19.

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-Smetterai mai di pensare a ciò che ho detto?! -
Talìa voltò lo sguardo verso i suoi occhi socchiusi, un raggio di luce gli illuminava il viso rendendogli la pelle delle spalle e del viso quasi dorata. Aveva passato molte ore a fissare il soffitto della camera, pensando.  Tutto ciò che le era stato rivelato l'aveva sconvolta, l'aveva fatta riflettere. La Valle era piena di esseri soprannaturali, con natura diversa da quella umana, una natura bestiale che non aveva, tuttavia, mai fatto male a nessuno. tutto questo aveva spiegato le azioni segrete di zia Clarisse, il fatto che lei aiutasse quelle persone e che loro si rivolgessero a lei per le cure. Di certo, una persona "normale" avrebbe chiesto aiuto ad un medico specializzato o in un ospedale, no? Talìa si era ritrovata con più domande che risposte. Voleva trovare una soluzione, voleva dare il suo contributo. Voleva compiacerlo, renderlo orgoglioso. In qualche modo anche lei avrebbe protetto i ragazzi, in qualche modo li avrebbe salvati. Per questo aveva avuto una stravagante idea. 

-Non stavo pensando.. -
Alexander sollevò le sopracciglia in un chiaro segno di rimprovero. Impossibile che la sua testolina non fosse immersa in chissà qualche lugubre rompicapo. Le si avvicinò sfiorando dolcemente la guancia con le labbra.
-No?! -
Lei sorrise scuotendo la testa, le candide ciocche di capelli le sfiorarono le guance, incorniciandole il viso.
-Si okay, sto pensando, ma ecco.... -Avvicinò la testa sulla sua spalla, beandosi di quel calore e della sua sicurezza.
-Hai detto che i ragazzi devono trasformarsi... Ma se lo facessero in un posto isolato ma allo stesso tempo sorvegliato?! -
-Spiegati meglio,tesoro?-
Talìa ridacchiò, tirandosi su, sedendosi a cavalcioni sul suo busto, il lenzuolo scivoló di lato, scoprendole in parte il seno. Alex rimase ipnotizzato, puntando il suo sguardo affamato sulle sue curve dolci. Quella donna non si rendeva conto della sua bellezza: aveva passato la vita a sentirsi brutta, grassa. Quando tutto di lei era attraente e seduttivo. Non c'era nulla di più attraente di una donna che non finge di esserlo.  Il suo sguardo rimase incollato a quella pelle vellutata e calda, con le sue forme perfette. Vi immaginò di posarvi la bocca e le mani. Dimenticandosi quasi dell'argomento di cui stavano discutendo.
-Dicevo... Smettila di fissarmi le tette, lupacchiotto.- Alex sorrise, puntando gli occhi verso i suoi, salendo con lo sguardo lentamente sul suo viso, nel frattempo lei si era coperta stringendosi nel lenzuolo. Lo aveva chiamato lupacchiotto. Ah! Un moto di orgoglio, un grosso piacere gli pervase le vene raggiungendo lo stomaco come una sorta di calore. Era così strano che una parola sola uscita dalle sue labbra lo facesse innamorare ancor di più di quella bellissima donna. 

-Se si trasformassero in un posto sorvegliato, ovviamente privo di trappole. In un area riservata dove nessuno mette mai piede. -
-Un posto dove nessuno mette mai piede?! Sarebbe perfetto, se solo ci fosse un posto del genere... -
-Ma esiste!! Quello che ho in mente è la Riserva. Potremmo sfruttarla. Insomma, non è molto grande ma penso che vada bene. - continuò lei stranita dal suo silenzio , -Nessuno vi mette piede da anni mi sembra, non credo che li ci possano essere pericoli, bisognerebbe ovviamente controllare. Ma... -
-Donna, quanto ti amo! - gridò Alexander, afferrandola velocemente sotto le ascelle e spingendo sotto di lui, afferrò il lenzuolo gettandolo di lato.
-Spiegami come.... Certo!Sono un fortunato bastardo, ad averti trovata.-
-Queste parole non lusingano la tua persona...-ridacchió lei sprofondando fra i cuscini morbidi.
-È la verità. Sono talmente fortunato. A volte non ho proprio idea di come questo sia potuto accadere... Sei meravigliosa, intelligente e così dolce.-
-Non sono quello che ti aspettavi?! -
-Si ed è meraviglioso. Sei esattamente molto di più di quel che speravo. -
Alexander le baciò il naso sorridendo sotto il suo sguardo confuso.
-A mio parere siamo ancora male assortiti. - borbottò Talìa, con finto broncio.
-Ah, pensi questo? - rise lui, afferrandole i fianchi e scivolando sempre più su con le mani fino ad avvolgerle i seni.
-Non riesco a gestire quello che provo. Sei una calamita, mi è difficile tenere giù le mani, gli occhi e la bocca. Ma non è solo questo. Adoro osservarti, ascoltarti... E devo dire di essermi goduto la scena al market. Adoro quando canti sottovoce, quando sospiri pensierosa, quando mormori parole senza senso perchè sei troppo imbarazzata e quando urli il mio nome quando vieni. Adoro la tua mente e qualsiasi cosa tu faccia. Amo ogni parte di te. Amo te. Quindi penso che tocchi a me, dimostrarti quanto... - con sguardo malizioso, scese con le labbra a baciarla lungo il collo, lungo la pelle accaldata. 
-Per essere un motociclista arrogante sei molto dolce Alexander. Chi l'avrebbe detto che mi sarei innamorata di uomo così romantico?-
Alex sorrise di traverso, con le mani le aveva già afferrato le cosce avidamente. Come sempre il fuoco assopito, si risveglió ruggendo.
In poco tempo erano di nuovo avvolti in carezze e baci, pronti a ricongiungersi intimamente.
-Ti amo. Più di ogni altra cosa al mondo. -




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Domandina per voi lettrici: Avete mai letto i romanzi di Grace Goodwin? Se sì, cosa ne pensate? Aspetto le vostre risposte, baci!!!

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