creduto all'amore a prima vista, ai colpi di fulmine, all'amore vero... Ma vi aveva rinunciato. Non era mai stata bella per essere amata. Ogni mattina quando si guardava allo specchio sapeva che ciò che vedeva non sarebbe mai piaciuto a nessuno. Era stata derisa e umiliata troppe volte.
-Talìa?!-
-Uh scusa, ero sovrappensiero.. -
-Mi chiedevo.. Sei mai stata innamorata, oppure se.. Hai un ragazzo? - chiese timidamente arrossendo. Conosceva poco Emily ma sembrava che ogni qualvolta aprisse bocca stesse per dire qualcosa di cui si vergognava.
Scosse la testa, con enfasi. - No, mai stata innamorata e nessun ragazzo. Non sono fatta per questo.. - disse con ovvietà. Muovendo le mani per indicare il suo corpo. - Il peso in eccesso allontana le persone come se avessi la lebbra. Nessuno si è mai avvicinato e io.. Beh.. Ho rinunciato tempo fa... -
-Talìa.. - disse in un sospiro.-Sei una ragazza fantastica. Prima o poi.. -
Sì voltarono di scatto verso la porta che venne aperta con violenza, Zia Clarisse entrò come una furia. I suoi occhi spaventati la fissarono, aveva il viso pallido ed era visibilmente sconvolta.
-Talìa, mi serve il tuo aiuto.-
La seguì di corsa, attraverso il corridoio fin al davanti del negozio. Un brivido la scosse attraverso le membra. La porta del negozio era stata chiusa totalmente, persino le tende delle finestre. Si voltó verso la zia, continuava a ripetere a voce alta erbe e spezie, quasi tenesse di dimenticarle. Le sue mani sporche di sangue tremavano, mentre afferrava boccette e olii. Ortica, olio d'oliva e miele furono posate fra le sue mani. Quelle erbe servivano per curare una grossa emorragia.
Fu allora che sentì un gremito soffocato. Molló sul bancone le boccette che la zia le aveva passato. Le si drizzarono i peli sulla nuca mentre si avvicinava. Sembrava un animale ferito che guaiva. Giró l'angolo di uno scaffale e fu lì che lo vide. Era qualcosa di molto più grande. Prese un profondo respiro. Un uomo alto e possente era a terra, semi sdraiato su un ragazzo più piccolo. Il ferito aprì le palpebre guardandola fisso negli occhi, come se in qualche modo avesse sentito la sua presenza. I loro sguardi si incontrarono. Tutto il mondo sparì, il suono del ticchettio dell'orologio si contorse e scomparve lentamente, sentiva solo il suo respiro e il battito impazzito del suo cuore. Le sembrò di essere colpita da un fulmine. Arrossì di colpo e si sentì accaldata. Non riuscì quasi a controllare il suo corpo. Voleva raggiungerlo e.... Oddio! Perché? Scosse la testa, cercando di riprendersi, le sue mani e il suo corpo tremavano senza sosta. L'uomo steso a terra era quasi in una pozza di sangue, stringeva spasticamente il braccio al ragazzo. Si fermó ad osservarlo meglio: castano, muscoloso, sembrava un muro di mattoni! Un uomo bellissimo, la sua carnagione abbronzata in quel momento sembrava tremendamente pallida, le labbra socchiuse in una smorfia di dolore macchiate da gocce di sangue. Il ragazzo più piccolo le rivolse la parola, guardandola dritto negli occhi, vi leggeva una chiara supplica. Sembrava che il mondo si stesse inclinando.
-Devi aiutarlo.. - mormorò quest'ultimo guardandola implorante. - Aiuta mio fratello.-
Il respiro le si blocco in gola e si avvicinó tremante. I due uomini si assomigliavano molto, ma si notava la loro differenza di età. Lo sconosciuto la seguì con lo sguardo. Un paio di pozzi blu profondi ed intensi che non la lasciavano andare.
-La zia sta arrivando.-mormoró, mentre osservava il ragazzo più piccolo. Sembrava quasi in lacrime mentre tamponava la ferita dell'altro uomo, che continuava a fissarla
-Come ti chiami? - gli chiese, spostando le sue mani e osservando la ferita sul torace dell'altro. Lo squarcio aperto sul petto fino all'addome, sulle costole. Il colore di un rosso vivo è il sangue la faceto tremare.
-Mi chiamo Max. Lui è.. Xander... Devi aiutarlo. -continuava ripetere sotto shock.
-Max.-disse con convinzione.-Va sul retro, ci occuperemo noi di lui. Ok? -
Il ragazzo sembrava non ascoltare, ma osservando il viso del fratello maggiore si convinse ad seguire il suggerimento.
-Talìa, tienilo sveglio! - urlò zia Clarisse dal bancone. - Ho quasi concluso, manca poco.. -
Sentì il suo sguardo sul suo viso e si sentì avvampare, abbassando lo sguardo.
-Andrà tutto bene... - disse. Guardò le sue mani imbrattare di sangue e per poco non ebbe un attacco di panico. Il suo braccio si spostò a sfiorarla. Le sue labbra si mossero, ma non vi uscì nemmeno una parola. E senti una scarica elettrica attraversarle il corpo. Xander continuava a fissarla, quasi volesse mangiarla.
In quel momento incastrando gli occhi ai suoi si sentì persa. Sembrava che il suo blu la stesse inghiottendo...
-Zia Clarisse! - urló in preda al panico. Si sentiva persa, accaldata eccitata dalla sua presenza. Possibile che fosse attratta da lui? E che lui le stesse morendo lentamente fra le braccia? Non l'avrebbe permesso. Non poteva...
-Continua a stargli vicino. Non lasciarlo.-
Si voltó a guardare la poltiglia creata dalle erbe, poco dopo Xander le aveva afferrato il braccio e l'aveva trascinata a pochi centimetri dal suo viso. Così vicino da avvertire il suo respiro sul viso.
-Talìa... - mormorò con voce roca e spezzata, sembrava una preghiera.
-Andrà tutto bene.-gli sorrise  cercando di essere rassicurante, ma la voce le tremava e lei era molto spaventata.
-Talìa...- disse poco prima di svenire.

His Soul MateDove le storie prendono vita. Scoprilo ora